A breve la bandiera italiana nella sede della Roma potrebbe essere affiancata da quella a Stelle e Strisce. Secondo gli advisor Rotschild che stanno portando a termine la cessione della società capitolina, è la cordata americana quella con l’offerta più seria in mano. Non fa nulla se per la prima volta nella sua storia la Roma non avrà un presidente italiano, nell’era del fair play finanziario sono i soldi quello che contano, e a quanto pare gli statunitensi offrono più garanzie.
E’ il progetto a convincere. La cordata che ha già, tra i vari imprenditori, gente che di sport ne capisce dato che possono portare “in dote” una squadra di baseball, ha chiaro in mente cosa fare: rilanciare nel mondo il marchio giallorosso, rendendo la Roma quel simbolo del calcio-spettacolo che sono oggi Barcellona e Real Madrid.
Giocano tutte, in Prima Divisione B, mentre nel girone Ail maltempo costringe a frammentare la quindicesima giornata che mette in tabellone sette partite finite (compreso il posticipo del lunedì, Reggiana-Bassano 0-1) e due gare da recuperare. Non si è giocato il big match tra prima e seconda ma, oltre a Gubbio-Sorrento, è stata rinviata anche la partita tra Ravenna-Spal. Con le defezioni di cui sopra, nel gruppo A diventano tre le gare da disputarsi nel corso di giorni infrasettimanali: Verona-Sorrento (giocano domani), e le due non concluse domenica (recupero con data da definire, ipotesi ventilata è che si giochi l’8 dicembre).
Che il pensiero volga a Foggia, è spontaneo se non doveroso. In uno stadio Zaccheria che si trasforma in “arena della felicità” la squadra allenata da Zdenek Zeman riesce nel duplice intento di porre fine a un periodo critico in termini di gioco e risultati e interrompere la marcia vittoriosa della seconda in classifica, il Benevento. I campani, pur confermandosi al secondo posto in graduatoria, soccombono ai danni di una compagine, quella pugliese, che parte come peggio non avrebbe potuto per poi compiere una rimonta entusiasmante. In svantaggio di un gol – segna D’Anna dopo 15′ di gioco – i rossoneri ribaltano il risultato grazie alla doppietta di Sau (foto d’archivio), in rete al 38′ del primo tempo e al 10′ del secondo. Non solo: si concedono il lusso, Santarelli e compagni, di sprecare un calcio di rigore che Insigne calcia in malo modo (esaltando la prontezza di Aldegani) e soffrono solo nei minuti finali. Già avvezzi alle rimonte pugliesi, stavolta piace richiamare l’ottima impressione che ha fatto il collettivo di Zeman a cui non è rimasto altro, a fine gara, che dichiarare: “Siamo la migliore squadra del girone B“.
In disordine. Riflessioni a margine del tredicesimo turno di Prima Divisione: si parte da Foggia solo perchè lo spettacolare poker degli uomini di Zdenek Zeman (Agostinone, Kone, Sau e Insigne) riesce a un tempo a strappare applausi scroscianti tanto ai pugliesi quanto agli amanti del bel calcio e a agitare le acque in casa umbra. Ternana sotto l’occhio del ciclone: il day after suggerisce alla società l’esonero di Fernando Orsi salvo rimescolare – qualche ora più in là – le carte e riconsegnare la squadra all’ex estremo difensore. Si arriva ad Alessandria, poi, perchè il mese di novembre sta consacrando il Piemonte pallonaro: così e così – ma con ampi segnali di crescita – la Juventus, alla grande Novara e – per l’appunto – Alessandria.
Scontro diretto tra titani appena archiviato: si è disputata Alessandria-Salernitana e la vittoria dei padroni di casa è stata netta. Perentoria. Accade tutto nella ripresa ma il 3-1 con cui i locali liquidano i campani non è mai stato in discussione: il momentaneo pareggio di Fava e compagni è resistito 5′, giusto il tempo che Damonte aggiustasse la mira e che Scappini, prese le misure agli avversari, chiudesse i conti. Nè i rossoneri di Zeman nè gli uomini di Maurizio Sarri guidano i rispettivi gironi ma – un passo alla volta, un gol dietro l’altro, modestia e abnegazione – si stanno affacciando verso le posizioni di vetta. Più lineare il compito dei piemontesi, le cui ambizioni hanno modo di crescere a poco a poco; più complesso quello del Foggia che – per blasone, società, allenatore – può nascondersi molto meno.
