Finale Champions League: Barcellona – Manchester United 3-1

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Finale della Uefa Champions League edizione 2010/2011
Stadio Wembley, Londra:
Barcellona-Manchester United 3-1
Reti:
27′ pt Pedro (B), 34′ pt Rooney (M), 9′ st Messi (B), 24′ st Villa (B)

Formazioni di partenza
Barcellona (4-3-3): Valdes, Dani Alves, Mascherano, Piqué, Abidal, Xavi, Busquets, Iniesta, Pedro, Messi, Villa. All. Guardiola.
Manchester United (4-4-2): Van der Sar, Fabio, Ferdinand, Vidic, Evra, Valencia, Carrick, Giggs, Park, Rooney, Hernandez. All. Ferguson.

Vincitore della Champions League 2010/2011: BARCELLONA

Barcellona – Manchester United 3-1

Gli occhi del mondo sono una miriade di pupille che, in ogni angolo del pianeta, mettono a fuoco le immagini proiettate dallo schermo. I fortunati, tifosissimi di Barcellona e Manchester United ma anche amanti dello sport, hanno certo avuto il piacere di seguire le gesta delle due migliori squadre europee della stagione che sta per volgere al termine osservando i ventidue in diretta. Stadio Wembley, oltre 90 mila spettatori hanno invaso Londra per dare il là a una festa colorata di rosso, bianco e blu. I colori che contraddistinguono blaugrana e Red Devils. Il viaggio degli spagnoli, evidentemente più lungo se è vero che la tratta Manchester-Londra la si copre in una manciata di tempo, non poteva non richiamare alla memoria l’esodo in massa che, lo scorso anno, vide protagonisti i supporters interisti in procinto di raggiungere Madrid. Avrebbero, nella circostanza, trovato gloria indelebile. A distanza di un anno, il calcio italiano è rimasto a guardare per evidenti demeriti che il campo ha palesato in tutta la sua oggettività. Non c’è il tricolore, nella finale di Champions, con l’auspicio che la pausa coincida con un momento di  purgatorio da archiviare al più presto.

Non ci sono Totti e Del Piero, mancano Milan e Inter ma quella tra Barcellona e Manchester United è una partita che sa incantare a prescindere. Perchè mette uno di fronte all’altro i due tecnici – Guardiola da una parte e Ferguson dall’altra – in grado di scrivere la storia più e meno recente del calcio come nessun altro collega; perchè pone – uno di qua e l’altro di là – nelle rispettive aree di competenza due baby fenomeni che sono baby solo per l’anagrafica ma hanno saputo già essere fenomeni come pochi altri. Leo Messi e Wayne Rooney, in carriera, hanno già vinto tutto: li differenzia il palmares individuale, visto che solo l’argentino a finora vinto il Pallone d’Oro – due di fila – e pare destinato, nel corso degli anni, a fare incetta di trofei; li accomuna, oltre alla qualità tecnica, la circostanza particolare per cui ancora nessuno tra i due ha potuto trionfare con la rispettiva nazionale di calcio. Essenso giovani e belli, come gli eroi di Guccini, hanno evidentemente tempo a disposizione per riuscire anche in quell’opera.

Dieci giocatori del Barça sottoposti a test antidoping

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Non accenna a placarsi la tempesta scatenata dall’emittente madrilena Cadena Cope, che qualche giorno fa aveva lanciato pesanti sospetti sui giocatore del Barcellona, ma anche su chi avrebbe il compito di occuparsi di controlli antidoping. A detta della radio (che citava comunque fonti vicine alle merengues) il Real Madrid era in procinto di chiedere controlli “seri” sui blaugrana, per verificare che fossero realmente a posto con le norme antidoping.

Un’accusa così diretta non poteva non portarsi dietro uno strascico di reazioni, tanto che il Barcellona ha minacciato il ricorso alle vie legali per difendere la correttezza dei propri giocatori. Nel frattempo Florentino Perez, presidente del Real Madrid, si è tirato fuori dalla storia, facendo sapere di non avere nulla a che fare con la vicenda. E fin qui è storia vecchia. La novità è arrivata oggi alla Ciudad Deportiva, quartier generale del Barcellona, dove si sono presentati due ispettori per effettuare controlli a sorpresa su ben 10 giocatori.

