Suicidio Speed: l’Assocalciatori invia opuscolo anti-depressione agli ex calciatori

Il suicidio di Gary Speed, ex calciatore e fino ad una settimana fa ct del Galles, ha avuto una forte eco in Gran Bretagna dove l’evento ha colpito molti suoi colleghi. Già dopo il suicidio di Enke, il portiere della nazionale tedesca, avvenuto due anni fa, fu stampato un opuscolo di 36 pagine in cui si spiegava agli ex atleti come riconoscere i sintomi della depressione e cercare aiuto prima che fosse troppo tardi. Quell’opuscolo evidentemente non è arrivato a casa di Speed, e per questo l’Associazione dei Calciatori britannici ha deciso di inviarlo a tutti i suoi iscritti.

Si tratta di qualcosa come cinquantamila persone che riceveranno la guida per “evitare il suicidio”, e per farsi aiutare in caso di crollo psicologico a cui spesso i calciatori sono soggetti.

Adriano ha pensato al suicidio, ma a Roma rinascerà

Sapevamo tutti che Adriano all’Inter stava male, ma arrivare a pensare al suicidio è davvero troppo. Ad ammetterlo è stata mamma Rosilda, madre dell’Imperatore intervistata dalla Gazzetta dello Sport. Il problema è nato tutto con la morte di suo padre, che Adriano non ha mai superato. E’ andato in depressione, ha cominciato a non rendere a dovere e gli sono piovute addosso critiche in patria ed in Italia.

Un giorno, quando era ancora in Italia, mi chiamò e mi disse che non ce la faceva più, che voleva smetterla con il calcio. Mi confessò che stava pensando al suicidio. E io gli dissi di agire con il cuore, perché nulla è più importante della sua felicità. E se per ottenerla doveva rinunciare al calcio, nessun problema.

Paul Gascoigne vuole morire

Da qualche mese non ne seguivamo più le vicende, convinti che lo show sul treno per Newcastle fosse solo un episodio isolato. E invece il nostro caro Paul Gascoigne non

Pessotto racconta il suo dramma

Era il 27 giugno 2006. L’Italia era incollata alla tv per seguire le sorti della Nazionale Italiana, impegnata nel Mondiale tedesco alla ricerca del suo quarto titolo. Ma quel giorno un’altra notizia “sportiva” fece rapidamente il giro dei palinsenti, occupando persino le pagine di cronaca: Gianluca Pessotto, ex giocatore della Juventus, era volato giù dal tetto della sede della società bianconera, tentando di togliersi la vita.

Un gesto insiegabile che gettò nello sconforto il mondo del pallone, specie chi con con lui aveva condiviso gioie e dolori all’interno dello spogliatoio nei tanti anni di militanza in maglia bianconera. Tra questi, Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale di Lippi, che appena ricevuta la notizia abbandonò incredulo la conferenza stampa. Poi tante manifestazioni d’affetto nei confronti del difensore bianconero, tanti striscioni che lo invitavano a non mollare, tante e tante visite all’ospedale torinese che lo ospitava. E poi ancora il lento recupero ed il “nuovo esordio” nel mondo del calcio, nelle vesti di team manager della Juventus.

Da quel triste giorno sono passati più di due anni ed ora che tutto è alle spalle, Gianluca è pronto ad affrontare l’argomento-suicidio, raccontandosi davanti alle telecamere di “La storia siamo noi”, in onda questa sera su Rai2.