Se in condizioni normali partite come Milan-Cesena o Palermo-Brescia non avrebbero storia, viste le formazioni che scenderanno in campo in questo week-end sembra proprio che anche il minimo dubbio possa passare. A parte Juventus e Inter che affrontano due trasferte difficili, per il resto le squadre che galleggiano nelle posizioni di vertice avranno incontri piuttosto semplici, e dunque se avete calciatori di quei club schierateli senza indugio.
A pesare sono gli infortuni che tolgono decine di calciatori a Bari, Brescia e Cesena, a cui si aggiungono poche assenze ma molto peso psicologico al Bologna che affronta la Lazio con il nuovo spettro del fallimento che incombe sulla società. E se una volta la squadra ha reagito alla grande, c’è il rischio che non regga a questa seconda mazzata.
Era a arrivato a Milano tra fanfare e squilli di tromba, assumendosi il non facile compito di sostituire Mourinho, ‘allenatore simbolo della rinascita nerazzurra, colui che in un solo anno ha conquistato tutto quello che c’era da conquistare, riportando l’Inter sul tetto d’Europa dopo 45 anni di digiuno.
Compito ingrato per Rafa Benitez, incapace di entrare nei cuori dei tifosi e nella testa dei giocatori, per dimostrare loro che non si può smettere di aver fame solo dopo aver gustato un (seppur ricco) antipasto. Lo spagnolo ha fatto il proprio dovere, portando a Milano una Supercoppa Italiana ed il Campionato del Mondo per Club e mancando solo l’appuntamento con la Supercoppa Europea, lasciata ai connazionali dell’Atletico Madrid. Ma questo non è bastato per salvare il posto, né è servito per avere la gratitudine dei suoi uomini, molti dei quali hanno esultato nel momento dell’addio. Molti, ma non Samuel Eto’o, che ad un mese di distanza dell’esonero del tecnico torna sull’argomento dalla poltrona del Chiambretti Night per difenderne l’operato.
Il settimanale sportivo belga Sport Foot Magazine ha svelato la classifica dei 50 giocatori più pagati del pianeta calcio – non considera i diversi contratti pubblicitari firmati dai giocatori. Al primo posto troviamo Cristiano Ronaldo con un salario di 12 milioni di euro, seguito da Wayne Rooney (11,5 milioni) e Lionel Messi (11 milioni).
Il Manchester City è la squadra che paga di più i suoi giocatori, visto che 6 dei suoi uomini compaiono in questa classifica. Dietro al club inglese si piazzano Real Madrid e Manchester United (5 giocatori), il Barcellona e l’Inter (4 giocatori).
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Inter-Genoa 3-2
Reti: 15’ pt e 43’ pt Eto’o (I), 8′ st rig. Kharja (G); 14′ st Mariga (I), 47′ st Sculli (G)
Non c’è il due senza tre. E’ un detto proverbiale che Leonardo, neo allenatore dell’Inter, spera di far suo in occasione della terza uscita con la squadra nerazzurra (la seconda a San Siro). Non è più campionato, non è ancora Champions League ma la coppa Italia che agli ottavi prevede la formula “dentro o fuori” merita di essere interpretata con la massima concentrazione per almeno due motivi.
Il primo è che l’Inter ne è detentore avendola conquistata lo scorso anno ai danni della Roma; il secondo è legato all’inevitabile trascorso stellare dei nerazzurri che, anche grazie alla conquista della Tim Cup, poterono portare a compimento uno storico triplete. Di fronte ai padroni di casa il Genoa non così spigliato dell’ultimo periodo a cui è venuto meno anche il riferimento offensivo dal momento in cui Luca Toni ha raggiunto l’accordo con la Juventus per il prossimo anno e mezzo. Nonostante ciò, Ballardini non ha alcuna intenzione di deporre le armi senza giocare i 90’ e, specularmente all’omologo Leonardo, ricorr al turn over solo in parte.
