Clamorosa ipotesi di mercato: Messi alla Juve

Sulle pagine di Tuttosport questa mattina è apparsa una ipotesi di calciomercato piuttosto fantasiosa quanto solleticante per i tifosi bianconeri. Secondo la politica del Barcellona, che prevede il far nascere grossi campioni in casa propria per poi, dopo la loro esplosione, rivenderli a cifre esorbitanti dopo qualche anno, anche Messi potrebbe presto lasciare i blaugrana.

Ad accoglierlo a braccia aperte ci sarebbe la Juventus, che ha tanta voglia di ritornar grande, e per farlo dovrà spendere anche qualcosa in più di quello che ha speso finora. La clausola di rescissione attuale della Pulce è di 150 milioni di euro, ma ciò non significa che bisognerà spendere quella somma per averlo. Questa è solo un’assicurazione per farlo rimanere a Barcellona finché la dirigenza non deciderà di venderlo, e se ciò dovesse accadere durante la prossima estate, la cifra potrebbe essere circa la metà.

Top 10: da Figo a Cruyff i traditori nella storia del calcio

Torniamo a parlare di bandiere e di tradimenti eccellenti, dopo esserci occupati già ieri della questione-Ronaldo, che tante ire ha suscitato nei tifosi del Flamengo. Perché tornare sull’argomento? Girovagando per la rete, abbiamo trovato una classifica stilata dal quotidiano spagnolo Marca e non potevamo lascirci sfuggire la ghiotta occasione di darvene conto.

Sorprendentemente nella lista non figura il nome di Wayne Rooney, che noi avevamo indicato come uno dei più grandi traditori della storia del calcio, avendo giurato eterna fedeltà all’Everton per poi passare al Manchester United, C’è da ammettere, però, che il giornale iberico nomina tutti calciatori che sono passati da una sponda all’altra del fiume o che comunque hanno scelto di vestire la maglia degli acerrimi nemici.

Da Baggio a Cruyff, da Batistuta a Romario, la lista è infinitamente lunga. Scoprite con noi le prime dieci posizioni.

Dopo Aldair, il Murata vuole Romario e Schumacher!

Cosa ci fanno nella stessa squadra Aldair, Romario e Michael Schumacher? Si potrebbe pensare ad una gara di beneficenza o ad un’esibizione e invece stiamo parlando di calcio vero, di quello con i punti in palio. Non ci credete? E allora leggete attentamente la storia.

Tutto ha inizio nell’estate del 2007, quando il Murata, squadra della serie A sammarinese, vince il campionato e si qualifica per i preliminari di Champions League. Un sogno per la piccola società bianconera, fondata nel 1966 e dunque molto giovane.

Le speranze di passare il turno sono ridotte al lumicino, ma l’entusiasmo è alle stelle ed i dirigenti decidono di regalare ai tifosi il sogno di veder giocare nella propria squadra un grande campione. La scelta cade su Pluto Aldair, un passato glorioso nella Roma e nella nazionale brasiliana, che mette in campo tutta la propria esperienza per aiutare il club a superare il primo turno.

“Usa ’94 fu falsata”, parola di Lennart Johanson

Quando si dice “a pensar male si fa peccato, ma ogni tanto ci si azzecca“. A parlare è Lennart Johanson, ex presidente dell’Uefa dal 1990 al 2007, poi sostituito da Michel Platini. Si toglie qualche sassolino dalla scarpa il dirigente svedese, anche se con debito ritardo, non si sa mai.

Secondo Johanson, durante il mondiale di Usa ’94 si fece di tutto per aiutare il Brasile a vincere la coppa, e il principale responsabile di tutto ciò fu Joao Havelange, presidentissimo Fifa durante la manifestazione, e guardacaso, brasiliano. Non solo gli scandali di Corea e Giappone del 2002 di Moreno e soci, o gli “aiuti” alla Francia che giocava in casa nel ’98, adesso anche i verdeoro, che certo di aiuti non ne avevano bisogno, hanno i loro scandali.

