Robbie Fowler pagato quanto un precario italiano

In un periodo in cui si fa fatica a trovare centravanti con l’istinto del gol, viene quasi da sorridere leggendo la vicenda di Robbie Fowler. Chi segue il calcio estero lo conosce benissimo, ed anche chi non lo fa lo ha sicuramente sentito nominare, non fosse altro per la famosa vicenda dell’esultanza che simulava la linea del campo sniffata come se fosse cocaina. Fowler è stato per anni la stella del Liverpool in cui, tra la seconda parte degli anni ’90 ed il 2001, ha segnato la bellezza di 120 gol in 236 partite, più 7 gol in nazionale.

Il punto sul mercato europeo

Le italiane quest’anno si stanno dando particolarmente da fare per cercare il colpo migliore del calciomercato. Un pò tutte stanno acquistando, a sorpresa, dai club europei, e non da quelli sudamericani a basso costo come avveniva fino allo scorso anno. L’idea è quella di riportare la gente allo stadio e di attirare sponsor con questo o quel campione già affermato.

E all’estero che fanno? Possibile che cedano i loro pezzi migliori solo per far crescere il proprio vivaio? Oppure ci sono scambi anche tra le big del calcio europeo, che fanno solo cassa vendendo in Italia, magari poi per valorizzare qualche giovane interessante? A parte la situazione del Liverpool, pieno di debiti e quindi costretto a vendere, le altre situazioni non sono così semplici. Andiamo a vedere insieme cosa succede nei campionati europei maggiori.

René Higuita e Robbie Fowler: a volte ritornano!

Ci sono calciatori che sembrano avere sette vite e che non vogliono arrendersi all’età che passa o ai gravi infortuni che ne compromettono la carriera ad alti livelli. E in questo caldo sabato di luglio vogliamo raccontarvi la storia di due di questi personaggi, tornati al grande calcio quando tutti li davano per finiti: René Higuita e Robbie Fowler.

In realtà nel caso del pittoresco portiere colombiano non si può parlare proprio di ritorno nel calcio che conta, visto che nella prossima stagione dovrà accontentarsi di difendere i pali della porta del Deportivo Pereira, impegnato nel Torneo di Clausura, per non retrocedere in seconda divisione.

Ma René può dirsi soddisfatto del contratto strappato alla squadra sudamericana, considerando che ha 41 anni e che da tempo aveva deciso di smettere. Invece eccolo ancora qui a lottare per un posto da titolare neanche fosse un ragazzino che deve dimostrare il suo valore.

Una vera squadra di idioti!

Mancava solo un nome per completare la squadra, ma i selezionatori della “nazionale” sapevano bene che avrebbero avuto solo l’imbarazzo della scelta. E infatti eccolo qui Bradley Wright Phillips, che si è proposto per un posto da titolare nella squadra degli “idioti del villaggio”.

Si, avete capito bene, si tratta di una lista di undici giocatori definiti dal Daily Mirror “autentici stupidi” e, siccome gli inglesi non sono secondi a nessuno in fatto di classifiche e formazioni bizzarre, il tabloid ha pensato bene di proporre la sua squadra ideale.

In porta troviamo Mark Bosnich, famoso per le sue uscite a valanga, che spesso procuravano guai seri ai malcapitati avversari che gli si paravano di fronte. Ma il motivo che ha spinto i selezionatori del Daily Mirror ad offrirgli la maglia da titolare è un altro. Ai tempi del Chelsea, infatti, venne trovato positivo alla cocaina e squalificato per nove mesi. cacciato dalla squadra, non poté fare a meno di ammettere di essere un consumatore abituale della polvere bianca.

E’ Rooney il brutto anatroccolo

Chi l’ha detto che i calciatori sono tutti forti, ricchi, e soprattutto belli? Mentre tutte le ragazzine del mondo perdono la testa per le vicende di Beckham e della Posh Spice, in Inghilterra le donne si domandano chi, tra i principi azzurri del 2000, tanto principe azzurro non è.
E la risposta è stata alquanto sorprendente.

I pareri raccolti dal sito web www.thepeoplesclub.com hanno appurato che il più brutto calciatore al mondo è l’inglese Wayne Rooney, che ha scalzato la poco invidiata concorrenza di “castoro” Ronaldinho e di “Apache” Tevez. I due sudamericani, considerati tra i calciatori più brutti al mondo (per Tevez c’è da dire che è stato sfigurato da bambino con l’olio bollente) sono stati superati sulla scorta del successo del cartone animato della Pixar “Shrek“, che ha dato il soprannome al 22enne inglese, e che ha contribuito a farlo diventare, suo malgrado, ancora più famoso.