Il calcio è anche pretattica, ed il Bayern Monaco l’ha già cominciata in vista della finale di Champions League. Suona un po’ come il classico “mettere le mani avanti”, ma Uli Hoeness, presidente del Consiglio di sorveglianza del Bayern, alza la voce a due settimane dalla partitissima. A proposito dell’espulsione di Ribery nella partita d’andata della semifinale contro il Lione, il dirigente tedesco si è scagliato contro l’arbitro Rosetti, ed ha tuonato:
Nell’Uefa ci sono troppi italiani che hanno degli interessi. L’arbitro che ha espulso Ribery era italiano così come molte altre persone che svolgono ruoli importanti all’interno della stessa, mentre c’è un solo tedesco. In una situazione del genere, abbiamo scarso sostegno morale.
Lo sfogo arriva dopo che la Uefa ha confermato le tre giornate di squalifica per il centrocampista francese. Ora il Bayern ha annunciato di voler ricorrere al Tas (Tribunale Arbitrale per lo Sport) dove vorrebbe veder diminuire la squalifica, ma questa uscita pare piuttosto ridicola.
E’ incredibile infatti che se la sia presa con Rosetti visto che l’entrataccia di Ribery su Lisandro era da codice penale, oltre che da cartellino rosso, e lo dimostra la squalifica non per una giornata, ma per tre. Inoltre, anche ammesso che gli venga ridotta la squalifica, al massimo le giornate saltate diventerebbero 2, e queste comprenderebbero la finale, dunque questo piangersi addosso da parte della dirigenza tedesca appare completamente fuori luogo.
Gioia Bò 7 Maggio 2010 il 18:06
E poi mi pare che il suo Bayern, scarsamente protetto (a suo dire), abbia fatto fuori una squadra italiana grazie ad un fuorigioco “chilometrico”.