Panettone amaro per tre calciatori stranieri residenti in quel di Milano, partiti per le vacanze natalizie alla volta dei propri Paesi di origine o verso mete turistiche. Al loro ritorno a casa hanno trovato ad attenderli scene apocalittiche, con tanto di porte sfondate, casseforti divelte ed appartamenti a soqquadro.
I giocatori presi di mira dai malviventi rispondono ai nomi di Eto’o, Sneijder e Kaladze, tutti e tre milanesi di adozione, tutti e tre derubati durante la vacanze di Natale. Ad avere la peggio è stato l’attaccante camerunense dell’Inter, che pure aveva lasciato il cuoco a vigilare sulla propria abitazione.
E’ stato colui che ha retto da solo la baracca durante i primi 3 mesi di campionato. Samuel Eto’o è stato la salvezza dell’Inter, ma poi la pesante squalifica inflittagli dal giudice sportivo per la testata a Cesar l’ha messo fuori causa per tre giornate. Ora è tornato più carico che mai, per la gioia dei tifosi interisti ma soprattutto di milioni di Fantallenatori che lo hanno in squadra (è l’attaccante più presente nelle Fantasquadre insieme ad Ibrahimovic), e dunque l’avviso è per quei Fantallenatori distratti che non si sono accorti che Eto’o ha scontato la squalifica e oggi lo vedremo in campo.
Se possibile, evitare di inserire in squadra i calciatori della Juve, in piena emergenza contro un Napoli che appare molto in forma, ma anche quelli di Fiorentina e Lecce, attualmente forse le due squadre meno in palla del campionato, mentre attenzione a non fidarsi troppo del Milan, il quale deve far fronte alle molte assenze contro un’Udinese da non sottovalutare.
La vittoria nel Mondiale per club ed il cambio in corsa di allenatore hanno dato nuova linfa ai giocatori dell’Inter, che ora si dicono sicuri di poter dimostrare in campionato
Finale del Mondiale per Club 2010.
Da Avellaneda, Zayed sport city stadium, Abu Dhabi: Inter-TP Mazembe 3-0
Reti: 13′ pt Pandev (I), 17′ pt Eto’o (I), 40′ st Biabiany
Campione del Mondo per club 2010: è così che l’Inter suggella la fantastica annata nella quale i nerazzurri avevano già messo in bacheca Champions League, Coppa Italia e scudetto. Sono bastati 20′ di gioco per rimarcare l’evidente, nettissimo divario tra la rosa interista e quella dei campioni d’Africa del TP Mazembe per i quali, in verità, giocarsi la finale è di per sè un traguardo storico e chissà quant’altre volte ripetibile. Nella sera in cui hanno fatto festa tutti, Eto’o si è laureato migliore in campo servendo a Pandev un assist al bacio e andando a scrivere il proprio nome sul taccuino dei marcatori al 17′, consentendo ai compagni di raddoppiare. E’ spiaciuto per Sneijder, messo ko dai coreani in semifinale, e per Stankovic, finito in panchina nonostante quanto fatto nel corso della stagione bastasse e avanzasse per regalargli la possibilità di dividere il trofeo con altri dieci titolari, mentre Massimo Moratti è tornato espressione emblematica di giubilo confermandosi, sulla falsa riga del maestro(prima di lui, papà Angelo) ottima guida per aver vinto tutto.
Onori anche per Benitez che, sebbene l’ombra di Josè Mourinho sembrasse fargli compagnia in panchina (le dichiarazioni della vigilia del portoghese: “Guarderò la partita con la maglia dell’inter, la squadra deve tornare con la coppa”), ha vissuto forse la giornata più felice da quando fa l’allenatore nerazzurro: in parecchi gli diranno, o lo penseranno quantomeno, che è il quarto trofeo di Josè, la verità invece porta a dire che per l’ex Liverpool è giunto il momento di allontanare i fantasmi dell’esonero e spingere un po’ più distante quel passato che pesa quanto un fardello. Aver dimostrato al mondo che anche Rafa sa essere un vincente è la maniera migliore per archiviare in fretta quello che è stato e ricompattare un gruppo che, sugli allori del passato, è rimasto adagiato fino a ora. Messo in vetrina il trofeo, si guardi avanti, magari con un occhio spalancato sul mercato di riparazione, visto che proprio l’Inter è attesa ad almeno un colpo importante (non solo per replicare all’ingaggio quasi sicuro di Cassano da parte del Milan ma per necessità). Punteggio mai in bilico, equilibri chiari fin da subito. Con ordine.
