Spalletti, Tare e la vergogna del calcio italiano

Avremmo voluto raccontarvi una storia diversa nella domenica di Pasqua, non per buonismo o per onorare al meglio la festività, ma per la tragedia che ha profondamente toccato il cuore di tutti noi italiani, facendoci riflettere anche sull’opportunità di fermare il carrozzone per un giorno.

E invece, non solo lo spettacolo è andato avanti nonostante tutto, ma quello che è apparso davanti ai nostri occhi è stato quanto di più vergognoso si possa immaginare, in una giornata in cui ci si aspettavano segni di rispetto per un dolore che è diventato di tutti.

Avremmo voluto raccontarvi di esultanze pacate, come quella di Pandev che alzava gli occhi al cielo, quasi a voler dedicare la rete a chi non può più gioire per le sorti della propria squadra; avremmo voluto raccontarvi di gesti di fair play tra giocatori, allenatori, dirigenti. Ma non è così ed ancora una volta ci ritroviamo a dover commentare la tristezza di un ordinario sabato di follia, con risse, minacce, espulsioni e persino aggressioni fisiche. Lo spettacolo più indecoroso ce l’ha offerto il derby capitolino, con ben cinque espulsioni ed una coda polemica consumatasi di fronte ai microfoni di Sky tra Spalletti e Tare, di cui vi proponiamo il video a fine articolo.

Cristiano Ronaldo: Federico Macheda mi somiglia

Abbiamo già avuto modo di definirlo “l’eroe di giornata” per il gol allo scadere che ha consentito ai Red Devils di avere la meglio sull’Aston Villa. Ma Federico Macheda, romano de Roma, classe 1991, proveniente dalle giovanili della Lazio, merita un capitolo a parte nella rubrica dei volti nuovi.

Non sappiamo quanto strada farà il ragazzino, ma quel che è certo è che sulla sponda biancazzurra del Tevere già lo stanno rimpiangendo, mentre sui tabloid inglesi si sprecano paragoni imbarazzanti. Il più gettonato è quello con Cristiano Ronaldo sia per la posizione tenuta in campo che per le qualità tecniche sopraffine. Il portoghese dal canto suo non può che confermare l’impressione degli addetti ai lavori e ammette la somiglianza, ricordando il suo personale debutto con la maglia del Manchester:

Il debutto di Macheda mi ricorda il mio. La sensazione è abbastanza uguale. Ricordo quando ho cominciato a giocare davanti a 70 mila spettatori, non è fecile. Giocai bene e quando ‘Kiko’ ha segnato sapevo cosa stava provando, è stato uno dei giorni migliori della sua vita.

Trapattoni: i miei primi 70 anni

Settant’anni oggi, ma non provate a chiamarlo vecchio, perché il Giuan ha ancora tanto da dare al mondo del calcio. Sua moglie da anni cerca di tirarlo via dal campo di gioco, pregandolo di lasciare l’attività per godersi finalmente una meritata pensione, ma lui, Giovanni Trapattoni da Cusano Milanino, non ne vuole proprio sapere di abbandonare il giocattolo.

La sua ultima avventura si chiama Irlanda, per ironia della sorte avversaria proprio dell’Italia nel girone di qualificazione ai prossimi mondiali. La classifica dice pari punti in vetta al girone, con uno scontro diretto da giocarsi fra una quindicina di giorni. Ed il Trap ci tiene a far bella figura di fronte ai suoi connazionali, ma ancor più vorrebbe regalare agli irlandesi un sogno, dimostrando che la sua fama di vincente non è affatto offuscata.

Eh si, perché nessun allenatore italiano ha un palmares ricco quanto il suo: 10 titoli nazionali in quattro paesi diversi (Italia, Germania, Portogallo e Austria) e con la Juventus tutte le competizioni UEFA per club e la Coppa Intercontinentale.

Pippo Inzaghi fa 300

Non sarà Pelè e neppure Romario, inarrivabili con i loro mille e passa gol, ma da queste parti 300 reti in carriera sono veramente tante. L’eroe della giornata risponde al nome di Filippo Inzaghi, che con la doppietta di oggi al Siena ha raggiunto lo storico traguardo, alla faccia di quanti lo davano per finito e di chi in fase di convocazione guarda solo la carta di identità.

Superpippo ha 36 anni, ma a vederlo battersi sul campo non si direbbe proprio. Certo non c’è più lo scatto del ragazzino né la tenuta atletica per tutti i novanta minuti, ma all’occasione ricorda sempre dov’è la porta e non ha mai perso il vizio del gol. Già, il vizio. Berlusconi disse di lui:

Ha questo vizietto di fare sempre gol, è un vizioso.

Video: Mourinho come Mazinga

Solo contro tutti, come un supereroe che combatte per il bene dell’umanità: questa è l’impressione che dà a volte Josè Mourinho, persino commovente nel tentativo di attirare su di sé

Mourinho attacca, Cobolli Gigli non capisce

E’ in Italia da diversi mesi, ma forse solo in questi giorni si è reso conto di cosa significhi essere l’allenatore della squadra prima in classifica, quella che negli ultimi anni, per un motivo o per l’altro, ha finito per prendere il posto della Juventus, diventando la più odiata d’Italia.

Eh già, caro Mourinho, i primati si pagano in termini di visibilità ed è scontato che ogni “piccolo favore” o, se preferisci, errore arbitrale venga ingigantito, lasciando dubbi sull’onestà di chi dovrebbe garantire la massima imparzialità sul campo di gioco. Le vicende delle ultime settimane (falli di mano, squalifiche mancate, fuorigioco vari e rigori generosi) sono sotto gli occhi di tutti e non si può certo dire che l’Inter sia finita gratuitamente nell’occhio del ciclone, ma lo Special One non ci sta e cerca di spostare l’attenzione su altri particolari, pur di riportare tranquillità intorno alla sua squadra:

A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali.