Video Serbia – Italia 1-1

Secondo pareggio per l’Italia di Prandelli nel girone di qualificazione agli Europei del 2012. Gli azzurri partivano con il vantaggio psicologico della qualificazione conquistata con due giornate di anticipo, mentre

Qualificazioni Euro 2012: Serbia – Italia 1-1

Con la qualificazione agguantata con due turni di anticipo, il ct Prandelli avrebbe potuto risparmiare gambe ed energie al cospetto di una Serbia ancora scottata dallo 0-3 a tavolino rimediato dopo i fattacci di Genova. Ma l’Italia ha onorato fino in fondo l’appuntamento, non solo scendendo in campo con la migliore formazione possibile, ma giocando a viso aperto e non dando mai l’impressione di voler concedere strada agli avversari.

I tifosi serbi dimostravano di voler essere il dodicesimo uomo sin dall’ingresso delle squadre in campo, quando l’inno di Mameli veniva sonoramente fischiato dai rossi del Marakana. Poi la gara, con la Serbia subito in avanti alla ricerca del gol della tranquillità e l’Italia pronta a ripartire immediatamente sull’errore dell’avversaria. Le lancette  non avevano ancora completato il primo giro sul cronometro che già l’Italia si trovava in vantaggio: Rossi inventava un assist perfetto per Marchiso, che – dopo i due gol messi a segno contro il Milan nel posticipo della sesta di campionato – si godeva anche la sua prima esultanza in azzurro, gelando i già infreddoliti serbi.

Nazionale, si ferma anche Rossi

Arrivano pessime notizie da Coverciano, dove la nazionale italiana sta ultimando la preparazione in vista del doppio impegno per le qualificazioni ad Euro 2012. Torna a casa senza possibilità di recupero Domenico Criscito, affetto da pubalgia e per questo non disponibile contro Serbia ed Irlanda del Nord. Qualche possibilità in più per Pazzini, che sabato scorso è uscito malconcio dalla gara contro il Napoli, riportando un problema al tallone.

Ma le disgrazie per l’Italia di Prandelli non finiscono qui, visto che nel corso della partitella di oggi pomeriggio anche Giuseppe Rossi ha accusato un fastidio ed è stato costretto ad uscire dal campo. Nella gara contro il Coverciano, vinta dagli azzurri per 5-0, l’attaccante del Villareal ha siglato una doppietta, pur essendo entrato solo a partita in corso. Ma subito dopo aver messo a segno la seconda rete, ha accusato un fastidio al ginocchio ed  è uscito zoppicando.

Federazione serba: incidenti Genova? Colpa dell’Italia

Foto: AP/LaPresse

Continua a tenere banco il pietoso spettacolo andato in scena lo scorso martedì in quel di Genova, quando Italia-Serbia è stata prima ritardata, poi sospesa, infine annullata per colpa di un gruppetto di “bravi ragazzi” che non sapevano in quale altro modo trascorrere una tranquilla serata d’autunno, se non mettendo a ferro e fuoco la città e lo stadio.

Di parole ne sono state spese tante, forse anche troppe, ed il volto dei colpevoli (primo fra tutti l’ormai celeberrimo Ivan Bogdanov) è finito in prima pagina per diversi giorni. Ora però è il momento di stabilire di chi è la responsabilità dell’accaduto, prima ancora che gli organi sportivi internazionali si esprimano in proposito.

Ivan Bogdanov chiede scusa all’Italia

Foto: AP/LaPresse

Per tre giorni il suo volto ha riempito le prime pagine di giornali e telegiornali, da quando – incappucciato – ha animato una tranquilla serata di calcio internazionale, incitando i propri connazionali e facendo di fatto interrompere una gara valida per le qualificazioni ad Euro 2012.

Pensava di farla franca Ivan Bogdanov, nascondendosi nel bagagliaio di un pullman di tifosi serbi pronti a tornare in patria, dopo la gara non giocata contro l’Italia. Pensava di poter varcare impunemente i confini e di rientrare indisturbato in Serbia, ma l’efficienza della polizia italiana gli ha impedito di mettere in atto il suo piano.

E ora eccolo qui, all’interno di un carcere genovese, assistito da un avvocato d’ufficio (a quanto pare anche le bestie hanno diritto ad una difesa), chiedere scusa e cercare di spiegare le sue ragioni.

Italia-Serbia diventa un caso politico

All’indomani del vergognoso spettacolo passato davanti agli occhi degli italiani (e non solo) in diretta tv, si sprecano le chiacchiere sulle varie responsabilità, i commenti su cosa si poteva fare per evitare il fattaccio, i botta e risposta tra Italia e Serbia sul comportamento delle rispettive forze di polizia.