Mancano ormai pochi giorni all’apertura del mercato di riparazione e si fanno dunque più insistenti le voci su questo o quell’altro trasferimento. L’ultima chicca in questo senso arriva dalla Spagna,
Com’era prevedibile, Samuel Eto’o ha terminato con un mese d’anticipo il suo campionato del 2010. Il camerunense tornerà a calcare i campi della serie A il prossimo 6 gennaio in occasione della gara contro il Napoli a causa delle 3 giornate di squalifica rimediate per la testata a Cesar di domenica scorsa. Questo quanto dichiarato dal Giudice Sportivo:
il riprovevole gesto compiuto dal calciatore nero-azzurro integri gli estremi di quella “condotta violenta” che, per consolidato orientamento interpretativo, è connotata dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva: palese è infatti il preordinato intento di colpire l’avversario e parimenti evidente è l’energia impressa al colpo inferto.
Quarta giornata Champions League gruppo A
Stadio White Hart Lane, Londra: Tottenham-Inter 3-1 Reti: 18′ pt Van der Vaart (T), 16′ st Crouch (T), 35′ st Eto’o (I), 44′ st Pavlyuchenko (T)
Lo spauracchio Bale (che a San Siro, tripletta, ha fatto meglio di Eto’o, doppietta) ma anche il colpo d’occhio di un White Hart Lane colmo da strabordare. Il riscatto di Crouch (che all’andata non l’hanno visto nemmeno le telecamere delle tivvù) ma anche il rientro dal primo minuto di Goran Pandev al fianco di Sneijder e Biabiany.
L’assenza tra gli undici titolari di Julio Cesar (neppure panchina) con conseguente opzione Castellazzi ma anche l’innesto tra gli Spurs di Cudicini a difesa della porta (Gomes, espulso al Meazza, sconta il turno di squalifica). La conferma – guadagnata sul campo, al Marassi – di Muntari nella mediana nerazzurra (verità per verità, non vi sono alternative) ma anche gli insidiosi inserimenti dell’olandese Van der Vaart (schierato a sorpresa).
In attesa di ritrovare Milito in condizioni ottimali (ancora panchina per l’argentino), Benitez concede a Coutinho di rifiatare tra le riserve e, memore dell’epilogo di quindici giorni fa, chiede all’Inter di mettere in bella vista una caratteristica tra tutte. Concentrazione fino al triplice fischio. A tentare di scaldare subito i guantoni di Cudicini ci pensa Eto’o: al 7′ il camerunense si libera di Kaboul e conclude verso la porta avversaria.
L’estremo di casa osserva il pallone uscire di tanto così. Due minuti dopo la replica dei locali: Huddlestone serve Modric che sbeffeggia Lucio ma non Castellazzi (parata a terra). Ritmi alti, i due centrocampi intercettano e impostano ma di occasioni da gol, fino al 18′, se ne vedono poche. 18′, si diceva. E al 18′ si addormenta prima Muntari (saltato da Modric) e poi la retroguardia ospite. Allora, Van der Vaart evita il fuorigioco e va. Dai 12 metri lascia partire un diagonale che finisce in rete alla destra di Castellazzi.