Terribile confessione di Jardel: “Sono un cocainomane”

Ve lo ricordate Mario Jardel? Sicuramente i tifosi del Milan si. Fu lui l’artefice dell’eliminazione dalla Champions sul finire degli anni ’90, quando lo incontrarono prima con la maglia del Porto e poi con quella del Galatasaray. Ora, a 35 anni e con due scarpe d’oro nella sua bacheca, la confessione scioccante: “Sono un cocainomane“.

La dichiarazione è avvenuta in diretta in un’intervista della tv nazionale brasiliana “Globo“, che ha raggiunto il calciatore che, attualmente senza una squadra, si sta allenando da solo, in attesa di un ingaggio.

Milan-Barcellona 4-0: Cruijff umiliato

Era il 18 maggio 1994 ed il Milan scendeva in campo ad Atene per riscattare l’onta subita l’anno precedente in quel di Monaco, quando l’Olympique Marsiglia aveva ridemensionato le sue ambizioni europee.

Terza finale consecutiva per la squadra di Capello che si trovava a dover affrontare l’avversaria più temibile, quella che nessuno avrebbe mai voluto incontrare: l’invincibile Barcellona di Johann Cruijff. Il desiderio di rivincita era forte, ma il Milan partiva per la Grecia con consapevolezza di chi sa che può scottarsi di nuovo e portare a casa l’ennesima delusione.

Del resto quel Barcellona godeva di tutti i favori del pronostico, tanto che alla vigilia il tecnico olandese aveva fatto proclami di vittoria, definendo il Milan “prosaico” e lasciandosi andare a valutazioni frettolose sui giocatori avversari, primo fra tutti Marcel Desailly, considerato un centrocampista dai piedi imbarazzanti, un operaio del pallone, senza tecnica calcistica.

Romario va in pensione!

Stavolta sembra proprio che l’avventura agonistica di Romario de Souza Faria sia giunta al capolinea. Ha promesso più e più volte di appendere gli scarpini al chiodo, ma poi la voglia di giocare ed il desiderio di raggiungere i 1000 gol in carriera lo hanno convinto a restare ancora sul rettangolo di gioco.

Ora ha 42 anni e nulla più da dimostrare: forse è il momento più opportuno per dare l’addio ad una professione che gli ha regalato molto, sin dall’esordio tra i professionisti con il Vasco da Gama nel lontano ’85. Da lì una serie di squadre si sono assicurate le sue altissime prestazioni sia in sudamerica che in Europa: PSV Eindoven, Barcellona, Flamengo, Valencia e Fluminense. Tentò addirittura l’avventura in Qatar, che non gli valse successi e allori, ma fior di quattrini nelle tasche: tre partite, nessun gol e ben 1,7 milioni di dollari in più sul conto in banca!

Può vantare anche un’esperienza nel soccer americano, con il Miami FC, ed una con l’Adelaide United, squadra australiana, per la quale giocava la domenica, tornando poi di corsa in Brasile, dove lo attendeva una squadra di serie C, per l’incontro del giovedì: dodici ore di fuso orario e due incontri a settimana per raggiungere più facilmente quota 1000!

Edmundo pazzo per il carnevale!

Cosa sarebbe il Brasile senza il calcio ed il carnevale? Difficile da dire perché sono da sempre i due elementi che caratterizzano maggiormante quella parte di mondo, come il tango e la Pampa per l’Argentina o i wurstel e la birra per la Germania.

Chi dice Brasile poi, dice allegria, che viene messa a mo’ di condimento in tutte le manifestazioni che riguardano quella magnifica terra. Allegria nel calcio, con quel modo di fare che incanta e fa innamorare, perché conta si vincere, ma conta molto di più far divertire la gente; allegria a maggior ragione nel carnevale, ormai famosissimo a livello mondiale, considerato da tutti come il più bello in assoluto.

E pallone e carnevale spesso e volentieri vanno a braccetto, sia per l’abitudine consumata che c’è da quelle parti di associare le squadre di calcio alle varie scuole di samba, sia per la presenza massiccia dei calciatori, che per niente al mondo rinuncerebbero ad assistere all’evento dell’anno.