Barça, David Villa e Ibrahimovic

Campione d’Europa e mondiale in carica, e al centro dell’attacco della squadra più forte del pianeta – il Barcellona. In una parola David Villa. Alla sua seconda stagione tra i blaugrana è stato in qualche caso eclissato da qualche altro talento, ma El Guaje vive piuttosto bene la situazione.

Così come ha vissuto positivamente la fase dell’adattamento al gioco catalano:

è una questione di concetti: sapere quando pressare, quando difendere… Queste regolazioni, questi movimenti che, quando capisci al tuo ritmo, divengono naturali e meno faticosi

– ha spiegato a El Pais.

Guardiola: “Quest’anno il Barça non vince nulla”

E’ piuttosto raro che una squadra come il Barcellona impatti due partite consecutive e tanto basta per far gridare al calo di concentrazione o all’appagamento di una squadra che ha ormai vinto tutto ed è ormai priva di stimoli. Pep Guardiola non si scompone più di tanto e risponde alle critiche a modo suo:

Da quando sono qui non ho mai promesso nulla. Se vi piacciono le frasi a effetto allora vi dirò che quest’anno probabilmente non vinceremo nulla. Quello che prometto è che giocheremo sempre per vincere, che giocheremo come abbiamo fatto con la Real Sociedad e col Milan: 23 tiri in porta e 70% di possesso palla. Ma non posso promettere titoli.

Mourinho, Guardiola, Wenger: i sogni dello sceicco per il suo Paris Saint Germain

L’arrivo di liquidità importanti – se arriva da un emiro tanto meglio – rappresenta sempre una buona notizia per l’allenatore. Perché può disporre di mezzi importanti per costruire una squadra da sogno. Più o meno è quello che sta capitando ad Antoine Kombouaré del PSG. L’allenatore si è visto arrivare un gran numero di giocatori di qualità quest’estate. E mentre si trovava spesso a dover affrontare il problema di una rosa limitata, oggi può ormai affrontare il campionato e l’Europa League senza preoccuparsi della forma fisica dei suoi giocatori.

Ma questa manna finanziaria porta con sé altri problemi. Così, la pressione esercitata dalla nuova direzione del Qatar è proporzionale agli investimenti compiuti dallo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani. Quest’ultimo d’altra parte sembra che abbia fissato degli obiettivi complicati da realizzare – sembra che domandi niente più e niente meno che tre titoli alla fine della stagione.

Guardiola torna a seminare dubbi sul suo futuro

Come tutto il pianeta calcio sa, il Barcellona sta dominando in Spagna e nel mondo da quando è arrivato lui: Pep Guardiola. Dopo aver conquistato nell’ultima stagione una Liga e la Champions League i blaugrana vorrebbero ripetersi anche in questa stagione, per arrivare là dove nessuna squadra dell’era moderna è arrivata.

Un’annata difficile, che potrebbe essere ulteriormente complicata da alcuni dossier complicati. Il primo riguarda Pep Guardiola, il tecnico che rifiuta di firmare dei contratti di lunga durata.

Roma, Guardiola difende Luis Enrique

Luis Enrique non sta vivendo un momento positivo sulla panchina della Roma e sono in molti a chiedersi se la scelta di affidare la guida della squadra ad un emergente sia stata azzeccata. Il malumore serpeggia tra i tifosi giallorossi, tanto più che lo spagnolo ha trovato subito il modo di “farsi nemico” il beniamino del pubblico, Francesco Totti, sostituito nella gara di ritorno con lo Slovan Bratislava, quando la qualificazione era ancora possibile. A spezzare una lancia in favore del giovane tecnico della Roma è il suo amico Pep Guardiola, che certo non ha di questi problemi sulla panca del Barcellona:

C’è bisogno di pazienza, il mondo non si fa in due giorni. Se vado io alla Roma pretendono che in due o tre settimane giocano come gioca ora il Barcellona?. Purtroppo nel calcio non c’è tempo, è il nostro mestiere, ma sono sicuro che se lo sosterranno farà un grandissimo lavoro, anzi ne sono sicurissimo. Luis Enrique è un allenatore di personalità.

La finale di Champions League nelle parole di Ferguson e Guardiola

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Mancano meno di ventiquattro ore all’atto finale della Champions League, che vedrà confrontarsi Barcellona e Manchester United in una sorta di replay della finalissima di Roma di due anni. In quell’occasione il Barcellona di impose per due reti a zero, impedendo a Sir Alex Ferguson di sollevare la sua terza coppa con le orecchie. Il baronetto ricorda con dispiacere quel momento e spera di poter cambiare la storia:

Rispetto a quella finale sento che la squadra è più pronta. Non siamo cambiati molto in termini di giocatori, ma abbiamo più maturità ed esperienza internazionale. Sappiamo cosa fare, ci siamo preparati bene. Credo che la qualità principale della mia squadra sia l’unità. Abbiamo la stessa struttura di un paio di anni fa, ma giocare in Champions ci ha fatto crescere. Rivincita? No, non sarà una rivincita. A Roma abbiamo commesso un paio di errori che ci hanno fatto perdere, adesso sarà importante rimanere sempre concentrati. Una cosa è sicura, sarà una partita difficile per entrambi i club.

