Fantacalcio, 26^: si pesca tra le riserve

20 squadre incerottate si apprestano a regalarci la 26esima giornata di campionato, la terza in una settimana. La palma della sfortuna va all’Inter, che oltre ai lungodegenti Samuel e Cordoba, dovrà fare a meno anche di Maxwell (infortunato) e Burdisso (squalificato). Per sua fortuna la rosa dell’Inter comprende tre squadre da serie A, e i sostituti non faranno rimpiangere i titolari.

Il vero problema per l’Inter sarà l’attacco. Assenti ancora per infortuni vari Ibra e Cruz, ci si dovrà affidare a Crespo come unica certezza, e probabilmente ad un Suazo non al meglio. Sempre che Mancini non decida di inserire Balotelli a sorpresa contro una delle difese più battute d’Italia, oppure giocare con una sola punta.
Contro però troverà un Napoli che non se la passa tanto meglio. 3 titolari saranno fuori per infortunio e probabilmente esordirà dal primo minuto Grava.

Recupero Barça, da -9 a -2 in un mese

L’ultima giornata di Liga ha dell’incredibile. Il Real passa dal Paradiso all’Inferno nel giro di 60 secondi, giusto il tempo di vedersi annullare il gol che gli avrebbe fatto ipotecare lo scudetto, e contemporaneamente subirne uno nel modo più rocambolesco possibile.
Altro che fair play. Il Getafe si deve salvare, e le prova tutte per fare risultato al Bernabeu. Ci prova col catenaccio (evidentemente non solo italiano), con il gioco duro, ma ci riesce fregandosene della correttezza sportiva. Minuto 64: il Real è appena andato in gol con Robben, i giocatori vanno sotto la curva a festeggiare. Peccato che nella bolgia dei tifosi non si senta il fischio dell’arbitro che annulla il gol per fuorigioco. Belenguer non ci pensa su due volte, batte la punizione e in pochi secondi 4 calciatori del Getafe si trovano davanti a Casillas, così da trafiggerlo con Uche per il gol che vale i 3 punti.

E intanto il Barça ringrazia. Facile l’impegno per i blaugrana che ospitano il sempre più disperato Levante, e banchettano sulla sua carcassa con un 5-1 senza sconti, che li fa essere a soli due punti dalla vetta. Un mese fa Ronaldinho e compagni erano a -9 e le tensioni da spogliatoio tra i magnifici 4 erano più che palpabili, ma si sa, basta che arrivino i risultati che tutto si aggiusta.
Amici come prima e operazione sorpasso iniziata.

Italiane in Champions: Roma fiduciosa, Inter cauta e Milan temuto

Per Inter, Roma e Milan è già tempo di pensare all’Europa, tra oggi è domani sono infatti in programma i turni d’andata degli ottavi di finale. Stasera tocca a Inter e Roma, che dovranno giocarsi l’accesso ai quarti rispettivamente con Liverpool e Real Madrid.
Gli inglesi non stanno vivendo una stagione esaltante in Premier League, ma secondo Mancini potrebbe essere proprio questo il loro punto di forza più pericoloso, dato che a causa della deludente posizione di campionato, il Liverpool punta tutta sulla Champions. Il mister nerazzurro ha affermato che il campionato è molto diverso dalla competizione europea, ma che l’Inter ha voglia di arrivare il più lontano possibile. In effetti i Campioni d’Italia sono tra i favoriti alla vittoria del torneo, il loro stato di forma non può che preoccupare Rafa Benitez che però è apparso fiducioso. L’uomo che lo preoccupa maggiormente è, manco a dirlo, Zlatan Ibrahimovic, e per questo ha studiato delle tattiche per inibirlo che a detta sua dovrebbero funzionare. Staremo a vedere.

Guti beccato con un uomo. Quanti gay nel calcio?

Guti gay? Problemi suoi, ammesso che l’essere omosessuale rappresenti un problema, ma le foto scattate dalla rivista spagnola “Cuore”, che lo ritraggono in un bacio appassionato con un uomo, riaprono prepotentemente il dibattito sulle preferenze sessuali dei calciatori.

Del madridista già si sapeva, o almeno si sospettava che dietro quell’atteggiamento gentile e a modo si nascondesse in realtà un animo, diciamo così, femminile. Le immagini non fanno altro che confermare i dubbi che in molti avevano, nonostante la situazione familiare di Guti, sposato con la presentatrice tv Arancha de Benito e padre di due figli. Ed ora chissà quali saranno le reazioni dei tifosi avversari, che già da tempo lo prendono di mira, indirazzandogli cori di scherno ed appellativi non proprio edificanti!

Del resto pallone e omosessualità non sono mai andati troppo d’accordo e fino a qualche anno fa nessuno si permetteva di accostare in qualche modo i due mondi, forse per quell’idea che vuole il calcio uno sport per uomini veri, come se un gay non possa essere considerato un uomo a tutti gli effetti.