Il mertedì successivo al posticipo di Lega Pro girone B (Lucchese–Nocerina, scialbo 0-0) si apre col botto. Il Verona – girone A – dopo l’esonero di ieri di Giuseppe Giannini (paga un avvio di stagione stentato e la sconfitta di domenica in casa della Salernitana) ha annunciato in mattinata il sostituto. Si tratta di Andrea Mandorlini (foto d’archivio), recentemente appiedato dai romeni del Cluj, al quale spetta il compito di imprimere una marcia differente.
Dopo l’archiviazione di dodici giornate di campionato, i veneti stazionano a 13 punti in graduatoria, frutto delle tre vittorie e dei quattro pareggi collezionati (cinque le sconfitte, l’ultima a Salerno contro i secondi in classifica: 2-1). Per il resto, la giornata cui è stata voltata pagina mette in risalto la performance del Pavia, capace di impattare sul campo della capolista: 0-0 a Sorrento, campani ancora primi (23) a due lunghezze dai corregionali. Stoppata la prima (Nocerina, 25 punti) anche nel gruppo B, il girone ha svelato un turno davvero particolare: pareggio o sconfitta per tutte le squadre di alta classifica, ne beneficiano Foggia e Foligno.
Sempre il Sorrento, sempre la Nocerina. Nessun cambio al vertice nei gironi A e B di Lega Pro, in cui le due capoliste riescono a mettere nel fienile altra paglia e consolidare il primo posto.
Vince il Sorrento (1-2 esterno contro il Lumezzane) grazie a una rete (quando mancavano 2′ dal termine) di Paulinho dopo che Calliari aveva vanificato il primo vantaggio campano messo a segno da Erpen. Il sesto successo stagionale consente ad Angeli e compagni di portarsi a quota 22, lasciando due lunghezze dietro Spal e Salernitana.
Vittoria anche per la Nocerina che a fatica si aggiudica il match di cartello contro un Taranto altrettanto motivato. Decide la rete di Castaldo allo scadere della prima frazione di gioco e, in virtù dei tre punti conquistati, i campani restano soli in vetta (24 punti) anche per la sospensione dell’incontro tra Juve Stabia-Atletico Roma (interrotto al 20′ per un violento nubifragio).
LA PIOGGIA. Prima ancora di ogni altra considerazione, anche la pioggia merita una finestra di qualche riga: il mal tempo, infatti, ha lasciato il segno nel corso dell’undicesima giornata di Prima Divisione e costretto i direttori di gara a intervenire, oltre che a Castellammare di Stabia, anche a La Spezia e Viareggio, dove Spezia-Ravenna e Viareggio-Ternana sono durate una manciata di minuti per poi lasciare campo aperto all’acquazzone.
Salernitana e Atletico Roma, si vacilla: nel gruppo A di Lega Pro i campani riescono a mantenere il vertice della classifica (19 punti) ma vengono agganciati dai corregionali del Sorrento. Decisive, in tal senso, la sconfitta dei granata contro il Bassano (2-0) e la concomitante vittoria casalinga dei nuovi leader (1-0 contro la Paganese).
Nel girone B, invece, dopo 10 giornate di vetta solitaria, i capitolini cedono il passo: lo spettacolare 3-3 interno contro il Foggia di Zdenek Zeman (partita anticipata sabato, si è giocato in un Flaminio entusiasta e appagato da tanto gozzovigliare in mezzo al campo) costa la testa della graduatoria. Ne approfitta la Nocerina, corsara in trasferta (0-3 a Terni) grazie a un Catania (doppietta da cineteca) imprendibile. Vero è, tuttavia, che i romani devono recuperare la gara non disputata contro il Lanciano (valevole per il sesto turno), rinviata per indisponibilità del Flaminio.
