Fallimento Foggia e Spal, si spera nella D

 

Archiviata la bella favola degli Europei, che per qualche settimana ha concesso all’Italia intera di vivere un sogno facendoci cosi distrarre dalla realtà, si torna fare i conti con i fatti di casa nostra. Infatti la quotidianità ha messo molte città di fronte alla più terribile delle realtà ossia il fallimento, che ogni estate puntuale, vestendo i panni della celebre mietitrice, con la sua scure elimina dalla cartina del calcio professionistico società ormai storiche come accaduto in questo caldo ma al tempo stesso triste mese di luglio.

Lega Pro: Foggia e Alessandria, il calcio è spettacolo

Foto: AP/LaPresse

In disordine. Riflessioni a margine del tredicesimo turno di Prima Divisione: si parte da Foggia solo perchè lo spettacolare poker degli uomini di Zdenek Zeman (Agostinone, Kone, Sau e Insigne) riesce a un tempo a strappare applausi scroscianti tanto ai pugliesi quanto agli amanti del bel calcio e a agitare le acque in casa umbra. Ternana sotto l’occhio del ciclone: il day after suggerisce alla società l’esonero di Fernando Orsi salvo rimescolare – qualche ora più in là – le carte e riconsegnare la squadra all’ex estremo difensore. Si arriva ad Alessandria, poi, perchè il mese di novembre sta consacrando il Piemonte pallonaro: così e così – ma con ampi segnali di crescita – la Juventus, alla grande Novara e – per l’appunto – Alessandria.

Scontro diretto tra titani appena archiviato: si è disputata Alessandria-Salernitana e la vittoria dei padroni di casa è stata netta. Perentoria. Accade tutto nella ripresa ma il 3-1 con cui i locali liquidano i campani non è mai stato in discussione: il momentaneo pareggio di Fava e compagni è resistito 5′, giusto il tempo che Damonte aggiustasse la mira e che Scappini, prese le misure agli avversari, chiudesse i conti. Nè i rossoneri di Zeman nè gli uomini di Maurizio Sarri guidano i rispettivi gironi ma – un passo alla volta, un gol dietro l’altro, modestia e abnegazione – si stanno affacciando verso le posizioni di vetta. Più lineare il compito dei piemontesi, le cui ambizioni hanno modo di crescere a poco  a poco; più complesso quello del Foggia che – per blasone, società, allenatore – può nascondersi molto meno.

Lega Pro: Salernitana e Lanciano, altro che outsiders

Alessandria e Spal in vetta al girone A di Lega Pro con la Salernitana che insegue a un punto; Atletico Roma (imbattuta, 18 punti in sei partite) a precedere un terzetto composto da Taranto, Benevento e Lanciano nel girone B.

GIRONE A. Mentre il Pergocrema riesce a frenare (1-1) la corsa della Spal, sono i piemontesi dell’Alessandria ad agganciare la cima dopo la vittoria esterna contro il Sudtirol. Per il resto, imponenti successi di Gubbio (4 pappine al Monza tra le mura amiche) e Sorrento (anche per i campani, successo domestico, 3-0 sul Como).

Posta spartita per Paganese e Ravenna, Lumezzane e Reggiana, Pavia e Bassano. Si affaccia con prepotenza ai primi posti della graduatoria anche la Salernitana allenata dall’ex capitano granata Roberto Breda: la categoria non presta fede alla gloria accumulata nella storia dal club campano ma – a testa bassa – Merino e compagni stanno provando a imprimere una marcia in più e lasciare il segno.

Prima Divisione: Spal e Atletico Roma sempre in vetta ai gironi A e B. Sau (Foggia) continua a segnare

Spal in vetta nella graduatoria di Prima Divisione girone A, Atletico Roma ancora a punteggio pieno nel girone B. Tredici punti in sei partite per gli emiliani (a fronte di 4 vittorie, un pareggio e una sconfitta: la scorsa domenica, 3-1 interno contro la Paganese) mentre i capitolini (la cui sfida contro il Lanciano, in programma la scorsa domenica, è stata rinviata per indisponibilità dello stadio Flaminio) sono fermi a cinque successi in altrettante partite.

Alle spalle del duo di testa, una fitta pattuglia di formazioni: nel gruppo A dell’ex Lega Pro, successo dell’Alessandria (2-0 casalingo contro il Gubbio) che segue i ferraresi a 2 lunghezze; tutto secondo previsioni per Cremonese (1-0 al Lumezzane) e Salernitana (3-1 al Pavia), appaiate al terzo posto in graduatoria (10 punti). Reggiana e Sorrento non vanno oltre il pari (con la Paganese, un trio a 9 punti). Verona fanalino di coda: 5 punti a fronte di tre sconfitte, una vittoria e due pari.

Fabio Capello: la fama del vincente

Siamo così abituati a vederlo in giacca e cravatta su una panchina, che spesso ci dimentichiamo del Fabio Capello giocatore, grande numero 10 degli anni ’60-’70. La sua storia calcistica inizia con un gran rifiuto: lo cercava il Milan, ma suo padre aveva già promesso il ragazzino alla Spal e l’affare sfumò.

La grande occasione la ebbe con il passaggio alla Roma, nonostante una prima stagione non esaltante, in cui riuscì a collezionare solo 11 presenze. Poi arrivò Helenio Herrera sulla panchina giallorossa e Capello divenne il fulcro centrale della squadra: ottavo posto in campionato, abbondantemente riscattato con la conquista della Coppa Italia, con due gol proprio del talento di Pieris nell’ultima gara del girone finale.

Centrocampista di qualità, senso tattico e ottima visione di gioco, oltre alla spiccata propensione al gol: queste le caratteristiche di Fabio Capello, che accumulò nella capitale l’esperienza necessaria per compiere il grande salto.