Ibra: le punizioni? Ho imparato da Mihajlovic (video)

Zlatan Ibrahimovic non perde mai occasione per lanciare frecciate alla sua Inter, ma subito dopo la punizione messa a segno nella gara contro il Saragozza non ha potuto fare a meno di ammettere:

In Italia ho imparato a calciare le punizioni, accanto a me c’era Mihajlovic e da lui ho appreso tantissimo. E’ stato un grande specialista.

Ibra parla del suo primo periodo all’Inter, quando la panchina era occupata da mister Mancini, che aveva al suo fianco il fido Mihajolovic, ricordato più per le bombe su punizione che per le sue doti di difensore. Un buon maestro dunque per l’ex nerazzurro, che sembra aver imparato a menadito la lezione, come confermano i video dopo il salto.

David Seaman e quel gol da 50 metri!

E’ considerato uno dei migliori portieri degli anni ’90, eppure David Seaman ancora oggi vive con due fantasmi davanti agli occhi, che ne hanno turbato il sonno nel corso degli anni, facendolo dubitare delle ottime qualità che pure aveva.

Ma quel tiro da cinquanta metri di Nayim resta stampato nella sua mente come un marchio incancellabile: ancora vede il pallone partire dalla metà campo e dirigersi verso la porta, mentre lui goffamente tenta la deviazione indietreggiando. Era il 10 maggio del 1995, si giocava la finale di Coppa delle Coppe e l’Arsenal di David Seaman pareggiava 1-1 contro il Real Saragozza al 120° minuto.

L’arbitro aveva già il fischietto in bocca, gli allenatori preparavano la lista dei rigoristi: mancavano solo 10 secondi. E l’Arsenal perse la Coppa a causa della posizione troppo avanzata del suo portiere, che non poteva certo aspettarsi un tiro da quella zolla lontanissima.

Liga: disastro Barça, ora è terzo e a 10 punti dal Real

Il Barcellona saluta le speranze di vincere la Liga nel derby con l’Espanyol 0-0), e perde anche la seconda posizione, in favore del Villareal, molto meno forte sulla carta, ma sicuramente più costante dei blaugrana.

Il Real intanto ringrazia e vince a Santander. Ora i 9 punti di distacco dalla seconda sono più di un’assicurazione. L’attacco stellare del Barcellona non va in gol da due mesi, il Villareal non rappresenta di certo un pericolo, e così Schuster si potrà prendere una bella rivincita su chi lo considerava peggio di Capello, visto che il tecnico italiano era riuscito a vincere la Liga lo scorso anno all’ultima giornata, mentre l’attuale allenatore potrebbe festeggiare già con un mese d’anticipo.

Liga: il Barça si ferma ancora, ora il Real è a +9

Due notizie per il Barcellona, una buona e una cattiva. La buona è che, dopo 2 mesi di infortunio, si è rivisto Leo Messi calcare i campi di gioco, anche se per soli 20 minuti. La cattiva è che questo non è proprio l’anno giusto, e anche una squadra di bassa levatura come il Recreativo Huelva può fermare i fenomeni blaugrana.

Nell’anticipo di sabato partono forte i catalani, che senza Henry, Ronaldinho e Krkic fermi per infortunio, e Messi in panchina, si affidano al solo Eto’o che non perdona: gol dopo appena un minuto. Sembrava che il Barça potesse ottenere una vittoria facile, e come è già successo più volte in questo campionato, si adagia sugli allori, tanto da subire un gol (fantasma, visto che la palla non aveva varcato completamente la linea) di Ruben a 5 minuti dall’intervallo. Rijkaard suona la carica negli spogliatoi, e appena tornati in campo Eto’o bissa con un bolide da campioni. Vittoria acquisita? Neanche per sogno, perchè i blaugrana sbagliano l’impossibile, e ancora Ruben li castiga, per il 2-2 che toglie tutte le velleità scudetto al Barcellona.

Liga: Nessuno merita lo scudetto

Quanto è brutta questa Liga. Credo mai a memoria di tifoso si sia visto un campionato in cui le squadre di testa vadano così piano. E la cosa negativa è che a beneficiarne non è nemmeno l’incertezza.
Si potrebbe pensare infatti che, perdendo le big di testa, le altre si possano avvicinare e creare qualche sorpresa a fine campionato.

E invece lo scudetto è già mezzo assegnato (il Real mantiene i 7 punti di vantaggio sulle seconde) e le squadre che si disputeranno la prossima Champions League sono facilmente prevedibili.
Nemmeno il fattore psicologico riesce a favorire la rincorsa di Barcellona e Villareal, dato che nell’anticipo di sabato i Galacticos si fanno raggiungere a Maiorca in una partita che meritavano di perdere, e portano a casa solo un punto.

Liga: il Barça perde partita e posizione, ora è terzo

Il Real riprova la fuga, e a 8 giornate dalla fine sembra quella definitiva. Non che i “Galacticos” stiano impressionando più di tanto, ma perchè non sembra che ci sia nessuno in grado di infastidirli.
Nella stagione in cui i madrileni perdono di più (addirittura già 7 le sconfitte per loro), fa peggio il Barcellona, unica inseguitrice, che si fa superare addirittura dal Villareal che zitto zitto si è appostato dietro ai blaugrana, e al primo passo falso li ha superati. La qualificazione in Champions non è in pericolo, il distacco dalla quinta è ancora 8 punti, ma disputare i preliminari la prossima estate potrebbe essere preso come una sconfitta da una squadra che può permettersi alcuni tra i giocatori più forti del mondo.