SORRENTO E LE ALTRE. Sotto il Tevere, si comanda: Prima Divisione A, Sorrento lancia la sfida a Salerno. Tra olezzi di limoni grandi così e l’odore di mare che pare di toccarle or ora – le acque – le due formazioni cittadine sono appaiate al vertice. La rete di Paulinho al 14′ della ripresa vale oro: la quinta vittoria stagionale consente ai sorrentini di staccare il Gubbio e raggiungere quota 19.
Nove giornate in archivio e una considerazione: questa Prima Divisione – gironi A e B – comincia a piacere per davvero. Schemi, moduli, tattiche, talenti, agonismo e tanto di coda entusiasmante data dal fatto che entrambi i gruppi sono, graduatoria davanti agli occhi, aperti e combattuti.
GIRONE A. Lo avevamo lasciato, roba di poche settimane, senza padroni e con una Salernitana ancora in rodaggio: troviamo oggi una formazione, quella granata, capace di imprimere la marcia ideale e infilare la quarta vittoria consecutiva (2-0 casalingo sul Monza, 19 i punti in classifica).
Altro filotto importante è quello del Gubbio (tre successi di fila, l’ultimo in casa contro la Reggiana per 2-1 con vantaggio numerico dal 6′ per l’espulsione di Saverino) che, con i tre punti di domenica, resta avvinghiato – 16 punti – al Sorrento (bene anche i campani, 2-1 interno ai danni della Spal). Proprio gli emiliani, insieme con i piemontesi dell’Alessandria (ko a Verona, 2-0 con rosso a Ciancia al 25′ della ripresa) hanno invece frenato notevolmente e sembrano pagare un avvio a razzo.
Aver citato il Verona, poi, senza richiamare la striscia di risultati utili consecutivi (con la vittoria di domenica, quattro gare senza sconfitta) è impossibile: non solo perchè, a questo punto, il peggio (5 punti nelle prime sei partite) è davvero messo nel dimenticatoio ma anche per il fatto che aver insistito sulla figura di mister Giuseppe Giannini (a rischio esonero per la prima parte di stagione) si è rivelata mossa vincente.
Pari tra le mura amiche (due 2-2) per Cremonese (contro lo Spezia) e Lumezzane (contro il Como che rimane fanalino di coda a 7). Tra Paganese e Pergocrema ridono solo i lombardi (0-2 convincente) mentre il Sudtirol liquida di misura il Bassano. Decidono di spartirsi la posta (restano, rispettivamente, al terzultimo e penultimo posto con 9 e 8 punti all’attivo) Pavia e Ravenna.
Già finita l’esperienza di Zeman. Esonero annunciato con tanto di comunicato ufficiale. Un attimo, pima di disperarsi. Tutti coloro che, estimatori del boemo, stanno per avere un malore, si rincuorino.
Parliamo infatti del Manfredonia, non del Foggia. Il campionato è quello di eccellenza, non la Prima Divisione. E lo Zeman in questione non è il più noto Zdenek bensì Karel. Non il padre, quindi, ma il figlio. Anch’egli allenatore in Puglia (al Manfredonia dalla scorsa estate).
Lavoro certosino e professionale, gli stessi metodi del papà: elementi che non sono tuttavia bastati per evitare un avvio di stagione disastroso. Un punto in sette partite. La decisione dei vertici del Manfredonia è difficile ma trae spunto dai risultati.
Spal in vetta nella graduatoria di Prima Divisione girone A, Atletico Roma ancora a punteggio pieno nel girone B. Tredici punti in sei partite per gli emiliani (a fronte di 4 vittorie, un pareggio e una sconfitta: la scorsa domenica, 3-1 interno contro la Paganese) mentre i capitolini (la cui sfida contro il Lanciano, in programma la scorsa domenica, è stata rinviata per indisponibilità dello stadio Flaminio) sono fermi a cinque successi in altrettante partite.
