Sampdoria: Atzori ad un passo dall’esonero, tifosi imbufaliti e violenti

Doveva essere la squadra ammazza-campionato, ed invece i tifosi blucerchiati continuano a rimanere delusi dopo l’annata ancor più deludente della scorsa stagione. La Sampdoria non solo non vince, ma addirittura perde troppo. L’ultimo episodio è contro la Nocerina, una partita da cui i blucerchiati escono con le ossa rotte, sconfitti e umiliati dai 4 gol subiti dai campani che la spediscono al sesto posto, undici punti sotto quella che sarebbe dovuta essere la sua posizione di diritto.

Per questo le contestazioni sono diventate furibonde, ed i tifosi chiedono la testa di Atzori. Addirittura ieri sera all’aeroporto si è arrivati a quello che vorremmo non accadesse mai, e cioè la violenza contro i giocatori (Palombo addirittura preso a schiaffi, altri giocatori colpiti dai caschi). Una situazione che la società denigra, ma intanto sa che qualcosa deve pur fare.

Italia-Serbia è sospesa

Doveva essere una festa dello sport, ma anche un modo per onorare i quattro militari italiani uccisi in Afghanistan. L’Italia con la morte nel cuore e con il lutto al braccio cercava contro la Serbia altri tre punti per la corsa alla qualificazione agli Europei del 2012. Ma festa non è stata, a causa – come spesso accade – di quattro imbecilli, che hanno deciso di trasformare una partita di calcio in una vera e propria guerra.

Stavolta gli imbecilli sono i serbi, non le decine di migliaia che sono arrivate a Genova per godersi la partita, ma quel centinaio che ha messo le ragioni politiche davanti a quelle dello sport, animando le ore precedenti alla gara con lanci di fumogeni e petardi, sia all’esterno dello stadio che all’interno del Ferraris. Il pullman che doveva portare Stankovic e compagni allo stadio è stato assalito ed il portiere titolare minacciato o colpito. Ma la situazione è degenerata a pochi minuti dall’inizio della gara, quando un tifoso serbo ha tranciato le reti di recinzione, incitando i propri connazionali alla violenza.

L’inizio della gara ovviamente è stato ritardato, mentre la polizia si schierava nei pressi del settore degli ospiti. Alla fine sembravano aver vinto le ragioni dello sport, con le due formazioni che entravano in campo, ascoltavano gli inni ed applaudivano al momento di silenzio per i caduti italiani.

Gabriele Sandri, ultima vittima innocente di un calcio malato

E’ sempre difficile commentare un tragico fatto di cronaca come quello avvenuto ieri cercando di essere completamente obiettivi.
La morte di Gabriele Sandri, tifoso laziale, ucciso con un colpo di pistola da un poliziotto della Polstrada in una situazione ancora da chiarire, ha fatto nuovamente sprofondare il mondo del calcio nel caos, a soli 9 mesi di distanza dall’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti durante gli scontri tra tifosi del Catania e del Palermo.
Cosa significa questo? Forse che tutte le misure ed i provvedimenti presi finora dai governi per arginare il fenomeno ultras si sono rivelati dei palliativi?

L’unica certezza che oggi abbiamo è la forte idiosincrasia di buona parte delle tifoserie verso le forze dell’ordine, in un crescendo di violenze che, francamente, mette paura. Vedere coalizzarsi insieme tifoserie storicamente avverse per andare contro Polizia, Carabinieri o i media è un segnale che deve far riflettere attentamente.
L’impressione è che la morte di questo povero ragazzo sia solo un pretesto per sfogare la propria rabbia contro il sistema Stato, rappresentato dagli agenti, in un periodo in cui il malcontento verso le istituzioni ha toccato il livello più alto degli ultimi anni.