Il Real intanto sorride e si coccola il suo gioiello Raul, al 290esimo gol in maglia blanca, che ora ha come unico obiettivo Alfredo Di Stefano, miglior marcatore della storia del Real Madrid, a quota 307.

Liga: campionato riaperto grazie allo strepitoso Villa

Per un campionato aperto che si chiude, ce n’è un altro chiuso che si riapre. La vetta dei campionati europei non è mai stata in bilico come quest’anno, e a farne le spese stavolta è il Real Madrid. Batosta clamorosa in casa contro un Valencia rinato, e solo 4 punti di distacco dal Barcellona che adesso sembrano veramente pochi.

Non se lo meritava questa volta la squadra di Schuster di perdere. Nonostante ultimamente stesse giocando molto male e quando vinceva lo faceva a stento, contro il Valencia sono ritornati ad essere galacticos Cannavaro e compagni. Peccato che hanno trovato sulla loro strada un David Villa in stato di grazia che pareggia con la sua doppietta quella di capitan Raul, e ad un minuto dalla fine della gara Arizmendi segni il gol della vittoria, che al Valencia non serve a un granchè, ma che al Real pesa molto. Ora sono 4 le sconfitte nelle ultime 6 partite, e contando l’eliminazione in Champions, se non dovesse arrivare lo scudetto Schuster farebbe bene a lasciare Madrid di corsa e senza voltarsi indietro.

Recupero Barça, da -9 a -2 in un mese

L’ultima giornata di Liga ha dell’incredibile. Il Real passa dal Paradiso all’Inferno nel giro di 60 secondi, giusto il tempo di vedersi annullare il gol che gli avrebbe fatto ipotecare lo scudetto, e contemporaneamente subirne uno nel modo più rocambolesco possibile.
Altro che fair play. Il Getafe si deve salvare, e le prova tutte per fare risultato al Bernabeu. Ci prova col catenaccio (evidentemente non solo italiano), con il gioco duro, ma ci riesce fregandosene della correttezza sportiva. Minuto 64: il Real è appena andato in gol con Robben, i giocatori vanno sotto la curva a festeggiare. Peccato che nella bolgia dei tifosi non si senta il fischio dell’arbitro che annulla il gol per fuorigioco. Belenguer non ci pensa su due volte, batte la punizione e in pochi secondi 4 calciatori del Getafe si trovano davanti a Casillas, così da trafiggerlo con Uche per il gol che vale i 3 punti.

E intanto il Barça ringrazia. Facile l’impegno per i blaugrana che ospitano il sempre più disperato Levante, e banchettano sulla sua carcassa con un 5-1 senza sconti, che li fa essere a soli due punti dalla vetta. Un mese fa Ronaldinho e compagni erano a -9 e le tensioni da spogliatoio tra i magnifici 4 erano più che palpabili, ma si sa, basta che arrivino i risultati che tutto si aggiusta.
Amici come prima e operazione sorpasso iniziata.

L’uomo mercato dell’estate: Carvalho de Olivera Amauri

Carvalho de Olivera Amauri è ormai un campione indiscutibile, ha tecnica, velocità, potenza fisica e fa spesso goal. E’ uno dei giocatori più richiesti del mercato, tutta l’Europa lo vuole, Barcellona, Milan, Juve, Real, Inter e Chelsea sono pronte a follie per lui. Un attaccante completo, moderno, che può far fare un salto di qualità a qualsiasi squadra, e che ora vuole un club prestigioso nel quale alzare qualche trofeo.

Josè Luis Chilavert: il portiere goleador

Grande portiere o fenomeno da baraccone? E’ l’enigma che ha accompagnato l’intera carriera di Josè Luis Chilavert, ritiratosi qualche anno fa dal calcio giocato, dopo un’intera vita passata a difendere una porta, ma non solo.

Un metro e ottantotto di altezza per quasi 100 chili, un fisico più vicino a quello di un lottatore che a quello di un giocatore di pallone, avrebbe potuto essere un buon centravanti di sfondamento, se solo suo fratello non lo avesse spedito in porta sin da piccolo, costringendolo a parare i suoi tiri.

Un ruolo accettato malvolentieri dal piccolo Luis, che però farà la sua fortuna nel corso degli anni a seguire, a cominciare dall’esordio nella serie B paraguaiana a soli 15 anni, con lo Sportivo Loqueno. In seguito una lunga serie di squadre si è assicurata le sue prestazioni sia in patria che all’estero (Guarani, San Lorenzo, Real Saragozza, Velez Sarsfield e Starsburgo) ed in ognuna ha lasciato un ricordo indelebile per l’abilità sul campo, ma anche per quel suo carattere difficile e polemico che lo rendeva spesso antipatico ai più.

Ruud Van Nistlerooy si esibisce nel gesto dell’ombrello

C’è chi festeggia un gol allargando le braccia, chi correndo sotto la curva, chi ancora buttandosi a terra sommerso dai compagni, chi bacia la fede e chi alza le braccia al cielo, per ringraziare qualcuno lassù.

E c’è anche chi come Ruud Van Nistlerooy sfoga tutta la sua rabbia esibendosi nel gesto dell’ombrello. A sua parziale discolpa diciamo che non è il suo modo abituale di festeggiare una rete, ma è comunque una scena che non si vorrebbe vedere su un campo di calcio.

Il fattaccio risale all’ultima giornata di campionato, quando il Real Madrid ha battuto il Saragozza per 2-0 in una gara sofferta, quanto opaca. Interrogato sul motivo di tale gesto offensivo, Ruud si è difeso, affermando che gli è venuto naturale e che non voleva offendere nessuno.