Mondiale 2010: conosciamo la Slovacchia

La Slovacchia è una delle poche nazionali a disputare un campionato del Mondo per la prima volta della sua storia. E’ una nazione piuttosto giovane, e così la partecipazione al torneo è motivo d’orgoglio che potrebbe dare quella spinta in più a giocatori non molto talentuosi, ma con una carica sorprendente. La squadra di Weiss questa forza l’ha dimostrata sin dal girone di qualificazione, dove a sorpresa ha eliminato squadre ben più navigate come Polonia e Repubblica Ceca, ed ha preceduto anche la Slovenia, una nazionale di tutto rispetto.

Per noi italiani dire Slovacchia significa dire Marek Hamsik, centrocampista napoletano di talento tra i più interessanti al mondo. Ma la sua nazionale, che pur si incentra su di lui, non si ferma qui. Calciatori interessanti ce ne sono, come ad esempio il difensore del Liverpool Skrtel, o il centrocampista del Manchester City (nonché figlio dell’allenatore) Vladimir Weiss, o l’attaccante del Lille Vittek.

Mondiale 2010: conosciamo l’Honduras

L’Honduras è alla sua seconda partecipazione alla Coppa del Mondo, dopo la toccata e fuga del 1982, quando non riuscì neppure a passare il girone. Da allora la Bicolor non è si è più affacciata sul palcoscenico mondiale, limitando le sue uscite internazionali alla Concacaf, a volte con discreti risultati.

Il cammino verso Sudafrica 2010 è stato altalenante per l’Honduras, che ha superato nel primo turno il Porto Rico, per ritrovarsi poi a vincere il girone con Messico, Canada e Giamaica. Nel girone unico con Stati Uniti, Messico, Costa Rica, El Salvador e Trinidad & Tobago, invece, non ha entusiasmato, riportando anche diverse sconfitte, ma riuscendo ugualmente a piazzarsi terzo ed a strappare il biglietto per il mondiale.

Mondiale 2010: conosciamo il Cile

Per trovare il miglior piazzamento del Cile in un campionato del mondo occorre tornare al 1962, nell’edizione disputata tra le mura amiche, quando – non senza favori – la Roja riuscì a salire sul terzo gradino del podio. Prima e dopo, solo magre figure o addirittura la casella vuota alla voce qualificazione, fino al 1998, allorché il Cile riuscì per l’ultima volta a partecipare ad una kermesse mondiale.

Ora ci riprova e scommette sulla nuova generazione di “fenomeni” che pian piano vanno uscendo dai confini nazionali per giocare qua e là in giro per il mondo e che hanno permesso al Cile di qualificarsi come seconda nel girone sudamericano, ad un solo punto dal Brasile capolista.

Mondiale 2010: conosciamo la Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda è la Cenerentola del Mondiale di Sudafrica. E’ infatti una delle squadre più in basso nel ranking Fifa (78esimo posto) ed è stata l’ultima, in ordine cronologico, a qualificarsi al torneo dopo lo spareggio con l’altra sorpresa dell’anno, il Bahrain.

A differenza dei cugini del rugby All Blacks, gli All Whites del calcio non incutono nemmeno in piccola parte lo stesso timore. La nazionale neozelandese è considerata tra le squadre materasso del Mondiale, visto il basso livello del calcio nel Continente oceanico, tanto da far “migrare” l’Australia nel più competitivo girone asiatico.

Mondiale 2010: conosciamo la Svizzera

La Svizzera non è mai riuscita a fare molta strada nelle precedenti edizioni della Coppa del Mondo, raggiungendo i quarti di finale solo nel ’34, nel ’38 e nel ’54. Durante l’ultima kermesse in terra tedesca, il passaggio del girone come prima classificata (davanti alla Francia) aveva fatto ben sperare per i rossocrociati, che però si erano dovuti arrendere alla lotteria dei rigori contro l’Ucraina negli ottavi di finale.

Non andò meglio due anni dopo durante gli Europei giocati in casa, dove la Svizzera non riuscì neppure a qualificarsi per il turno successivo. E’ per questo che la squadra, ora affidata a Ottmar Hitzfeld, ha una gran voglia di riscatto e punta quantomeno a superare il girone, ripetendo gli exploit (si fa per dire) degli anni ’30 e ’50.

Mondiale 2010: conosciamo la Spagna

La Spagna è campione d’Europa in carica, ma a livello mondiale non ha mai entusiasmato, tanto che per trovarla tra le prime quattro classificate occorre tornare addirittura al 1950, quando venne battuta nella finalina dalla Svezia nella kermesse brasiliana. Da allora le Furie Rosse non hanno mai raggiunto le vette del calcio planetario, accontentandosi spesso del marchio di belle e perdenti.

