Nessuno è profeta in patria, ma Shevchenko si. Lui che un secolo fa era partito dall’Ucraina con una valigia piena di sogni, che pian piano hanno lasciato il posto a magnifiche realtà; lui che ha conosciuto anche tempi duri, mentre scaldava le panchine di Chelsea e Milan; lui che chiedeva di giocare, ricevendo puntualmente rifiuti… lui che ora ritorna a casa, deciso più che mai a dimostrare di non essere un calciatore finito.
Ed eccolo qui, con la maglia della Dinamo Kiev, acclamato dalla folla e felice come un bambino per la prima rete realizzata (seppur su rigore) nella sua nuova avventura:
Ho lasciato una grande squadra, ritrovo intatto quello spirito. La Dinamo conta sui giocatori ucraini anche per il futuro, questo mi piace molto. E poi qui mi aspettavano: la gente mi vuole bene.
E se il buongiorno si vede dal mattino, la gente di Kiev può dormire sonni tranquilli. A voi il video del ritorno.