La nuova maglia della Nazionale

Faremo fatica a riconoscere i nostri beniamini durante la prossima manifestazione internazionale. E non parliamo solo dei tanti volti nuovi che non hanno mai vestito l’azzurro, ma anche dello stesso azzurro che dovrebbe caratterizzare la nostra divisa, diventato improvvisamente pallido per rendere omaggio alla gloriosa casacca indossata dall’Italia di Pozzo negli anni ’30. Un assaggio della novità lo avevamo già avuto nei mesi scorsi, ma ieri è arrivata la presentazione ufficiale in quel di Coverciano, con Lippi e Gattuso chiamati a far da “modelli”.

E’ un azzurro un po’ più pallido, ma qualsiasi sia il colore, le quattro stelle ci sono e noi vogliamo onorare questa maglia.

Con Lippi ce lo auguriamo anche noi, qualunque siano i toni dell’azzurro o i colori dei calzettoni (marroni per l’esattezza). Intanto c’è da ben figurare nella prossima Confederations Cup (dal 14 al 28 giugno), poi si tornerà a parlare di qualificazioni mondiali, nella speranza di uguagliare proprio l’Italia di Pozzo. Ma a quel punto la maglia della nazionale avrà già ripreso il suo solito azzurro. Intanto voi beccatevi la gallery della casacca scolorita.

Toni rompe il digiuno, mister Lippi fa 31

Serata da ricordare per i colori azzurri, sebbene nella gara di ieri non ci fossero punti in palio o trofei da conquistare. L’ultima amichevole del 2008 regala però motivi di soddisfazione e di orgoglio personale destinati ad entrare nella storia.

Di sicuro fa storia il ritorno al gol di Luca Toni, a secco con la maglia della nazionale dal febbraio scorso ed aspramente criticato agli ultimi Europei per la scarsa vena realizzativa. Un colpo di testa a scacciare i fantasmi e a zittire quanti sperano nell’arrivo di Amauri al centro dell’attacco azzurro.

Un gol da dedicare a se stesso, arrivato nel momento giusto, proprio quando mister Lippi rischiava di vedersi sfuggire il traguardo delle 31 partite consecutive senza sconfitte. Il colpo di testa di Toni ha regalato al tecnico viareggiano un pezzo di leggenda, nonostante l’interessato continui a ripetere che il record conta fino ad un certo punto, se poi non viene accompagnato da trionfi importanti.

Grecia – Italia vale un record

Ci siamo. E’ il giorno della gloria per Marcello Lippi, che stasera in quel di Atene potrebbe raggiungere il record di rusultati utili consecutivi alla guida della nazionale italiana. Per ora è a quota 30 ed un pezzo di gloria è già conquistata, avendo raggiunto il mese scorso Vittorio Pozzo, ct azzurro dei primi due titoli mondiali. Ma stasera l’impresa potrebbe essere completata, Grecia permettendo.

Una partita senza punti in palio, eppure di fondamentale importanza per il tecnico viareggino che non nasconde una certa emozione per il record personale:

Voglio fare 31 partite consecutive senza sconfitte, eguagliare il record di Clemente (Spagna) e Basile (Argentina). Già essere a 30, come riuscì Vittorio Pozzo, è un onore. Arrivare a 31 poi sarebbe davvero importante anche come metro della costante crescita del gruppo.

Olimpiadi 1936: l’Italia oro nel calcio

Si torna a parlare di Nazionale Olimpica sulle pagine di Calciopro a poche ore dall’articolo di stamattina sulladedicato alla squadra che dovrà difendere i colori azzurri, durante la manifestazione che si aprirà venerdì in quel di Pechino.

Stavolta torniamo con un argomento che vuole essere di buon auspicio per i ragazzi di Casiraghi, nella speranza che possano ripetere l’impresa dell’Italia di Pozzo, vincitrice a Berlino nel lontano 1936.

Erano anni difficili per l’Europa intera, con la diffusione del nazionalsocialismo e l’ascesa al potere dell’uomo che voleva cambiare il mondo, eliminando ogni diversità. Berlino si era vista assegnare l’organizzazione del torneo olimpico prima che Hitler divenisse cancelliere del Reich, tanto che inizialmente il dittatore tedesco aveva snobbato la manifestazione, ritenendola “un indegno festival organizzato dagli ebrei”. In seguito però riuscì a comprendere l’importanza dell’evento, non tanto dal punto di vista sportivo, ma da quello puramente politico. Le Olimpiadi di Berlino divennero così strumento di propaganda.

Italia-Ungheria 3-2: il Grande Torino si veste d’azzurro!

In una lista di partite storiche che si rispetti non può mancare la memorabile Italia-Ungheria dell’11 maggio 1947. So che è molto in là nel tempo e la gran parte di noi ne ha avuto notizia solo leggendo riviste d’epoca o ascoltando i racconti di genitori e nonni, ma una formazione che vanta un così gran numero di calciatori, provenienti dalla stessa squadra di club, merita un capitolo in questa rubrica.

Stiamo parlando del Grande Torino che furoreggiava nella seconda metà degli anni quaranta. La nazionale in quel periodo era affidata alle sapienti mani di Pozzo, che aveva il compito non facile di “ricostruire l’Italia” dopo la pausa internazionale dovuta al grande conflitto. In quegli anni non era inusuale che le nazionali si fondassero sui blocchi delle squadre dei club che più vincevano nei rispettivi paesi, ed era abbastanza comune trovare quattro-cinque giocatori appartenenti alla stessa squadra.

Ma quello che riuscì a fare Pozzo in quel giorno di tarda primavera del ’47 ha qualcosa di incredibile, consegnato alla storia come la “Nazionale del Torino”.