Barcellona-Real Madrid 5-0: fotogallery

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Cinque schiaffoni sonori ed il sorpasso in classifica. E’ triste il primo clasico di Mourinho sulla panchina del Real Madrid nel posticipo serale della tredicesima giornata della Liga. I galacticos non hanno avuto la forza di reagire di fronte ad un Barça stellare che ha comandato la gara dall’inizio alla fine. L’orgoglio di Cristiano Ronaldo ha tentato vanamente di evitare la figuraccia in mondovisione alle merengues, ma contro i blaugrana ammirati ieri sera al Camp Nou c’era ben poco da fare.

Messi comandava il gioco dei furetti catalani e già al minuto numero 5 poteva togliersi la soddisfazione della segnatura personale, quando veniva fermato solo dal palo. Ma vantaggio non tardava ad arrivare, quando il cronometro segnava il minuto numero 10 e Xavi mandava in visibilio il popolo blaugrana. Di lì a qualche minuto arrivava anche il raddoppio di Pedro e Mourinho cominciava a temere di ricevere un pallottoliere come regalo anticipato di Natale.

Il Barcellona è la miglior squadra spagnola del decennio

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Secondo uno studio condotto dal Centro de Investigaciones de Historia y Estadística del Fútbol Español – CIHEFE -, il Barcellona è stato il miglior club spagnolo del primo decennio del ventunesimo secolo – dopo essere stato considerato la squadra più forte degli ultimi venti anni dall’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio – IFFHS -, un istituto riconosciuto dalla FIFA che si occupa – come dice il suo nome – di statistiche e record individuali e di squadra riguardanti la storia del calcio.

Il risultato è arrivato utilizzando un metodo di calcolo simile a quello impiegato dall’IFFHS. L’organismo iberico ha attribuito ad ogni club spagnolo una serie di punti per ogni risultato ottenuto nelle competizioni – nazionali e continentali – affrontate. Non sono stati attribuiti punteggi aggiuntivi in caso di conquista di titoli – campionati, coppe o Champions League.

Milan-Real Madrid 2-2: fotogallery

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Il Milan cercava l’impresa contro il Real Madrid dei fenomeni. E impresa è stata, almeno fino a qualche secondo dal triplice fischio finale, quando quel furetto di Pedro Leon zittiva San Siro con la rete del 2-2, che vale ai rossoneri un solo punto in classifica.

La squadra di Allegri non ha ripetuto gli errori commessi nella gara di andata e per tutto il primo tempo è riuscita a salvaguardare il pareggio, proponendosi anche un paio di volte dalle parti di Casillas. Ma proprio quando i 22 in campo pregustavano il the caldo dell’intervallo, ecco l’errore della difesa e l’inserimento di Higuain, che infilava Abbiati in tutta traquillità.

Real Madrid-Milan 2-0: fotogallery

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La sfida stellare al Santiago Bernabeu se la aggiudica il Real Madrid delle meraviglie, che ha saputo sfruttare al meglio il timore iniziale del Milan, piazzando un uno-due difficile da recuperare. E così capita che al minuto numero 14 le merengues siano già in vantaggio di due reti, con i rossoneri costretti a risvegliarsi improvvisamente dal sogno di espugnare il catino infuocato dei blancos.

La serata è più storta che mai e ci si mette anche la sorte ad impedire agli uomini di Allegri di dimezzare quantomeno lo svantaggio (vedi traversa di Pirlo). Milan solo sfortunato? Naturalmente no, perché di fronte ad un Cristiano Ronaldo in grande spolvero e alle ottime individualità dell’undici di Mourinho c’era ben poco da fare.

Champions League: Real Madrid – Milan 2-0

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Terza giornata Champions League gruppo G
Stadio Bernabeu, Madrid
Real Madrid-Milan 2-0
Reti: 13′ Ronaldo (R), 14′ Ozil (R)

Tramortiti così. Con un uno-due capace di spezzare la partita in men che non si dica. Il Milan della prima parte di gara non esiste. O non resiste. Perchè di fronte le undici Merengues aggrediscono dall’istante immediatamente successivo al fischio del direttore di gara.

Tanto Real Madrid a scapito di una squadra – non ci fosse il blasone della bacheca verrebbe da dirlo – intimorita: pieni di paura, i rossoneri, il cui centrocampo fa il paio con la difesa e va in bambola davanti a un Cristiano Ronaldo tornato quello che vorrebbero sempre vedere gli sponsor. CR7, semplicemente un fenomeno a cui basta dar palla per lasciare che inventi.

Oppure, come accade al 13′ in occasione della punizione concessa ai locali, basta semplicemente consegnargliela che poi, a sistemarla a terra ci pensa da sè. Calcia con potenza e precisione mentre la barriera ospite si apre che ancora ti chiedi perchè: Amelia può solo osservare la sfera passargli di fianco, sulla sinistra, e finire in rete.

Il 4-3-1-2 di Allegri (Pato, Ibra, Ronaldinho ci sono) non fa in tempo ad assestarsi che, tanto, lui è già sfilato un’altra volta. CR7. Lo lasci al limite dell’area, conti fino a due, ha già eluso l’intervento dei marcatori e fatto in tempo a mettere in mezzo. Tra Ozil e il raddoppio ci sono 14 metri e la schiena di Bonera.

