Obiettivo qualificazione: lo chiede a gran voce l’Italia intera, delusa dalla cacciata anticipata di tutte le squadre nostrane dalle competizioni europee. L’Udinese è l’ultimo baluardo rimasto, l’unica squadra che può ancora regalarci un sogno, sebbene gli ostacoli da superare siano ancora molti.
A cominciare proprio da domani, quando i bianconeri di Marino si ritroveranno di fronte lo Zenit St. Pietroburgo nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Uefa. “Sorteggio infelice” si era detto quando dall’urna era uscito il nome dei campioni in carica della competizione, ma alla luce dei fatti, l’Udinese ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza della situazione.
Si parte dal 2-0 dell’andata, conquistato con difficoltà, non perché siano mancate le occasioni da rete, ma perché fino all’85’ la palla non voleva proprio saperne di varcare la linea di porta. Poi ci ha pensato san Quagliarella a sbloccare la partita, mentre Di Natale dimostrava la propria freddezza nel calciare un rigore a tempo scaduto.
Possibilità di qualificazione? Molte, considerando il risultato dell’andata e la voglia dei friulani di entrare nella storia, accedendo per la prima volta ai quarti. Non la pensa così mister Advocaat, convinto più che la mai che l’Udinese sia un’ottima squadra dalla cintola in su, evidenziando però non pochi limiti in fase difensiva. Dalla parte dei russi c’è la statistica, visto che giusto un anno fa riuscirono a qualificarsi contro il Marsiglia, ribaltando l’1-3 subito in trasferta.
Ma mister Marino invita i suoi a giocare come sanno, evitando l’errore di chiudersi ed aspettare le mosse avversarie:
Abbiamo vinto a Dortmund contro il Borussia giocando davanti a 70mila persone. In Russia abbiamo già giocato contro lo Spartak e anche in quel caso abbiamo vinto, siamo usciti indenni anche dal campo polacco di Poznan, quindi siamo preparati a tutto. Cosa dovremo fare? Giocare da Udinese, ovvero tenere palla, farla girare e non snaturare il nostro gioco, quindi dovremo cercare il gol. Se ci chiudiamo ad attendere i russi rischiamo di brutto. Dobbiamo proporci sempre, non ci sono alternative.
E allora tutti davanti alla tv a tifare per l’ultima italiana rimasta in corsa. E che sia la serata giusta per brindare alla storia!