Il suo caso rischiava di trasformarsi in tormentone e se sulla sua strada avesse trovato un tecnico più comprensivo e meno determinato, a quest’ora starebbe giocando nella Premier.
Ma i desideri di Balotelli sono andati a cozzare contro il polso duro di mister Mourinho, che già in passato aveva dato dimostrazione di fermezza, lasciando fuori giocatori che non hanno bisogno di presentazioni e che nel corso della carriera sono stati definiti dei fenomeni. Per di più, quello di Balotelli più che un desiderio sembrava un capriccio, mal consigliato (forse) da chi gli era accanto.
E da buon padre, Mourinho l’ha capito e si è comportato esattamente come si fa con i bambini capricciosi, tenendoli lontani dai propri giochi preferiti. Una gara saltata in campionato, una in Coppa Italia e la minaccia perentoria “o cambi atteggiamento o ti scordi com’è fatto un pallone”. Risultato: Balotelli cambia opinione riguardo al prestito, resta alla Pinetina, non mugugna più e si fa in quattro per dimostrare al mister la sua rinnovata voglia di giocare in nerazzurro.