Terza giornata Champions League gruppo A
Stadio Meazza di San Siro, Milano Inter-Tottenham 4-3 Reti: 2′ Zanetti (I), 11′ rig. e 35′ Eto’o (I), 14′ Stankovic (I), 8′ st, 45′ st e 46′ st Bale (T)
Solo conferme per Rafa Benitez: la vittoria di Cagliari e le necessità suggeriscono al tecnico nerazzurro di proseguire in maniera convinta con la formazione che ha sbancato il Sant’Elia. Unica novità, il ritorno di Cambiasso che, intanto, si accomoda in panchina. Il 4-4-1-1 del Tottenham si chiude con quella pertica di Crouch quale vertice alto del modulo mentre, in realtà, la formazione di Redknapp avrebbe fatto meglio ad affidarsi a santi in paradiso. If I knew, si sarà ripetuto oltre Manica dopo nemmeno un quarto di gara.
Perchè tanto è bastato ai padroni di casa per chiudere una partita in cui il divertimento è stato (quasi) tutto a senso unico. Presi a pallonate, gli inglesi non sono sembrati (il risultato non inganni) neppure in grado di limitare i danni. Che, dopo 2′ di gioco, si sono iniziati a vedere: da Zanetti a Coutinho, dal brasiliano a Sneijder. Con pallone restituito al capitano che alza la testa, vede Gomes e lo infila con un piatto piazzato. If I knew, deve aver cominciato a ripetere mentalmente Harry Redknapp conservando in ogni caso la fiducia che – quando mancavano 88′ da disputare – si era affievolita senza per questo sparire.
Tuttavia, se capita di incrociare chi è capace di giocarsi il destino in 5′ senza che lo faccia per incoscienza – semmai per evidente convinzione dei mezzi – diventa dura anche con la tutela dei santi in paradiso. Infatti, al cospetto di un’Inter stratosferica, gli Spurs crollano. Al 7′ Sneijder imposta l’azione e pennella per Biabiany. L’estremo avversario stende l’attaccante in maniera evidente: rigore per i nerazzurri, Gomes finisce anzitempo negli spogliatoi e Samuel Eto’o rimpolpa il bottino di reti stagionali (13, saranno poi 14) battendo il neoentrato Cudicini (11′).
A perdersi dietro ai festeggiamenti altrui sono solo gli ospiti, visto che Coutinho, Maicon e Stankovic tornano in partita in un battito di ciglia. Ed è uno spettacolo, il reciproco duettare, che si tramuta in ennesima rete: al 14′ è il serbo a calciare a tal punto angolato che anche Cudicini, tra sè e sè, l’avrà pensato. If I knew. “Me l’avessero detto”…
Chi si aspettava un’Inter distratta dalla Champions Legaue e meno pericolosa del solito per via delle assenze dei big (Milito e Cambiasso su tutti), sarà rimasto deluso di fronte alla squadra ammirata in quel di Cagliari, su un campo tutt’altro che facile da espugnare.
E invece i campioni d’Italia hanno trovato il modo di portare a casa i tre punti, capitalizzando al meglio la rete del solito Eto’o e respingendo le folate offensive dei padroni di casa, che oggi tornavano a contare sull’apporto di Conti ed Agostini. Niente risultato clamoroso, dunque, nell’anticipo dell’ora di pranzo, con le dirette concorrenti dell’Inter costrette a giocare per la vittoria in virtù della rete del camerunense, sempre più decisivo nelle imprese dei nerazzurri
Anticipo della settima giornata di serie A.
Stadio Sant’Elia, Cagliari: Cagliari-Inter 0-1 Rete: 39′ pt Eto’o
Scelte obbligate per Rafa Benitez:Milito e Cambiasso nemmeno in panchina, rientrano Samuel e Zanetti, tre trequartisti (Biabiany, Snejder e Coutinho) a ridosso di Eto’o. Nell’undici di Bisoli, invece, si rivedono Conti e Agostini: il tecnico dei sardi punta sulla coppia offensiva composta da Matri e Nenè e gli mette a supporto Cossu.
Fuori Lazzari, dentro Nainggolan. Ottimi i presupposti, pessimo l’inizio: Tagliavento lascia giocare per 3′ prima di sospendere il gioco per cori razzisti nei confronti di Eto’o. Si smette di correre dietro al pallone per qualche minuto, poi si riprende con l’applauso del camerunense a smorzare una situazione delicata.
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