Cambio in corsa ai vertici della Roma, dove il dimissionario Thomas DiBenenedetto è stato sostituito da James Pallotta nel ruolo di Presidente della società capitolina. Al termine del Consiglio di Amministrazione tenutosi oggi, DiBenedetto ha comunicato la propria decisione di lasciare la presidenza del club, considerando ormai esaurito il suo compito:
Thomas Dibenedetto
Totti shock: “penso di andarmene da Roma”
La storia si ripete. Come negli scorsi mesi ad ogni minimo accenno di serenità accade qualcosa che fa rimpiombare l’ambiente della Roma nel più cupo baratro, ecco che ieri sera ci sono ricascati. In occasione della cena di Natale in cui erano invitati tutti i dirigenti ed i giocatori, ne sono successe di ogni colore.
Il primo sussulto si è avuto per l’assenza del presidente, Thomas DiBenedetto. Ma lui era in America, ed a parte la scelta poco delicata di rimanere lontano dalla società, non gli si poteva dir nulla visto che non poteva andare da una parte all’altra del mondo per una cena. Poi ha fatto scalpore l’assenza di Osvaldo (ufficialmente perché sua figlia non stava bene), ed alla fine ciò che ha mandato tutti in tilt è stata la frase di Totti “penso di andarmene”!
Roma: DiBenedetto se ne va, anzi no
E’ stata un tira e molla continuo la giornata di ieri con voci che si inseguivano contrastanti tra Roma e gli Stati Uniti. La prima voce a circolare era quella delle imminenti dimissioni di Thomas DiBenedetto, il tycoon che avrebbe dovuto far diventare grande la Roma. Secondo le indiscrezioni circolate, il magnate americano non era affatto d’accordo con l’ingresso di altri due soci, voluti da Unicredit, che avrebbero ridotto il suo potere all’interno della cordata, e per questo si dice abbia minacciato di andarsene.
A breve giro di lancette è arrivata la smentita proprio da parte della banca, ma la vicenda non è finita qui. Non si è fatto in tempo a far circolare la smentita delle dimissioni da parte di DiBenedetto che subito ne sono spuntate altre, quelle di Michael Ruane e Richard D’Amore, due dei soci italo-americani che hanno acquisito la maggioranza delle azioni del club.
Roma: prende forma la società tra americani e cinesi
Si pensava che la Roma sarebbe diventata a stelle e strisce, ma pare che possa avere anche gli occhi a mandorla. Un mix di culture (e capitali) stanno per raggiungere
Roma, DiBenedetto: “Stadio e Champions in tre anni”
Thomas DiBenedetto, proprietario e presidente della Roma, è in vena di promesse a margine del meeting Leaders in Football. L’imprenditore italo-americano sogna di dare un nuovo stadio alla sua Roma e si impegna a riportare la squadra ai massimi livelli nel giro di tre anni:
Tre anni per tornare in Champions League. Per il nuovo impianto ci siamo dati da 3 a 5 anni, sperando che Roma possa ospitare le Olimpiadi del 2020. Noi puntiamo a uno stadio per il calcio, che abbia i tifosi vicini al campo in modo tale che possano trasferire la propria energia alla squadra. Per il momento condividere lo stadio Olimpico con la Lazio non è un problema. Anche in America succede lo stesso: a New York, Giants e Jets dividono lo stadio.
Roma, DiBenedetto difende Luis Enrique e chiede pazienza
La stagione della Roma non è cominciata sotto i migliori auspici, tra l’eliminazione prematura dall’Europa League ed un avvio di campionato che ha portato in cascina due soli punti in tre partite. I tifosi cominciano ad avere dei dubbi sul progetto, tanto che ieri sera al termine del pareggio interno contro il Siena hanno manifestato il proprio malumore, indirizzando fischi sonori verso Luis Enrique. Il tecnico si è preso la sua buona dose di responsabilità, pur continuando a difendere il proprio lavoro ed in suo soccorso è arrivata oggi la dichiarazione di Thomas DiBenedetto che ha voluto spezzare una lancia in favore dello spagnolo;
Ho piena fiducia nel suo lavoro. Lui e Sabatini si impegnano duramente, come la squadra, per realizzare il nostro progetto. Stiamo cercando uno stile differente e abbiamo tanti giocatori nuovi, gli ci vorrà tempo per integrarsi.