Champions League: botta e risposta Mourinho – Guardiola

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La tensione sale alle stelle a meno di ventiquattro ore dal clasico più atteso dell’anno, quello che assegnerà la semifinale di andata di Champions League tra Real Madrid e Barcellona. A scaldare gli animi era stato Guardiola qualche giorno fa, quando si era presentato in sala stampa per rispondere polemicamente alle voci che volevano un arbitro portoghese (e quindi connazionale dello Special One) designato per una delle gare più importanti della stagione. Mourinho solo oggi ha trovato modo di rispondere e – come al solito – le sue dichiarazioni non sono passate sotto silenzio:

E’ la prima volta che sento un allenatore criticare la scelta di un arbitro prima dell’inizio della partita. Non sono un amico degli arbitri. Quando gli arbitri sbagliano mi lamento e lo faccio in maniera onesta. È iniziato un nuovo ciclo. Finora c’era un piccolo gruppo che non parla degli arbitri e uno più grande che ne parla, e li critica quando fanno errori importanti. Di questo faccio parte io. Con le dichiarazioni di Pep siamo entrati in una nuova era, in un nuovo gruppo nel quale c’è solo lui, che critica la scelta dell’arbitro. Non si era mai visto.

Guardiola accende il clasico di Champions League

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E’ un Guardiola stranamente polemico ed ironico quello che si presentato in conferenza stampa ieri sera al termine di Barcellona-Osasuna. Il pensiero è rivolto al clasico di Champions League di mercoledì prossimo, quando i blaugrana si ritroveranno nuovamente di fronte il Real Madrid, fresco vincitore della Coppa del Re. Il motivo del nervosismo dell’allenatore catalano è da ricercare nelle indiscrezioni apparse sulla stampa, secondo le quali la semifinale di andata potrebbe essere diretta da un arbitro portoghese, dunque connazionale di Josè Mourinho, come accadde lo scorso anno, quando Benquerença diresse Inter-Barcellona, vinta dai nerazzurri per 3-1:

Se è così, sono convinto che l’allenatore del Real sarà contentissimo. Lo è stato l’anno scorso sempre in Champions e lo sarà anche questa volta.

Guardiola: se vinco solo la Liga è un flop

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Alla guida del Barcellona ha vinto praticamente tutto ed ora non accetta che il suo operato venga messo in discussione dopo una sconfitta, seppur pesante. Lui è Pep Guardiola, uscito sconfitto dalla sfida con Mourinho nella finale di Coppa del Re e criticato da una parte di stampa. L’allenatore dei blaugrana non ci sta e difende le proprie ragioni, usando l’ironia:

Vincere solo la Liga sarebbe un disastro, un flop. Bisognerebbe cambiare allenatore, presidente e giocatori: è finito un ciclo.

Guardiola si allontana dal Barcellona: Juve e Roma pronte all’assalto

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Il problema allenatore per due grandi club come Juventus e Roma, o almeno per uno dei due, potrebbe essere risolto a breve. Pep Guardiola, uno degli allenatori più apprezzati (e vincenti) al mondo, ha nuovamente manifestato la sua volontà di lasciare Barcellona.

Non è una novità, già mesi fa si ventilava un suo addio, per poi rimandare tutto quando ha firmato il rinnovo del contratto per un altro anno. Ma ora è tutto di nuovo in discussione. Parlando ai microfoni della Rai, ieri l’allenatore blaugrana ha spiegato che, anche se il Barça è un grande club e che ha vinto tutto e può vincere anche in futuro, lui non se la sente di rimanere legato al club per sempre.

Messi e Mourinho sono i più pagati del calcio

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Chi è il giocatore più ricco del mondo? E l’allenatore più pagato? A fare i conti in tasca alle star del pallone ha provveduto France Football, che ha stilato la classifica dei Paperoni del calcio mondiale. Ebbene, pare che il calciatore più ricco del mondo, limitatamente all’anno 2011,  sia Lionel Messi, stella del Barcellona, che nell’anno in corso guadagnerà qualcosa come 31 milioni di euro.

E dire che l’ingaggio della Pulce è di “soli” 10 milioni di euro l’anno, mentre i restanti 21 arrivano dalle tante sponsorizzazioni che lo vedono come testimonial. Del resto, è normale che il talento argentino sia sul gradino più alto del podio, essendo tra i forti in assoluto del calcio moderno, anche se dal punto di vista dell’immagine forse non “tira” come altri calciatori ben più attraenti e muscolosi, come ad esempio Cristiano Ronaldo.

Laporta svela qualche retroscena su Ibrahimovic

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Nonostante le 21 reti messe complessivamente a segno durante la sua stagione a Barcellona, l’acquisto di Zlatan Ibrahimovic è stato considerato da tutti un errore. Basta pensare alla differenza tra il prezzo di acquisto – complessivamente un settantina di milioni di euro, tra contanti e la valutazione data per Samuel Eto’o – e quello a cui è stato venduto al Milan – ventiquattro.

Dell’insuccesso spagnolo del calciatore, lo svedese e il suo agente Mino Raiola ne hanno sempre attribuito la responsabilità all’allenatore blaugrana Pep Guardiola. E in maniera non dissimile si è comportato l’ex-presidente della società catalana Joan Laporta in un’intervista rilasciata al quotidiano sportivo spagnolo As.