Real Madrid – Barcellona 2-1, i blancos vincono la Supercoppa Spagnola

Il Real Madrid Di Mourinho conquista il primo trofeo della stagione, battendo il Barcellona nel ritorno della Supercoppa Spagnola. Al Camp Nou i catalani si erano imposti per 3-2 ed avevano dunque bisogno almeno di un pareggio per alzare il trofeo. Ma la voglia di riscatto dei blancos ha impedito ai blaugrana di regalare a Tito Vilanova il primo titolo da allenatore in carica, dopo i tanti conquistati come secondo di Guardiola.

Liga Spagnola, non si gioca la prima giornata

 Stasera al Camp Nou di Barcellona andrà in scena il ritorno della Supercoppa Spagnola tra Barcellona e Real Madrid, per vedere chi vincerà il primo “titulo”, come direbbe Mourinho. Questo incontro che vede di fronte due formazioni piene di campioni  sarà per almeno due settimane l’unica partita di calcio spagnolo che potremo seguire.

Infatti  le minaccie di sciopero dei giorni passati da parte dei giocatori sono diventate realtà oggi, quando non è stato trovato nessun accordo tra la Lega dei Club spagnoli e i calciatori. E così i campionati della Liga e della Secunda Division non partiranno il prossimo week-end, e potrebbero fare lo stesso anche tra due settimane.  Non è la prima volta in Spagna che questo accade, visto che era già successo nel 1979, nel 1981 e nel 1984. Ma a quei tempi non c’erano ancora le Pay Tv e sicuramente la sospensione del campionato non fece scalpore come oggi.

Messi show, Supercoppa spagnola al Barça

Dopo il 3-1 rimediato nella gara di andata, erano in molti ad attendersi una reazione da parte del Barcellona, troppo brutto per essere vero al cospetto del Siviglia nel primo round della Supercoppa spagnola. Ma stavolta Pep Guardiola ha lasciato poco spazio ai ragazzi della Primavera, recuperando parecchi dei suoi campioni, lasciati a riposo una settimana fa. In campo Messi sin dal primo minuto, così come Xavi, Pedro, Bojan, Piqué e Abidal, mentre continuavano a scaldare la panca Ibrahimovic, Villa (entrato nel corso della gara) ed Iniesta, l’eroe della finale mondiale.

Dall’altra parte, il tecnico del Siviglia cercava di risparmiare le energie, in vista della gara di ritorno dei preliminari di Champions League contro il Braga, e lasciava in panchina sia Luis Fabiano che Cigarini, spedendo addirittura in tribuna Kanouté. Con questi presupposti era logico aspettarsi un dominio quasi assoluto del Barcellona, che, nonostante il risultato penalizzante dell’andata, credeva nella rimonta.

Frédéric Kanouté: Pallone d’Oro africano e campione nella vita!

Tra i due litiganti, il terzo gode, recita il proverbio, che mai come in questo caso sembra azzeccato. L’assegnazione del Pallone d’Oro africano pareva infatti una questione a due tra l’ivoriano Drogba ed il ghanese Essien, che tanto bene stanno facendo con la maglia del Chelsea.

Invece a sorpresa, ma non troppo, il riconoscimento è andato a Frédéric Kanouté, attaccante maliano con passaporto francese, attualmente in forza al Siviglia, che nel suo piccolo stabilisce un record, essendo il primo calciatore nato in Europa ad aggiudicarsi l’ambito trofeo.

E chissà se qualche anno fa, quando gli chiesero di scegliere per quale Nazionale giocare, si sarebbe mai aspettato di poter ricevere il premio più importante del calcio africano a livello individuale! Una scelta di vita, quella di giocare per il Paese dei sui genitori, che è stata ben ripagata, anche se c’è da ammettere che il ragazzo merita ampiamente tutti gli onori che gli vengono resi.

David Beckham verso il Newcastle

Di lui George Best diceva:

Non sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molti gol. A parte questo, per il resto è ok.

Ma se David Beckham è salito sull’Olimpo del calcio mondiale, un motivo ci deve pur essere. Acquistato dal Manchester United ad appena 16 anni, fa il suo esordio in prima squadra dopo la maxi-squalifica che colpì Eric Cantona nella stagione ’94-’95, diventando inamovibile nella squadra di Ferguson. Da allora lo attendeva una serie di successi con la maglia dei Red Devils: 6 campionati, 2 Coppe d’Inghilterra, 2 Supercoppe, una Champions ed una Coppa Intercontinentale.

Un palmares di tutto rispetto per un calciatore molto amato in patria sia dai tifosi della sua squadra che da orde di ragazzine che lo idolatravano per la sua indiscutibile bellezza. Ma proprio questa sua ultima caratteristica fu all’origine dei dissensi all’interno dello spogliatoio, che culminò con Sir Alex in versione lanciatore, mentre il povero David si ritrovò con uno scarpino stampato in faccia. Ciò che gli veniva rimproverato era la sua presenza continua sulle copertine dei giornali, sia per questioni di sponsor che per vicende che riguardavano sua moglie, la Spice Girl Victoria Adams.

Zinedine Zidane e la voglia di tornare

L’ultima immagine che abbiamo di lui è quella che lo ritrae mentre passa vicino alla Coppa del Mondo, in quel di Berlino. Zidane china la testa e passa oltre, quasi a salutare un sogno cullato a lungo. Materazzi a terra dolorante, l’arbitro accerchiato dai giocatori, il pubblico che fischia e che non riesce a spiegarsi come mai quel campione possa essersi macchiato di una colpa così grande.

L’Italia alzerà la sua Coppa nella notte dell’Olympiastadion , mentre molti ancora oggi si chiedono che cosa sarebbe cambiato se Zizou non avesse lasciato anzitempo il terreno di gioco. Fantacalcio, discorsi privi di logica, perché la storia non si fa con i “ma” e con i “se”, ma certo lui avrebbe sperato di concludere in modo diverso la sua carriera di calciatore.

Una vita sui campi ad incantare il pubblico con mirabolanti giochi di prestigio, dagli esordi nel Bordeaux alle grandi vetrine internazionali che gli offrirono prima la Juventus e poi il Real. Palmares ricco per il trasalpino che può vantare la conquista di tre campionati (due in Italia ed uno in Spagna), due Supercoppe Spagnole ed una Supercppa Italiana, un Campionato del Mondo, un Campionato d’Europa e due Confederation Cup, oltre ai riconoscimenti a livello individuale (tre Fifa World Player ed un Pallone d’Oro).