Roma: l’idea dello stadio di proprietà prende forma
Prima ne parlava solo DiBenedetto, affermando che siccome in America tutti i club sportivi avevano un impianto di proprietà, dovesse avercelo anche la Roma. Ma lì per lì non furono in molti a dargli credito, sperando più che quei soldi fossero investiti in una buona squadra che in uno stadio. Ma ora, dopo l’esaltante presentazione dello stadio della Juventus e dopo che ci si è resi conto che un impianto del genere è una miniera d’oro, tutti lo vogliono, ed i giallorossi hanno intenzione di rientrare tra quei club che non devono più pagare l’affitto al Comune.
DiBenedetto intanto, da parte sua, ha mantenuto le promesse fatte al pubblico giallorosso. Ha infatti rifondato l’impianto societario, ha comprato tanti giocatori, tra cui alcuni giovani e interessanti, ed ora che il mercato è chiuso, ecco che fa partire il progetto per lo stadio. Così ieri ha incontrato il sindaco della Capitale Gianni Alemanno per discutere di questo, e nella conferenza stampa seguente il politico è sembrato più che convinto delle parole del magnate americano.
Roma: DiBenedetto vuole uno stadio di proprietà come la Juve
Thomas DiBenedetto e più presente negli affari della Roma, come farebbe qualunque altro proprietario e – dopo essersi palesemente schierato dalla parte di Luis Enrique nella questione della diatriba con capitan Totti – allarga lo sguardo verso l’orizzonte e progetta la Roma del futuro, che non può prescindere dalla costruzione di uno stadio di proprietà. La famiglia Sensi aveva lungamente lavorato in questo senso, ma le difficoltà incontrate erano tante e tali da mandare a mondo la realizzazione del progetto. Il nuovo proprietario dei giallorossi, però, non si rassegna e spera che il sogno possa un giorno vedere la luce:
Siamo in contatto con le autorità competenti e con il Coni, e speriamo che in futuro ci diano la possibilità di avere uno stadio dedicato esclusivamente al calcio.
Roma: DiBenedetto ammira Totti, ma si schiera con Luis Enrique
Acque agitate in casa Roma, dove al gelo tra l’allenatore il capitano si contrappone il clima rovente di una tifoseria che non ha ben digerito l’eliminazione prematura dall’Europa League né la sostituzione di Totti nel ritorno dei preliminari della competizione continentale. Luis Enrique non ha paura delle critiche, mentre il numero 10 si barrica dietro un silenzio che vale più di mille parole. A parlare per tutti è Thomas DiBenedetto, nuovo proprietario del club giallorosso, che rispetta ed ammira Francesco Totti, ma si schiera apertamente dalla parte del tecnico spagnolo:
Io ammiro molto Francesco Totti, è un grandissimo giocatore ed è molto importante per il nostro progetto, ma è l’allenatore che decide chi e quando gioca. Io appoggio l’allenatore al 100%. Ho scelto Luis Enrique per la sua filosofia di gioco, molto simile a quella del Barcellona. Non solo per lo stile di gioco ma anche per l’atteggiamento da tenere dentro e fuori dal campo. Il concetto di squadra per noi è molto importante. E’ quello che fa il risultato. E’ la squadra che vince, non il singolo. Se la squadra lavora insieme e duramente, il risultato non può che essere un successo.
Roma: riprendono i contatti per Nilmar, Pinilla l’alternativa
Sabatini ha avuto l’ok da parte di DiBenedetto per portare a casa due acquisti, e così è ripartita la caccia all’attaccante. Sarebbe Nilmar l’indiziato numero uno di casa-Roma, ma oltre all’ostacolo Villareal che su di lui fa “melina” (né tratta, ma nemmeno rifiuta di trattare), c’è anche il problema dell’extracomunitario.
