Le spese nel calcio sono troppo alte? La soluzione è il salary cap. Questa proposta è stata fatta a tutti i livelli del calcio, ma quando si ha a che fare con i più grandi campioni non si può mettere tutti d’accordo. E allora meglio iniziare da dove i campioni non ci sono, ovvero la Serie B. Anzi, ormai la fase della discussione è già superata: dall’anno prossimo verrà introdotto il salary cap nel campionato cadetto.
salary cap
Serie B, si studiano nuove regole per la prossima stagione
Il campionato di Serie B 2013/2014 potrebbe essere molto diverso da quello di queste ultime stagioni. Per una volta però non verrà toccato il numero delle squadre (a quello si penserà nelle stagioni successive), ma la situazione finanziaria. L’aspetto principale sarà un salary cap, ovvero un tetto che le società non possono superare, non solo per quanto riguarda il totale degli stipendi dei calciatori, ma un tetto massimo anche per un singolo calciatore.
Luxury tax, le 11 regole di Platini e le altre proposte dell’Uefa per il calcio di domani
Il mondo sta cambiando, e con esso non poteva essere esonerato il calcio. Una delle industrie più prolifiche del pianeta, tra le prime tre in Italia, deve affrontare la crisi finanziaria che, seppure nata in altri campi, tocca anche il pallone.
Per questo dirigenti Uefa, dirigenti delle varie federazioni, ed il capo attuale del calcio europeo Michel Platini si stanno riunendo in questi giorni per dettare le nuove regole per il calcio del domani. Non soltanto regole economiche, ma anche e soprattutto morali. Partendo dal presupposto che per adesso l’idea della super-lega con le migliori formazioni europee rimane nel cassetto, proviamo a capire quali sono le 11 nuove regole imposte da Platini, e quali invece vengono dagli uffici Uefa.
Presidenti spendaccioni di tutta Europa, tremate!
In un mondo in cui la questione morale diventa sempre più al centro dell’attenzione, c’è chi sente il bisogno di inserirla anche nel mondo del calcio. Per questo Michel Platini, presidente Uefa, ha deciso di dare un giro di vite definitivo agli sprechi del pallone: non far iscrivere i club spendaccioni alle competizioni europee.
Più precisamente si tratta non di limitare la spesa di ogni singolo club, ma di renderla più “etica”. In pratica si tratterebbe di costringere i club a non spendere più di quello che guadagnano. Una norma che è automatica in tutte le aziende del mondo, tranne che in quelle del calcio, in cui i presidenti con il portafoglio bucato investono centinaia di milioni di euro senza un ritorno economico.