Alle spalle del duo di testa, una fitta pattuglia di formazioni: nel gruppo A dell’ex Lega Pro, successo dell’Alessandria (2-0 casalingo contro il Gubbio) che segue i ferraresi a 2 lunghezze; tutto secondo previsioni per Cremonese (1-0 al Lumezzane) e Salernitana (3-1 al Pavia), appaiate al terzo posto in graduatoria (10 punti). Reggiana e Sorrento non vanno oltre il pari (con la Paganese, un trio a 9 punti). Verona fanalino di coda: 5 punti a fronte di tre sconfitte, una vittoria e due pari.
Prima Divisione girone B: il Foggia di Zeman emoziona e diverte (tra caterve di gol fatti e subiti), l’Atletico Roma di Giuseppe Incocciati non perde un colpo.
Zdenek Zeman è sempre lui. Sigaretta alla bocca, sguardo imperturbabile, neanche un pelo sulla lingua, due – tre parole per dire tutto. Se lo osservi, tra la compostezza e la postura impeccabile, capisci in un secondo che è lo stesso di sempre. Squadra corta, pressing e fuorigioco, movimento costante.
Con e senza palla. Allora – giocatori, tifosi, avversari – o ne provi stima incondizionata oppure disprezzo. Per ciò che è e quello che ha rappresentato dal punto di vista sportivo.
Il 4-3-3? Evidente, a fare da collante tra il passato e il futuro calcistico.
Foggia torna il terreno fertile sul quale il boemo ha modo di seminare e raccogliere: autentiche pennellate di calcio spettacolo a cui – per emozioni, capovolgimenti di fronte, mole di palle gol create e subite – viene spontaneo attribuire l’appellativo che rimanda al giro in giostra. Zemanlandia.
Casillo, Pavone e – appunto – l’ex giallorosso: il trio che fece miracoli nei primi anni ’90 si è ricompattato e i rossoneri di Puglia sono diventati l’attrazione della Lega Pro. Le prime cinque giornate dicono: sette punti all’attivo (due vittorie, altrettante sconfitte e un pari), quattordici reti segnate (Marco Sau capocannoniere di girone con cinque reti in cinque gare), tredici incassate, marcia assolutamente positiva in trasferta (su tre incontri, due vittorie e una sconfitta), meno bene nelle partite casalinghe – un pari e una sconfitta – che sono state finora giocate sul neutro di Vasto (per le due giornate di squalifica inflitte al Pino Zaccheria alla fine della passata stagione).
Pensavate forse che l’addio al calcio italiano di Josè Mourinho ci avrebbe risparmiato una buona dose di polemiche? E invece no, perché per un polemico che se ne va ne arriva un altro forse ancora più pungente nelle esternazioni, uno di quelli che non hanno difficoltà ad esprimere a chiare lettere i propri pensieri, giusti o sbagliati che siano.
Parliamo di Zdeněk Zeman, da poco tornato nel mondo del calcio con il suo Foggia e già pronto a lanciare accuse a 360°. L’obiettivo principale delle sue invettive nell’intervista rilasciata a Max è proprio Josè Mourinho, colui che la scorsa stagione ha fatto man bassa di trofei in campo nazionale ed internazionale:
L’Inter di Mourinho ha vinto la Champions giocando l’anticalcio, non da squadra che passa per la migliore d’Europa.
Le ipotesi sulla panchina dell’Inter cominciano a diventare davvero fantasiose. Per aver sparato troppo in alto (Capello, Hiddink e Guardiola), Moratti ora rischia di ritrovarsi senza allenatore, e dover abbassare di gran lunga il tiro. Capello ha detto no, lui resta in Inghilterra fino al 2012 a meno che non venga esonerato, ma vista la grande stima di cui gode Oltremanica, questa è un’eventualità davvero remota. Guardiola per ora non parla di lasciare il Barça e difficilmente Hiddink rescinderà il contratto con la nazionale turca firmato due mesi fa.
Continua senza sosta il processo-Calciopoli, arricchendosi via via di nuovi personaggi, che non mancano di creare confusione in una vicenda di per sé intricata. Qualche giorno fa era salito sul
Ennesima polemica intorno al nome di José Mourinho, solo che stavolta lo Special One è assolutamente innocente, essendo stato tirato in mezzo da un collega che gli somiglia parecchio (almeno
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