Robinho si fa male e la Roma ha meno paura

Peccato, ci sarebbe piaciuto vederlo in campo contro la Roma nella sfida di Champions della prossima settimana! E invece Robinho non sarà della partita, a causa di una microfrattura della fascia del muscolo retto addominale, che lo costringerà ad almeno 10-15 giorni di stop forzato.

I tifosi giallorossi esultano, conoscendo bene le potenzialità di questo fenomeno del calcio brasiliano, ma chi ama il calcio sa che lo spettacolo che offrirà il Real sarà orfano di un elemento determinante.

Ma lo avete mai visto giocare? Piedi fatati, doppi passi, velocità, gol a grappoli e assist per i compagni, con quel pallone spedito in area, con su scritto “buttami dentro!”. Una capacità di saltare l’uomo che ha pochi eguali nel panorama internazionale e quei dribbling ripetuti all’infinito, che aprono qualunque difesa.

Santiago Bernabeu: la fabbrica dei sogni

Battiti a mille e occhi arrossati nel nominare quello stadio, che tanta fortuna portò alla causa italiana nel 1982. Era l’Italia di Zoff e Scirea, di Rossi capocannoniere e di Conti miglior giocatore del mondiale, dei baffi tagliati di Gentile e dell’urlo di Tardelli, di Bearzot e Pertini avversari a carte nel viaggio di ritorno verso casa.

Quanti ricordi legati a quello stadio, il cui nome è rimasto impresso nella memoria dei tifosi quasi fosse il dodicesimo della formazione messa in campo nella notte magica di Madrid. Ma passiamo oltre, per evitare che i ricordi ci prendano la mano e si finisca per parlare solo del trionfo mondiale e della Germania annientata, ma vi assicuro che su queste pagine ci sarà un capitolo dedicato ai ricordi ed alle emozioni di quella sera.

Ripartiamo dal titolo e dalla “fabbrica dei sogni”, definizione azzeccata di Alfredo Di Stefano, che al Bernabeu aveva alzato diversi trofei negli anni d’oro del Real.

Jozy Altidore: il volto nuovo del soccer

Da queste parti lo conosciamo più per essere uno dei testimonial dell’Adidas -trasformato in cartone animato alla pari di Messi, Ochoa e Guardado– che per quello che ha fatto realmente vedere su un campo di calcio, ma Josmer Volmy Altidore, detto Jozy, è sicuramente destinato a far parlare di sé nei prossimi anni.

Classe 1989, figlio di genitori tahitiani, nasce negli States, dove è difficile far carriera nel mondo del pallone, sport considerato minore rispetto al baseball, al basket, al football. Ciò non gli impedirà di innamorarsi del soccer, che segue in tv durante i Mondiali ’94, quelli del rigore di Baggio e del Brasile tetracampeao, quelli delle partite a mezzogiorno e dell’ennesima squalifica di Maradona per uso di droga.

Non ce l’ha fatta la macchina mondiale dell’organizzazione a far decollare il progetto-calcio negli USA, ma ciò non toglie che migliaia di bambini si siano innamorati di quel pallone da prendere a calci. E così Jozy comincia la sua carriera a livello scolastico. dimostrando di saperci fare e di avere buone possibilità per un futuro da calciatore, tanto da essere notato dagli organizzatori del Generation Adidas, una specie di vivaio dove far crescere le giovani promesse americane.

Il Real Madrid vince anche nella raccolta dei rifiuti!

Trenta volte Campione di Spagna, un record assoluto in Europa, 9 Coppe dei Campioni, 17 Coppe del Re, una Coppa della Liga, 2 Coppe Uefa, una Supercoppa Europea e 3 Coppe Intercontinentali: è questo l’invidiabile palmares del Real Madrid, club spagnolo che si è sempre distinto a livello internazionale per i suoi successi e per i grandi campioni che è riuscito a portare alla sua corte.

Gioca al Santiago Bernabeu, stadio che è stampato nella memoria dell’Italia sportiva, essendo stato palcoscenico della terza vittoria Mondiale del 1982. Da allora è stato ristrutturato due volte, seguendo progetti che lo rendevano sempre più funzionale e accogliente ed ora è il fiore all’occhiello di questa società, con settori da visitare in veri e propri tour organizzati. Uno stadio a misura di tifoso, dove si può assistere tranquillamente ad una gara senza correre il rischio di trovarsi coinvolti in incidenti.

Da prendere come esempio per serietà ed organizzazione, che costituiscono le basi per un successo che prosegue ormai da anni, il Real Madrid è riuscito a coinvolgere i suoi tifosi in un’iniziativa veramente lodevole che prevede il riciclaggio dei rifiuti all’interno dello stadio.

