Sampdoria-Genoa: la Lanterna si illumina per il 99esimo derby

Ferve l’attesa in città,  Sampdoria-Genoa è il match che tutti i tifosi aspettano dall’inizio della stagione. Sarà un Marassi gremito quello che si appresta ad affrontare il derby. La squadra di Mazzarri vuole ripetere l’expolit dello scorso anno, quando un gol di Maggio a pochi minuti dalla fine gli consegnò i tre punti.

Inoltre Cassano e compagni vogliono subito ripartire dopo la brutta sconfitta di Coppa Uefa contro lo Standard Liegi. I blu cerchiati non stanno attraversando un grande momento di forma, in tre gare compreso l’Uefa, hanno racimolato soltanto un pareggio contro lo Stoccarda. Poi la sconfitta di Cagliari e quella di Liegi hanno rimesso in discussione la panchina di Mazzarri.

Ancora, per gli amanti delle statistiche, la Sampdoria in casa non ha mai perso, ed il Genoa in trasferta non è ancora riuscito ad ottenere i tre punti. Tutto scontato quindi? Neanche per idea, il derby si sa, vede sempre la squadra meno favorita trionfare, come accaduto anche nel derby della Capitale. Super sfida tra Antonio Cassano e Diego Milito.

Luigi Ferraris di Genova: uno stadio “inglese”

E’ uno degli impianti più antichi d’Italia, qualcuno dice anche tra i più belli, o comunque tra quelli in cui si può godere meglio godere dello spettacolo sportivo. Stiamo parlando del Luigi Ferraris di Genova, la cui costruzione viene fatta risalire al 1909. Poche le documentazioni dell’epoca relative alla messa in opera dei lavori. L’unica certezza è che lo stadio venne inaugurato il 22 gennaio 1911 con la gara tra Genoa ed Internazionale.

Quattro mesi dopo lo stadio Marassi divenne definitivamente la casa del club rossoblu, che fino ad allora giocava le partite interne anche sul Campo di San Gottardo.

Inizialmente la capienza dell’impianto era di 20.000 spettatori e solo in seguito si apportarono delle modifiche per l’ampliamento e la costituzione di una struttura all’altezza dei club di serie A.

Samp-Juve 3-3: Del Piero capocannoniere (per ora)

E’ giunta l’ora! Oggi finalmente conosceremo il nome della Regina del campionato, in un duello a distanza che correrà per novanta minuti sull’asse Parma-Catania. Di fronte alla lotta scudetto tutto passa il secondo piano, persino una gara giocata in anticipo per non “disturbare” la visita del Papa a Genova.

Ma Sampdoria e Juventus ce l’hanno messa tutta per attirare l’attenzione sullo stadio Marassi, giocando una gara a viso aperto, in cui i punti in palio non servivano a muovere una classfica già pienamente soddisfacente per entrambe.

Alla fine il campo dirà 3-3 ed il risultato rispecchia in pieno una gara ben giocata e ricca di emozioni, con tre rigori assegnati e magie da una parte e dall’altra che valevano, come si suol dire, il prezzo del biglietto.

Antonio Cassano e l’ultima cassanata

Bisognerebbe tacere e non concedergli più importanza di quanta in realtà ne meriti. Bisognerebbe smetterla di giustificarlo e coccolarlo, come se fosse un talento da far crescere sotto una campana di vetro, impedendogli di confrontarsi con la realtà. E invece c’è ancora chi lo difende, che si ostina a non prenderlo faccia a faccia, dicendogli: “Cassano, ora hai veramente stufato!”.

La cronaca. E’ il 42′ del secondo tempo in quel di Marassi, il risultato è fermo sul 2-2 e ci si avvia verso la conclusione di una bella gara, giocata a viso aperto da Sampdoria e Torino. Cassano finora ha giocato bene, rendendosi protagonista di giocate all’altezza della sua fama e segnando il gol del definitivo pareggio, con una stoccata dal limite dell’area.

Ma evidentemente gli applausi ricevuti finora non gli bastano. Pretende di più, vuole diventare il protagonista principale del pomeriggio genovese. E così, quando l’arbitro gli fischia un fallo contro in attacco, lui reagisce mandandolo a quel paese e beccandosi una sacrosanta espulsione diretta. Fin qui, potremmo pure starci: quanti ne abbiamo visti di giocatori irrispettosi, che usano parole poco oxfordiane nei confronti del direttore di gara?