Ma un paio di anni fa la situazione è improvvisamente cambiata, quando Luis Aragones si ritrovò tra le mani una delle formazioni più forti della storia calcistica iberica, che riuscì ad unire il lato estetico con il cinismo, assicurandosi la vittoria nel torneo continentale.

Mondiale 2010: conosciamo il Paraguay

La nazionale paraguaiana non ha una grande storia, e forse questo può portare i più a pensare che sia un avversaria facile da affrontare. Eppure la sua rosa comprende nomi importanti, ma soprattutto si può dire che sia una vera e propria squadra, una di quelle nazionali che fanno dell’unità il proprio punto di forza, e per questo tutt’altro che semplici da battere.

Forse proprio questa sua carenza di campioni di altissimo livello potrebbe trasformarsi in un punto di forza, intorno al quale Gerardo Martino ha costruito il suo gioco. Il Paraguay è probabilmente la nazionale più “squadra” del Sudamerica, e questa sua solidità l’ha portata al primo posto nel girone di qualificazione sin dalla prima giornata, praticamente quasi fino alla fine, quando a qualificazione già acquisita ha mollato e si è fatta sorpassare solo da un certo Brasile.

Mondiale 2010: conosciamo il Portogallo

Un terzo ed un quarto posto, rispettivamente del ’66 e nel 2006: questi i migliori piazzamenti del Portogallo nelle kermesse mondiali. Per il resto si tratta solo di caselle vuote alla voce qualificazione o di eliminazioni al primo turno, senza neppure passare il girone. Il problema dei lusitani è che da sempre hanno avuto delle grandi individualità (basti pensare ad Eusebio o a Cristiano Ronaldo), ma non una squadra tale da supportare l’estro dei campioni.

Quest’anno la nazionale portoghese è riuscita a strappare il biglietto per il Sudafrica non senza sudore, considerando che nel girone di qualificazione ha inanellato una serie di pareggi  e sconfitte, prima di riprendersi nelle gare finali per guadagnare il secondo posto alle spalle della Danimarca. Poi il sorteggio ha voluto che nei play off Ronaldo & C. trovassero la Bosnia Herzegovina, squadra non certo espertissima in campo internazionale, ed hanno quindi raggiunto la qualificazione con un doppio 1-0.

Mondiale 2010: conosciamo la Corea del Nord

Pak Doo Ik, chi era costui? Chi ha qualche anno in più sul documento di identità lo ricorderà come il dentista più famoso della storia, colui che fece pagare un conto salatissimo all’Italia, buttandola fuori dai Mondiali del 1966. Fu quella la prima ed unica partecipazione della Corea del Nord ad una kermesse mondiale, con un risultato “storico”, considerando che riuscì a qualificarsi per i quarti di finale, per essere poi battuta dal Portogallo.

In terra sudafricana si ritroverà di fronte nuovamente i lusitani, oltre al Brasile ed alla Costa d’Avorio, e almeno sulla carta dovrebbe fungere da squadra materasso, tornandosene a casa dopo il girone di qualificazione. Ma la sua forza potrebbe essere proprio la scarsa notorietà dei suoi elementi (solo due giocano al di fuori dei confini nazionali) e chissà che non possa rappresentare una sorta di scheggia impazzita.

Mondiale 2010: conosciamo l’Italia

Il titolo “conosciamo l’Italia” potrebbe sembrare superficiale. Tutti conoscono la nazionale azzurra. O almeno così pensano. Infatti andando ad indagare, saranno davvero pochi quelli che hanno un’idea chiara di come giocherà l’Italia nel prossimo Mondiale, ed un motivo c’è: probabilmente Lippi non l’ha ancora deciso.

I moduli sono tanti, classico 4-4-2, il tridente oppure quello che più va di moda ultimamente, il 4-2-3-1, e probabilmente non ci sarà nemmeno un modulo fisso, visto che verrà adattato ad ogni esigenza. Una cosa però appare certa, e cioè che l’Italia di oggi non offre quella solidità e quella sicurezza che poteva dare nel 2006. Ripetere l’annata trionfale sarà dura, perché mancano molti giocatori chiave come Totti, ma anche quelli da cui ti puoi aspettare di tutto come Del Piero, ed a questo si aggiunge il fatto che l’ossatura della squadra ha 4 anni in più rispetto alla precedente edizione, e questo nel calcio conta molto.