Deve partire per forza un calciatore non europeo per far arrivare il brasiliano, e tutti sanno che questo dovrebbe essere Barusso. Peccato però che il ghanese proprio nei giorni scorsi abbia rifiutato il trasferimento in un altro club, e questo ha fatto arrabbiare i tifosi, fino a scatenare la solita testa calda che non manca mai che ieri, a fine allenamento, ha preso a calci la sua macchina, al grido “te ne devi andare”.
Roma: preso Stekelenburg, ma slitta ancora il closing
E’ fatta per Marteen Stekelenburg. L’arrivo di ieri di DiBenedetto a Roma ha significato che la società giallorossa ha più soldi in tasca (ricapitalizzazione da 70 milioni di euro), e le garanzie sufficienti a concludere l’affare con l’Ajax. Appena poche ore dopo l’arrivo del miliardario americano, ecco che il portiere olandese ha preso l’aereo ed è sbarcato nella Capitale. Oggi si sottoporrà alle visite mediche e, subito dopo, verrà ufficializzato per la gioia dei tifosi.
Un po’ meno contenti invece i fans possono esserlo sul fronte societario. Non che ci siano pericoli. Le garanzie sono state tutte date e le ultime pratiche burocratiche concluse. Eppure il closing, cioè il momento in cui il contratto che prevede la quota di maggioranza nelle mani degli americani diventa esecutivo, slitta ancora.
Roma tra Nilmar, Stekelenburg ed il closing sempre più vicino
Ormai ci siamo, con l’arrivo di DiBenedetto a Roma si potrebbe sbloccare il mercato giallorosso. In primis infatti, con il passaggio di proprietà al magnate americano, potrebbero arrivare quelle tutele bancarie che l’Ajax chiede per liberare Stekelenburg. Secondo il presidente degli olandesi infatti, l’accordo tra le due società ed il calciatore è ormai cosa fatta, ma per dare l’ufficialità ci vuole la copertura finanziaria che, almeno fino a questa mattina, è venuta a mancare.
In questo modo, con le carte che dovrebbero andare a posto tra oggi e domani, all’inizio della prossima settimana la Roma potrà accogliere il suo nuovo portiere. Ma durante gli stessi giorni potrebbe essere concluso anche il discorso dell’attaccante.
Roma: mancano 17 milioni, e ora chi paga?
Non c’è pace per la Roma, nemmeno adesso che la questione societaria era quasi conclusa. In dirittura d’arrivo infatti, l’Unicredit ha annunciato che c’è un ulteriore buco di bilancio da 17 milioni di euro da coprire, e la proposta è che vengano coperti a seconda delle quote societarie, 60% (10 milioni) da DiBenedetto e 40% (i rimanenti 7) dalla stessa Unicredit.
Un ragionamento che non fa una piega se non fosse che l’imprenditore americano non ci sta. Secondo lui non è corretto che gli venga presentato un conto da pagare più alto di quello stabilito, e per questo ha dichiarato di non voler spendere un solo euro in più di quanto precedentemente pattuito.
DiBenedetto presenta il sogno-Roma
E’ un grande giorno per la sponda giallorossa della Capitale, che ha visto l’arrivo di Thomas DiBenedetto, azionista di maggioranza della Roma, e di Luis Enrique, nuovo allenatore. Il nuovo patron ha messo immediatamente sul tavolo i propri progetti ed ha presentato il sogno della Roma del futuro:
Stiamo cominciando una nuova era che cambierà il mondo del calcio. Abbiamo ambizioni e un sogno condiviso dalla gente di Roma, un sogno che richiederà del tempo per concretizzarsi, ma noi ci lavoreremo alacremente. Stiamo creando le condizioni affinché la squadra possa dare il meglio di se stessa. Il nostro obiettivo primario è quello che avviene sul campo e nelle prossime settimane avremo le idee più chiare sul futuro della squadra. Stiamo inseguendo dei giovani, puntiamo su di loro e dobbiamo avere pazienza se faranno degli errori. Di certo la priorità è creare il miglior team di management, mettendo la squadra al centro di tutto.