Paul Gascoigne arrestato per aggressione

Il pelo lo ha perso, ma il vizio fa ancora parte della sua indole, se è vero che periodicamente torna a far parlare di sé per vicende poco edificanti. Lui è Paul Gascoigne, genio e sregolatezza, tanto forte in campo quanto fragile nella vita. Oggi è finito nuovamente in prima pagina per l’aggressione ad una guardia privata ed alla ex moglie, ovviamente dopo aver scolato qualche bottiglia di alcol.

Gascoigne, il calcio inglese si mobilita per salvarlo dall’alcol

Genio e sregolatezza, come e più di altri che lo hanno preceduto. Un giorno idolo delle folle, trascinatore indiscusso in campo quanto debole ed indifeso fuori dal rettangolo verde. Oggi è l’ombra di se stesso Paul Gascoigne, tornato prepotentemente in prima pagina per via dell’ennesimo guaio legato all’abuso di alcol. Ieri lo davano in pericolo di vita, abbattuto da un collasso cardiocircolatorio e ricoverato d’urgenza in un costoso ospedale privato. Oggi il calcio inglese di mobilita per aiutarlo nella difficile lotta contro l’alcolismo, nella speranza che per Gazza ci sia ancora un domani.

Paul Gascoigne vuole morire

Da qualche mese non ne seguivamo più le vicende, convinti che lo show sul treno per Newcastle fosse solo un episodio isolato. E invece il nostro caro Paul Gascoigne non

Gascoigne e Maradona, campioni ritrovati

Eroi in campo, deboli fuori. Capaci di incantare con il pallone tra i piedi, infiammando la fantasia dei tifosi, ma troppo fragili nel carattere, tanto da ritrovarsi schiavi di un vizio che difficilmente lascia scampo. E’ la storia che accomuna Diego Armando Maradona e Paul Gascoigne e, sebbene sia difficile un paragone calcistico tra i due, resta la somiglianza negli eccessi fuori del campo.

I guai del Pibe de Oro sono lontani nel tempo, ma è scontato che il suo nome venga fuori ogni qualvolta ci si trova a parlare di talenti che buttano al vento il grande privilegio che gli è stato concesso, come è accaduto a Paul Gascoigne, ad esempio. Ora Diego ha trovato la sua dimensione ideale, coronando un sogno che inseguiva da tempo, finalmente libero da vizi e schiavitù:

Ero praticamente morto, dopo molti anni ora mi sento felice. Mi sveglio tutti i giorni con una fiducia rinnovata nella vita. Mi sono reinventato, si può uscire dalla droga.

Paul Gascoigne si racconta

Sul suo conto ne abbiamo dette e scritte di tutti i colori, ma quasi sempre basandoci sulle rivelazioni di chi ha avuto la sfortuna di incontrarlo nell’ultimo disastroso anno. Di parole uscite dalla sua bocca, invece, poco o niente, come se bastasse il suo comportamento a descrivere lo stato pietoso in cui versava.

Parliamo di Paul Gascoigne, più volte finito ad arricchire le pagine del nostro blog per vicende al limite del paradossale, con tutti quegli eccessi che ne hanno caratterizzato la vita da quando ha smesso di giocare a calcio. Stavolta, però, Gazza prende la parola e ci racconta dalle pagine del Sun il suo ultimo anno di vita, tra alcol, droga, uscite di testa e ricoveri vari. Tutto comiciò dopo l’operazione all’anca sul finire del 2007:

Non ricordo esattamente quando e perché ripresi a bere dopo l’intervento, ricordo solo che era Natale e che avevo voglia di farmi un goccio. Cominciai con un paio di bicchieri di vino e non mi fermai praticamente più. Dopo una settimana, non ero più in grado di badare a me stesso, così mi spostai al Marriott Hotel di Gateshead, dove mi scolai di tutto, dal vino alle bottigliette di gin del minibar.

Gascoigne, terapia in… frigorifero

Pensavamo che per aiutarlo a risolvere i suoi problemi fosse necessario chiuderlo in qualche clinica e buttare via la chiave, per un tempo sufficientemente lungo da fargli passare la voglia di combinar guai. E invece, che ci crediate o no, basteranno tre minuti per aiutare Paul Gascoigne nella sua lotta disperata contro se stesso e contro gli eccessi che lo hanno portato quasi alla morte.

Tre minuti? Esattamente. Sarà questo il tempo che Gazza trascorrerà all’interno di una cella frigorifera alla poco invidiabile temperatura di -135 gradi, in un processo chiamato krioterapia, che mira a far concentrare il sangue al centro del corpo per la stimolazione delle difese naturali.

Detto in questo modo sembra una tortura (immaginate cosa debba significare essere ibernati per tre lunghissimi minuti con il gelo che ti entra nelle ossa e ti impedisce persino di pensare), ma a quanto pare è una tecnica molto usata per la cura dell’osteoporosi, ma anche di malattie “nascoste” come depressione e stress.

Nel tormentone-Gascoigne arriva anche mamma Carol

La vicenda Gascoigne si arricchisce di un nuovo capitolo. Al centro del caso c’è ancora il famoso documentario mandato in onda da Channel 4 lo scorso lunedì. All’ex stella del calcio inglese è stato impedito di godersi lo spettacolo, ma nessuno è riuscito a tenere lontana dalla tv mamma Carol, che non ha certo reagito nel migliore dei modi alla visione delle immagini.

Guardava lo show attraverso le lacrime e, se già era abbastanza duro per lei che il bizzarro comportamento di Paul venisse mostrato a tutti, il peggio è stato vedere il nipote disconoscere il padre, ovvero suo figlio. Carol era così disperata che piangeva più che parlare e dev’essere stato davvero penoso per lei vedere quanto Paul sia malato.

Questa la rivelazione di un’amica di famiglia di fronte ai taccuini dei tabloid inglesi. Ci sarebbe da capire se l’amica sia veramente tale, visto che alla prima occasione ha spifferato tutto alla stampa, ma questo è un altro discorso.