Mondiale 2010: conosciamo la Costa d’Avorio

La Costa d’Avorio si presenta al prossimo mondiale con l’intenzione di migliorare almeno la posizione raggiunta quattro anni fa in terra tedesca, quando venne eliminata al primo turno, riportando una vittoria e due sconfitte. Del resto il calcio ivoriano ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, affidandosi all’estro di parecchi suoi elementi che giocano in Europa ad altissimi livelli, a cominciare da quel Didier Drogba che nell’ultima stagione si è laureato capocannoniere in Premier League.

Vero è che nell’ultima uscita continentale (la Coppa d’Africa dello scorso inverno) la Costa d’Avorio non ha entusiasmato e, pur partendo tra le favorite, è stata buttata fuori nei quarti di finale. Ed è per questo che la federazione ivoriana ha deciso di dare una svolta all’ambiente, scegliendo un allenatore esperto come Sven Goran Eriksson, già ct dell’Inghilterra e del Messico e allenatore di diversi club prestigiosi.

Lo svedese si ritroverà ad allenare diverse stelle del calcio europeo, come Yaya Touré del Barcellona, Salomon Kalou del Chelsea, oltre al già citato Drogba e dovrà cercare di costruire una squadra intorno alle tante buone individualità. Le probabilità di passare il primo turno sono scarse, considerando che nello stesso girone ci sono Brasile e Portogallo (oltre alla Corea del Nord), ma le squadre africane hanno già dimostrato in passato di poter infastidire chiunque e chissà che la Costa d’Avorio non possa rivelarsi la mina vagante del girone.

Mondiale 2010: conosciamo il Camerun

Il Camerun è una di quelle squadre che fanno apprezzare il calcio africano, e che lo rispecchiano pienamente. Tanta corsa, forza fisica e qualche calciatore di qualità fanno della nazionale dei “leoni indomabili” una delle più temibili a livello africano, ma di cui stare attenti anche a livello internazionale.

Dopo la mancata qualificazione al Mondiale del 2006 a causa della lotteria dei calci di rigore, la nazionale di Eto’o si considera la più forte dai tempi di Roger Milla, bandiera della squadra per quasi un trentennio. Ma a differenza di quella nazionale degli anni ’80 in cui la qualità scarseggiava, nomi importanti vengono messi agli ordini di Paul Le Guen, uno degli allenatori emergenti più apprezzati a livello mondiale.

Mondiale 2010: conosciamo il Giappone

Se si parla di calcio asiatico, non può non venire alla mente la nazionale giapponese. Di certo è una delle più forti, se non la più forte, della storia del Continente, avendo vinto tre delle ultime 5 edizioni della coppa d’Asia, eppure tutto questo rispetto la nazionale giapponese non sembra suscitarlo in questo Mondiale.

Il vero motivo potrebbe essere che il suo giocatore più rappresentativo, l’ex centrocampista di Roma e Perugia Hidetoshi Nakata non ci sarà, visto che ha deciso di ritirarsi a soli 29 anni dopo aver disputato ben 3 mondiali, e i suoi compagni non sembrano all’altezza della situazione. Nemmeno il ct, Takeshi Okada, suscita così tanto entusiasmo, visto che non è mai uscito dal Giappone (calcisticamente parlando), e dal 2007, da quando cioè guida la nazionale giapponese, è andato male nella competizione continentale ed ha rischiato di dover disputare i play-offs per qualificarsi al Mondiale, preceduto nel girone dall’Australia e messo in pericolo addirittura dal Bahrain.

Mondiale 2010: conosciamo il Brasile

Dici Mondiali e pensi al Brasile, unica compagine ad aver partecipato a tutte le edizioni della Coppa del Mondo dal 1930 ad oggi. Con i suoi cinque trofei conquistati è anche la nazionale più titolata ed è per questo che alla vigilia di ogni kermesse mondiale viene inserita nella lista delle favorite per la vittoria finale. E’ così anche quest’anno, sebbene il ct Carlos Dunga sia stato duramente attaccato in patria per le esclusioni illustri, come quelle di Pato e Ronaldinho, ad esempio, il secondo dei quali non presente neanche nella lista delle “riserve”.

Il ct brasiliano, però,  non si è lasciato condizionare dalle pressioni della stampa, forte del primo posto ottenuto nel girone di qualificazione (9 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte) e di convinzioni personali che lo hanno portato a scegliere anche giocatori poco utilizzati a livello di club o molto criticati nella stagione appena conclusa. Parliamo ad esempio del romanista Julio Baptista che nella Roma ha giocato solo una manciata di gare, partendo raramente da titolare, o di Kakà, che viene da una stagione non certo esaltante con la maglia del Real Madrid, o ancora di Felipe Melo, che nella Juve ha collezionato più figure barbine che gettoni di presenza.