E’ giusto chiudere gli stadi?

L’ideale sarebbe evitare di parlarne, perché se quello che volevano era un po’ di visibiltà, gliene stiamo concedendo fin troppa. L’argomento però è scottante e sta coinvolgendo l’intero Paese, tanto da occupare le prime pagine dei giornali e le aperture dei tg. Parliamo naturalmente del tifo violento, di quanto successo domenica scorsa nelle strade di Roma e delle misure prese dal Ministro Maroni per correre ai ripari.

Nella giornata di ieri tutto il mondo dello sport si è sentito in diritto di dire la sua sull’argomento e non sono mancate reazioni politiche al diktat di Maroni.

Il primo a far sentire la sua voce, perché interessato in prima persona, è stato il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, schieratosi in difesa dei suoi tifosi (la parte sana), gravemente danneggiati dal divieto di seguire il Napoli in trasferta. Di fronte poi all’eventualità di chiudere il San Paolo nella prossima gara di campionato contro la Fiorentina, si è detto assolutamente contrario.

Stadio San Paolo: il cuore di Napoli!

Terzo stadio italiano per capienza ed importanza, dopo il Meazza di Milano ed l’Olimpico di Roma, il San Paolo di Napoli rappresenta quanto di meglio possa offrire a livello di strutture sportive il nostro mezzogiorno.

La costruzione risale al 1959 ed inizialmente il progetto prevedeva un solo anello, quello superiore, raddoppiato poi con l’aggiunta di un altro al di sotto de livello stradale, per problemi legati alla capienza. Le tribune erano costruite in marmo, come nella maggior parte degli stadi che videro la luce in quell’epoca e solo dopo varie opere d ristrutturazione ha assunto l’aspetto attuale.

Deve il suo nome ad un episodio di carattere storico-religioso, secondo il quale San Paolo avrebbe raggiunto le coste italiane attraccando proprio a Fuorigrotta, la zona in cui sorge l’impianto.