Sta di fatto che Italia-Serbia, valevole per le qualificazioni ad Euro 2012, non si è giocata per colpa di un manipolo di bestie (ci perdonino gli animalisti), partite da Belgrado con la ferma intenzione di creare scompiglio sia all’esterno che all’interno dello stadio Ferraris di Genova.

A chi dare la colpa? Chi ha aperto le gabbie, permettendo a 100-200 imbecilli di varcare la frontiera per mettere a fuoco e fiamme la città di Genova?

Italia-Serbia e la morte del calcio

Mi pagano per scrivere di calcio, la mia passione da quando avevo un paio d’anni e restavo affascinata da quella palla che rotola sul terreno, dalla gioia stampata sul volto di chi segna, dalla voglia di rivincita di chi invece è costretto ad incassare una sconfitta. Perdonate l’amarcord personale, ma di fronte allo spettacolo visto questa sera, la voglia di scrivere di calcio è davvero poca. E di calcio in realtà c’è ben poco da scrivere.

L’Italia si ritrova in testa al proprio girone con dieci punti (eh sì, perché immaginiamo che la vittoria a tavolino non ce la possa togliere nessuno), ma l’Italia non ha vinto, lo sport non ha vinto, la parte buona del tifo non ha vinto. A vincere, come sempre accade in certe situazioni, sono quei quattro imbecilli che sembrano godere nel veder distrutto il giocattolo, che mischiano la politica con il calcio, che sperano di risolvere sugli spalti i propri problemi personali o nazionali.

Italia-Serbia è sospesa

Doveva essere una festa dello sport, ma anche un modo per onorare i quattro militari italiani uccisi in Afghanistan. L’Italia con la morte nel cuore e con il lutto al braccio cercava contro la Serbia altri tre punti per la corsa alla qualificazione agli Europei del 2012. Ma festa non è stata, a causa – come spesso accade – di quattro imbecilli, che hanno deciso di trasformare una partita di calcio in una vera e propria guerra.

Stavolta gli imbecilli sono i serbi, non le decine di migliaia che sono arrivate a Genova per godersi la partita, ma quel centinaio che ha messo le ragioni politiche davanti a quelle dello sport, animando le ore precedenti alla gara con lanci di fumogeni e petardi, sia all’esterno dello stadio che all’interno del Ferraris. Il pullman che doveva portare Stankovic e compagni allo stadio è stato assalito ed il portiere titolare minacciato o colpito. Ma la situazione è degenerata a pochi minuti dall’inizio della gara, quando un tifoso serbo ha tranciato le reti di recinzione, incitando i propri connazionali alla violenza.

L’inizio della gara ovviamente è stato ritardato, mentre la polizia si schierava nei pressi del settore degli ospiti. Alla fine sembravano aver vinto le ragioni dello sport, con le due formazioni che entravano in campo, ascoltavano gli inni ed applaudivano al momento di silenzio per i caduti italiani.

Australia – Serbia 2-1 – Mondiali 2010

Nonostante la vittoria contro la Serbia, l’Australia saluta a capo chino il Sud Africa in virtù del risultato tra Germania- Ghana (passate entrambe). In realtà, solo gli slavi erano artefici del proprio destino: con la vittoria, infatti, si sarebbero qualificati mentre i gialloverdi avrebbero dovuto trionfare e sperare (e s’è dato credito, una volta di più, al detto che chi vive sperando…). Tant’è.

Mondiale 2010: conosciamo la Serbia

Per essere un Paese relativamente giovane, la Serbia è senza dubbio una delle nazionali più interessanti a livello mondiale. Come Stato indipendente esiste solo dal 2006, ma è già tra quelle nazionali degne di rispetto e che può vantare alcuni tra i migliori giocatori dell’area balcanica. La dimostrazione di questa sua forza l’ha data durante il girone di qualificazione, dominato ai danni della Francia che ha rischiato di non partecipare al Mondiale in Sudafrica.

Nell’Est Europa la Serbia è probabilmente la nazionale con il tasso tecnico maggiore, forse anche superiore alla Russia, ed il suo selezionatore, Radomir Antic, è una sicurezza, vista la grande esperienza in campo internazionale e le tante ottime stagioni passate nella Liga in cui ha guidato l’Atletico Madrid (complessivamente per 5 anni), ma anche Real e Barcellona. Un curriculum davvero invidiabile.