Tra Amelia e il miracolo, gli stessi metri, la stessa schiena. La sorte dice Real, seconda rete in due minuti. Mourinho gongola mentre Gattuso e compagni abbozzano una reazione: la si nota sotto il profilo agonistico, assai meno se provi a fare la conta delle conclusioni.

Rooney litiga con Ferguson, sarà addio allo United?

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La permanenza al Manchester United di Wayne Rooney potrebbe essere quasi finita. Dopo sei stagioni ed un centinaio di reti segnate, l’attaccante della nazionale inglese potrebbe lasciare lo United. Ma non la città di Manchester. Secondo le indiscrezioni del Sunday Mirror, il bad boy ed il suo mentore, Sir Alex Ferguson, sarebbero ormai ai ferri corti tanto da far pensare ad un addio già a gennaio.

Il fattore scatenante è stato lo scandalo del rapporto extraconiugale che ha colpito il calciatore, e che ha portato il suo coach a lasciarlo in panchina per alcune partite. Ora che Rooney è tornato titolare però non è come prima, manca di mordente, gioca sottotono, e secondo i ben informati gioca male perché ormai non ha più stimoli alla guida di un uomo con cui non va più d’accordo.

La caviglia di Rooney, il Manchester ed il Real

Wayne Rooney interviene a gamba tesa su Sir Alex Ferguson. Probabilmente una reazione alle recenti esclusioni: Sir Alex lo aveva lasciato fuori nella partita di Champions con il Valencia e nelle gare di Premier con Sunderland ed Everton – il primo match dopo le rivelazioni sulla sua relazione con la escort Jennifer Thompson – sostenendo che avesse dei problemi alla caviglia dopo l’infortunio dello scorso aprile.

Ai media inglesi Rooney ha raccontato che

Non ho mai avuto alcun fastidio alla caviglia in tutta la stagione e se mi chiedete perché Ferguson ha detto questo, vi rispondo che non lo so. Ho perso qualche gara quest’anno e (…) voglio continuare a giocare con costanza e ad allenarmi duramente ogni giorno, come faccio da quando sono ragazzino, così che i gol arriveranno, e una volta che ne arriverà uno, non mi fermerò più.

Kakà verso il San Paolo?

E’ fermo ai box da qualche mese, ma il suo nome continua a tenere banco sulle prime pagine dei quotidiani sportivi. Ricardo Kakà probabilmente sta vivendo le ultime ore alla corte di Florentino Perez, vista la volontà del club (Mourinho in primis) di cederlo in prestito sin dalla prossima sessione di mercato.

Del resto, il talento brasiliano non è mai riuscito ad entrare nei cuori dei tifosi del Real Madrid, a causa di diversi infortuni che gli hanno impedito di tornare ai livelli degli anni trascorsi al Milan. Lo stesso Mourinho ha lasciato intendere più o meno palesemente di poter fare a meno del centrocampista, ritenuto non indispensabile per il gioco delle merengues. Di qui l’idea di cederlo in prestito, almeno fino al prossimo giugno, per permettergli di giocare con continuità e di ritrovare lo smalto di un tempo. Ma quale club potrebbe offrirgli una simile opportunità?

Mourinho, in Spagna sono già stanchi di lui

Il mangia-allenatori Florentino Perez potrebbe già fare un’altra vittima. Anzi, se non fosse che ha pagato tanto Mourinho, tra contratto e “riscatto” dall’Inter, l’avrebbe già fatto fuori. La spocchiosità dello Special One è riconosciuta (ed apprezzata) in tutto il mondo, ma pare non andare a genio ai giornalisti e ai tifosi del Real Madrid. Una situazione in cui non aiutano i risultati in campionato.

In pratica le cause dell’inizio di una guerra fredda tra Mourinho e la Spagna sono due: nonostante i proclami di quello che si definisce il miglior allenatore del mondo, il Real ha 4 punti e 10 reti segnate in meno rispetto all’anno scorso, quando su quella traballante panchina sedeva Pellegrini, che l’hanno portato al quarto posto in 5 giornate; e poi non vanno giù le sue illazioni, come quella di una settimana fa che indicava come favorito il Barcellona perché gli avversari lo affrontavano con i panchinari.

Mourinho: al Barça regalano le partite

L’aria della Spagna non gli ha fatto perdere la vena polemica ed anche in quel di Madrid continua ad allietare la platea dei giornalisti con sparate a zero sull’avversario di turno. Parliamo naturalmente di Josè Mourinho, colui che Italia non perdeva occasione di scagliarsi contro Roma, Juve, Milan, a seconda della situazione e che in Spagna ha individuato nel Barcellona (naturalmente) l’avversario da affrontare anche sul piano dialettico. Stavolta a far infuriare lo Special One è l’atteggiamento del Gijon, che nella gara contro il Barça ha fatto scendere in campo un gran numero di rincalzi, favorendo dunque, a suo dire, la squadra di Guardiola:

Se ci sono squadre che regalano le partite al Barcellona, allora per noi sarà dura vincere la Liga.

Che cerchi già di mettere le mani avanti in caso di fallimento? A voi il video dello sfogo ed i commenti.