Juve: Amauri rifiuta la Turchia e finisce fuori rosa

E non se ne vogliono andare, recitava il titolo di un vecchio film, che trova oggi la migliore reinterpretazione in alcuni giocatori della Juventus, che proprio non ne vogliono sapere di lasciare la Mole Antonelliana per trasferirsi sotto altri cieli. L’attore principale del remake è Amauri, protagonista nelle ultime settimane di un paio di rifiuti eccellenti che hanno indispettito non poco la dirigenza della Juventus.

Il passaggio all’Olympique Marsiglia sembrava cosa fatta, ma l’italo-brasiliano si è opposto con tutte le forze al trasferimento, nella speranza di poter dimostrare a Conte di essere ancora utile alla causa bianconera. Il “no, grazie” del tecnico, anche se non arrivato a mezzo stampa, ha spedito l’attaccante verso il mercato turco, visto che da quelle parti la chiusura delle trattative è posticipata al 5 settembre. Il Trabzonspor ha puntato forte sul capriccioso giocatore bianconero, ma Amauri ha rispedito ancora una volta l’invito al mittente, inguaiando di fatto i piani della Vecchia Signora.

Fatih Terim resta dov’è!

Voleva uscire di scena da Imperatore, essendo riuscito a trascinare la sua nazionale tra le quattro regine d’Europa. Solo ieri lo avevamo dato in partenza, destinazione Italia, pronto ad iniziare

Terim: addio Turchia, ora voglio l’Italia!

A leggere il titolo si direbbe che la Federazione Italiana abbia individuato il sostituto di Roberto Donadoni alla guida della nazionale azzurra. Ma i simpatizzanti di Lippi, possono stare tranquilli, perché l’Imperatore vuole si trasferirsi nel Bel Paese, ma per allenare un squadra di club.

Del resto, dopo l’ottima figura fatta agli Europei, dove è riuscito a trascinare la sua Turchia fino alla semifinale (persa immeritatamente contro la Germania) le offerte non mancano.

A lui piacerebbe il Napoli, ma sembra quasi certo che finirà sulla panchina del Genoa, portandosi appresso Arda Turan, attualmente in forza al Galatasaray.

Aspettando Germania-Turchia

Dopo due lunghi giorni di digiuno ricomincia l’avventura delle quattro regine d’Europa, a caccia del titolo continentale.

Questa sera si alzerà il sipario sulla prima semifinale che vedrà confrontarsi la solita Germania (solita perché abituata a grandi palcoscenici) e la sorprendente Turchia, arrivata fin qui con molta determinazione ed un pizzico di fortuna.

L’opinione comune vuole che la squadra di Fatih Terim abbia ben poche speranze di passare il turno. La fortuna aiuta gli audaci, ma non può durare in eterno, specie se ci troviamo di fronte ad una squadra che fa fatica a mettere insieme 11 giocatori, tra infortuni e squalifiche.

Aspettando Italia-Spagna

Germania, Turchia e Russia: tutte e tre finite al secondo posto nei rispettivi gironi, tutte e tre qualificate per le semifinali di Euro 2008. Non possiamo basarci su un elemento simile per sperare nel passaggio del turno, ma è comunque confortante sapere che non sempre vince chi alla vigilia viene dato per favorito.

D’accordo, prima dell’esordio con l’Olanda eravamo noi i più accreditati alla vittoria finale, ma è bastato qualche minuto di non-gioco per renderci conto che non è sufficiente un titolo vecchio di due anni per far punti. E così, via via i favoriti sono diventati gli altri che vincevano dando spettacolo, mentre noi pregavamo che ci venisse evitato l’ennesimo amaro biscotto.

Ora la favorita si chiama Spagna e non solo per la gara di stasera, ma per la vittoria finale nel torneo. Tanto meglio. Lasciamoli specchiarsi nel loro bel gioco, lasciamo loro credere che sono i migliori, senza proclami di vittoria sicura. Quelli spettano a loro, ad Aragones che invita i propri calciatori a Vincere o morire sul campo, alle pagine dei quotidiani che gridano Vendetta, ricordando ancora Usa ’94.

St. Jakob Park: lifting a tempo di record!

Gli Europei in corso di svolgimento ci hanno offerto la possibilità di scoprire stadi di cui ignoravamo persino l’esistenza, vista la scarsa importanza a livello continentale dei campionati dei paesi ospitanti.

Qualche tempo fa vi abbiamo proposto un mini giro turistico tra gli impianti svizzeri e austriaci, tessendo le lodi degli organizzatori, che sono riusciti in breve tempo a dotare le varie città di strutture all’altezza della situazione.

A quanto pare, però, non tutti hanno fatto i conti con le piogge torrenziali che si sono abbattute nel centro Europa nei giorni scorsi e che hanno condizionato lo svolgimento di alcune gare. Anzi, di una in particolare, che vedeva impegnata la squadra di casa contro la Turchia al St Jakob Park, in quel di Basilea. Lo spettacolo è stato pietoso e, soprattutto nel primo tempo, il campo era al limite della praticabilità, con la palla che faceva fatica a rimbalzare. Un bel problema, visto che il campo in questione è stato scelto per ospitare due quarti di finale ed una semifinale, con il rischio di penalizzare le squadre più tecniche. Ed è per questo che subito dopo la gara tra Svizzera e Turchia si è provveduto alla rizollatura completa del terreno di gioco.

Petr Cech: numero 1 sicuro e affidabile. Quasi sempre!

Ci sono episodi che valgono una carriera. Ci sono gesti atletici, gol, vittorie destinati a rimanere impressi nella memoria, tanto da essere tramandati ai posteri come marchio di fabbrica. Pensate alla rovesciata di Parola, all’urlo di Tardelli, alla serpentina vincente di Maradona, tanto per citarne alcuni.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia, quei gesti che contribuiscono a veder sfuggire un traguardo quando ormai sembrava raggiunto. E questi forse sono ancora più difficili da dimenticare.

Ne sa qualcosa Petr Cech, portiere considerato tra i più forti al mondo, secondo solo a Buffon a detta di molti, che non sta certo vivendo il periodo migliore della sua vita. In questa rubrica ci siamo spesso occupati di numeri 1 fenomenali e un po’ dispiace dover parlare di Cech proprio nel momento peggiore della sua carriera, dopo averlo visto volare da una parte all’altra della porta, alla ricerca di respinte impossibili e parate straordinarie.

Hakan Yakin: eroe svizzero

Ad essere sinceri, non meriterebbe un posto in questa rubrica, solitamente dedicata ai grandi numeri 10, a quelli cioè capaci di incantare le platee con le loro giocate mirabolanti.

Per quanto dimostrato ieri sera, però, un capitolo su Hakan Yakin ci sta tutto e non tanto perché abbia strabiliato con magie da giocoliere, ma perché è riuscito a regalare alla sua Svizzera la prima vittoria in una gara della fase finale degli Europei.

Certo, mi direte che si giocava in un clima da amichevole estiva e che gli avversari non avevano alcun interesse a guadagnare i tre punti, visto che già qualificati come primi del girone, ma il numero 10 si è comunque guadagnato un posto speciale nei cuori dei tifosi svizzeri.