Classifica dei trasferimenti record

La sessione di mercato di Gennaio, che prometteva grandi colpi, si è rivelata meno eccitante del previsto, almeno fino ad ora. Amauri sembra proprio destinato a restare a Palermo almeno fino a Giugno, stessa cosa per Mellberg che a detta del suo allenatore, per ora non raggiungerà la Juve, a differenza di Sissoko, che ha già pronto il biglietto per Torino. Chi si aspettava Ronaldinho a Milano, sponda Inter o Milan poco importa, sembra che dovrà ancora aspettare , e chi cercava rinforzi in avanti, come il Torino, dovrà accontentarsi al massimo di Caracciolo, che potrebbe vestire granata nel fine settimana. Sembrano lontani i tempi di trasferimenti milionari, adesso si parla spesso di cifre esorbitanti, ma che alla fine restano nei portafogli. Certamente questa è una fortuna, dato che spendere milioni e milioni di euro per un giocatore sembravano a molti, compreso il sottoscritto, uno spreco inutile. Ma vediamo quali sono gli acquisti più costosi della storia del pallone:

Tutti pazzi per Amauri

La telenovela dell’italo-brasiliano più desiderato d’Italia si infittisce. Uscita allo scoperto la Juventus, ufficialmente interessata alla punta del Palermo, spuntano anche i primi ostacoli.
Ma stavolta non solo in Italia.

Infatti, secondo quanto riportato dall’agente del calciatore Vittorio Grimaldi, ci sarebbe anche l’interessamento di due big del calcio spagnolo. In particolare si tratterebbe del Barcellona, che vede in lui il sostituto naturale di Samuel Eto’o, ormai in rotta con la società, che continua a litigare con Ronaldinho, e che è ben lontano dalle sue prestazioni di qualche anno fa; e il Real Madrid, il quale sta pensando di sostituire Ruud Van Nistelrooy, che ha la piazza contro, e si sa quanto il parere del pubblico in Spagna conti (al contrario dell’Italia).

David Beckham verso il Newcastle

Di lui George Best diceva:

Non sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molti gol. A parte questo, per il resto è ok.

Ma se David Beckham è salito sull’Olimpo del calcio mondiale, un motivo ci deve pur essere. Acquistato dal Manchester United ad appena 16 anni, fa il suo esordio in prima squadra dopo la maxi-squalifica che colpì Eric Cantona nella stagione ’94-’95, diventando inamovibile nella squadra di Ferguson. Da allora lo attendeva una serie di successi con la maglia dei Red Devils: 6 campionati, 2 Coppe d’Inghilterra, 2 Supercoppe, una Champions ed una Coppa Intercontinentale.

Un palmares di tutto rispetto per un calciatore molto amato in patria sia dai tifosi della sua squadra che da orde di ragazzine che lo idolatravano per la sua indiscutibile bellezza. Ma proprio questa sua ultima caratteristica fu all’origine dei dissensi all’interno dello spogliatoio, che culminò con Sir Alex in versione lanciatore, mentre il povero David si ritrovò con uno scarpino stampato in faccia. Ciò che gli veniva rimproverato era la sua presenza continua sulle copertine dei giornali, sia per questioni di sponsor che per vicende che riguardavano sua moglie, la Spice Girl Victoria Adams.

Cristiano Lucarelli: da bandiera a traditore!

Era l’estate del 2003 quando Cristiano Lucarelli realizzò il sogno inseguito per una vita intera, passando dalla maglia granata del Torino a quella amaranto del Livorno, sua città natale. La squadra in quella stagione militava nella serie cadetta, ma lui era fiero di indossare quella casacca e di poter contribuire a far tornare grandi i colori della società. 29 reti in 41 partite (ad un solo gol dal capocannoniere Toni che giocava nel Palermo) contribuirono a riportare la squadra nella massima serie dopo ben 55 anni di assenza.

Da qui nasce l’amore dei tifosi per questo centravanti tutto muscoli e potenza, che l’anno successivo rifiutò l’offerta miliardaria del Torino che lo voleva indietro, giurando amore eterno alla squadra ed alla città. Ne valse la pena, visto il bottino di reti che potè accumulare a fine stagione (24 in 35 partite) che gli permisero di vincere il titolo di capocannoniere: non male per essere il centravanti di una neopromossa!

Altrettanti gol nella stagione successiva in cui il suo pubblico non smetteva mai di esaltarlo, invitando il ct della nazionale Marcello Lippi a convocarlo per i Mondiali di Germania. Alla fine dovette seguire il trionfo mondiale dell’Italia dalla poltrona di casa sua, ma per i tifosi era comunque un re, l’unico su cui contare sempre, la bandiera della squadra.

Chi vuole la coppa Italia?

Mercoledì nero per le big d’Europa. La coppa nazionale evidentemente non è solo un peso per le squadre italiane, ma anche negli altri paesi. A farne le spese sono state questa volta il Lione in Francia, il Real in Spagna, e il Milan in Italia.

Nel campionato transalpino i campioni in carica hanno detto addio alla coppa perdendo per 1-0 in una gara secca “all’inglese” contro il Le Mans, squadra di media classifica che non avrebbe mai potuto ostacolare i Leoni di Francia in campionato, ma che hanno potuto approfittare dell’attimo di distrazione (o del poco interesse) per fare il colpaccio ed eliminare la squadra più forte della nazione. È bastato un gol di Daisuke Matsui per piegare la (sterile) resistenza dei rossoblu.