Da oggi Lionel Messi merita a pieno titolo un capitolo nella consueta rubrica di Calciopro dedicata ai numeri 10. In realtà avremmo potuto parlarne anche prima, visto che non conta certo il numero di maglia per fare di un calciatore un campione, ma solo da oggi il talento argentino avrà la soddisfazione di indossare la casacca che fu di Maradona e Romario.
A lasciargli la pesante eredità è stato Ronaldinho, traseritosi qualche giorno fa al Milan, dove gli è stata riservata la maglia numero 80 (in realtà l’ha scelta lui), visto che Seedeorf non ha voluto cedere la mitica 10.
La Pulce invece avrà finalmente il suo numero preferito sulle spalle, dopo aver accettato di indossare prima il 30 e poi il 19. Dettagli. Come detto in precedenza, i numeri stanno nei piedi (e non nel senso di numero di scarpe) e Lionel Messi ha tutte le carte in regola per essere considerato tra i più forti calciatori in attività.
E pensare che qualche anno fa il River Plate pensò di poter fare a meno delle sue magie, considerandolo “non all’altezza” (nel senso di centimetri). Leo all’epoca era affetto da un deficit dell’ormone della crescita e, nonostante fosse il più bravo con i piedi, non godeva di grande considerazione a causa della sua altezza piuttosto ridotta. Per curarlo occorrevano parecchi soldi (si dice 900 dollari al mese) che la famiglia non poteva permettersi di sborsare. Di qui il trasferimento in Spagna in cerca di fortuna ed il provino con il Barcellona, che non solo fece firmare un contratto al ragazzino, ma si incaricò anche di pagare le spese mediche.
Da allora è passata molta acqua sotto i ponti. Messi ha raggiunto l’altezza di 169 centimetri, che non gli consentirà certo di giocare da centravanti di sfondamento, ma provate a togliergli la palla dai piedi! Volete una prova? Gustatevi il video di uno dei suoi gol più belli, paragonato a ragione a quello di Maradona contro l’Inghilterra.
Ed uno così non sarebbe all’altezza? E questa non è che una delle sue magie, perché dal 2004 ad oggi ne ha fatti di gol spettacolari.
Recentemente è stato al centro di una controversia tra il Barcellona e la Federazione argentina, poiché il club non lo lasciava partire per partecipare alle Olimpiadi di Pechino. La vicenda non è ancora conclusa: nessuno vuole rinuciare alle prestazioni di un simile talento. Lasciatelo giocare in pace, non toglieteci il gusto di godere delle sue magie.