Serie A 2012/2013, Atalanta

Lo scorso anno l’Atalanta è stata una delle sorprese del campionato. Se non fosse stato per la forte penalizzazione subita per il problema con Doni, probabilmente sarebbe arrivata in Europa League. Quest’anno, anche se ufficialmente è la salvezza l’obiettivo, non è detto che non ci possa provare. La formazione è cambiata poco, e l’unico dubbio rimane sull’eventuale partenza di Peluso che lascerebbe un gran vuoto a sinistra, ma si può affermare che per com’è adesso, la rosa è sicuramente di ottimo livello.

Serie A 2011/2012: conosciamo l’Atalanta

Prima di presentare l’Atalanta, che per ordine alfabetico sarebbe dovuta essere la prima squadra del nostro elenco, abbiamo voluto attendere il secondo grado di giudizio della Giustizia Sportiva perché questo cambia molto. A seconda infatti se fosse stata condannata o prosciolta, l’Atalanta si sarebbe potuta muovere sul mercato, e la “mazzata” arrivata ieri non farà altro che rendere tutto più difficile.

Certo, non è una tragedia, molte squadre con 6 punti di penalizzazione si sono poi salvate, ma a pesare sarà il fattore psicologico e, soprattutto, l’assenza di capitan Doni, uno di quelli che fanno la differenza nonostante i 38 anni. Questa spada di Damocle ha anche condizionato il mercato nerazzurro che, come vedremo, è stato davvero scarno.

Calcio scommesse, Signori e Colantuono contestano le squalifiche

Foto: AP/LaPresse

Mano pesante del procuratore federale Stefano Palazzi nei confronti di alcune società e di molti protagonisti del calcio italiano, nell’ambito della vicenda denominata scommessopoli, che sta infuocando l’estate nostrana. Tra i club maggiormente colpiti c’è l’Atalanta, penalizzata di sette punti e privata del suo capitano, Cristiano Doni, per tre anni e sei mesi (l’equivalente di una squalifica a vita, considerando i 38 anni del calciatore) e di Thomas Manfredini per tre anni.  La prima reazione alla richiesta di Palazzi arriva dall’allenatore degli orobici, Stefano Colantuono, che parla di un vero e proprio massacro:

Noto che il massacro mediatico sta continuando. Siamo tartassati, anche sui giornali di stamattina ho letto di pene esemplari e roba simile. Ma a quelli che sembra stiano aspettando la nostra morte dico: la A, se la volete, provate a conquistarvela stravincendo il campionato di B come abbiamo fatto noi. Gambe e piedi sono sul campo, ma la testa è per forza sempre lì. I miei giocatori meritano solo un plauso per la professionalità, l’impegno e l’abnegazione che continuano a metterci nonostante tutto.

Palermo: via Colantuono, arriva Ballardini

Una sola gara di campionato, un gol fatto, tre subiti: tanto è bastato al vulcanico Maurizio Zamparini per togliere il giocattolo dalle mani di Colantuono ed affidarlo in quelle di Davide Ballardini. Il giocattolo in questione si chiama Palermo, che tanto bene ha fatto nella scorsa stagione, quando aveva cominciato la propria avventura proprio con il tecnico romano, per poi passare agli ordini di Guidolin e poi ancora a Colantuono.

E’ un rapporto conflittuale quello che lega il patron rosanero ai propri allenatori, se è vero che in vent’anni di militanza nel calcio (tra Venezia e Palermo) ha provveduto a ben 27 esoneri (forse un record a livello mondiale).

Stavolta a farne le spese è Stefano Colantuono, già aspramente criticato all’indomani di Udinese-Palermo, colpevole a detta del presidente di aver sbagliato tattica di gioco. Nessuno poteva immaginare però che l’allenatore fosse a rischio licenziamento, non prima dela ripresa del campionato e dell’incontro in casa con la Roma di Spalletti (altro ex dipendente di Zamparini, esonerato per ben due volte ai tempi del Venezia).