A rischio il fair play finanziario?

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Tutti i tifosi sanno che il fair play finanziario inizierà a cambiare il calcio a partire dalla stagione 2012/2013. Per questo tutti i club che vogliono garantirsi un futuro di successo dovrebbero – se non lo hanno già fatto – cambiare il proprio modello gestionale puntando sul settore giovanile, su una riduzione del monte ingaggi e in uno stadio di proprietà.

E’ la creatura del presidente Uefa Michel Platini per dare un futuro ad un calcio avvitato in una spirale di spese senza senso, ma potrebbe anche morire nella culla. O almeno essere applicato con uno o più anni di ritardo.

Champions League

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Champions League

La Champions League è il torneo internazionale più importante d’Europa, a cui partecipano le squadre che, nella stagione precedente, hanno vinto il proprio campionato nazionale, più altre secondo alcuni parametri indicati nei prossimi paragrafi.

Il torneo è organizzato dalla UEFA, la federazione calcistica europea, che gli ha assegnato questo nome nella stagione 1992/93 quando ha introdotto il nuovo formato con i gironi all’italiana, seguito dalle partite ad eliminazione diretta. La competizione infatti era nata molto prima, nel 1955, ma prevedeva soltanto scontri ad eliminazione diretta tra i club vincitori dei campionati europei.

Riunione Ct e nuove regole per il calcio di domani

Si è appena conclusa la riunione di Madrid in cui i commissari tecnici delle 53 federazioni nazionali riconosciute dalla Uefa si sono riuniti per discutere sulla revisione di regole vecchie ed obsolete e per aggiungerne di nuove.

Non si sono trovate soluzioni definitive dato che queste devono essere discusse ed approvate prima in sede Uefa e poi in Fifa, ma alcune proposte sono molto interessanti. Cominciamo con quella che più di altre potrebbe diventare realtà dato che trova d’accordo tutti, dai commissari tecnici alle squadre di club, e cioè cambiare le date delle partite delle nazionali non facendole più giocare al sabato e al mercoledì, ma anticipando tutto di un giorno venerdì-martedì come avvenuto nell’ultima occasione, in modo da concedere un giorno in più ai calciatori per riposarsi.

Vuvuzelas bandite dalla Uefa

Sono state il terrore degli ultimi mesi, ma per fortuna forse non le sentiremo suonare più. Le vuvuzelas, le fastidiosissime trombette che hanno rovinato il Mondiale di Sudafrica a milioni di telespettatori in tutto il mondo, non sbarcheranno in Europa.

A deciderlo è l’Uefa, la quale ha potere soltanto nelle competizioni internazionali, ed ha deciso che questi strumenti, tipici della cultura sudafricana, non devono essere ammessi negli stadi durante le gare di Europa League, Champions League e durante le gare di qualificazione agli Europei del 2012.

Maiorca, troppi debiti: fuori dall’Europa

Una decisione destinata a far discutere è stata presa ieri sera dall’Organo di Controllo e Disciplina dell’Uefa, il quale ha deciso di escludere il club del Maiorca da qualsiasi competizione europea. Il piccolo club spagnolo era riuscito nell’impresa di raggiungere il quinto posto nel difficile campionato della Liga, sfiorando persino la Champions League che è stata vicina per tutta la stagione, e proprio nell’ultimo mese di campionato, quando si fanno i conti e vengono concesse le licenze Uefa, l’aveva ottenuta, seppur con riserva.

Ieri però la sua posizione debitoria, che parla di 60 milioni di buco, è stata rivalutata, e secondo l’articolo 2.07 del regolamento Uefa Europa League, la licenza è stata revocata per inadempimenti societari. In pratica, a causa dei molti debiti, la squadra non potrà partecipare a nessuna competizione internazionale nella stagione che sta per cominciare.

Euro 2016: l’Italia è quasi fuori

Le motivazioni ufficiali sono le solite carenze degli stadi e l’impatto ambientale, quelle vere che però difficilmente l’Uefa ammetterà sono la presenza di Calciopoli, l’assenza della politica e la violenza