Bundesliga: un boccale di birra ferma St. Pauli-Schalke, e intanto il Borussia va (video)


Non ne va bene una allo Schalke 04. Vincere è diventata un’impresa in Bundesliga, ma una volta tanto che ce la stava facendo, ecco il pazzo che non ti aspetti. Mancano poco più di 10 minuti alla fine di St.Pauli-Schalke, sul risultato di 0-2. I padroni di casa, ad un passo dalla retrocessione, sono in 9 per l’espulsione di due giocatori, e gli animi surriscaldati portano un tifoso, evidentemente ubriaco, a lanciare un bicchiere pieno di birra addosso al guardalinee. La conseguenza è inevitabile: partita sospesa. Si riprenderà probabilmente a porte chiuse, ma ormai l’euro-avversaria dell’Inter ha i tre punti in tasca che la porteranno, una volta per tutte, alla salvezza. In capo all’articolo il video del “fattaccio”.

Ma non c’è solo questa partita a riscaldare gli animi dei tifosi. Per la seconda volta negli ultimi mesi il Borussia Dortmund esce dalla crisi con una grande prestazione. La pausa per le nazionali ha fatto bene ai (probabili) futuri campioni di Germania che rifilano 4 reti alla terza in classifica (quarta dopo la sconfitta), l’Hannover. La gara ha un che di incredibile. 0-0 alla fine dei primi 45 minuti, gli ospiti vanno in vantaggio al 57′. Il gol dà la carica ai padroni di casa che si svegliano e assaltano l’area avversaria. Gotze ci mette appena due minuti a pareggiare, e questa reazione dà il via alla goleada che ne seguirà.

Italia-Serbia diventa un caso politico

All’indomani del vergognoso spettacolo passato davanti agli occhi degli italiani (e non solo) in diretta tv, si sprecano le chiacchiere sulle varie responsabilità, i commenti su cosa si poteva fare per evitare il fattaccio, i botta e risposta tra Italia e Serbia sul comportamento delle rispettive forze di polizia.

Sta di fatto che Italia-Serbia, valevole per le qualificazioni ad Euro 2012, non si è giocata per colpa di un manipolo di bestie (ci perdonino gli animalisti), partite da Belgrado con la ferma intenzione di creare scompiglio sia all’esterno che all’interno dello stadio Ferraris di Genova.

A chi dare la colpa? Chi ha aperto le gabbie, permettendo a 100-200 imbecilli di varcare la frontiera per mettere a fuoco e fiamme la città di Genova?

Italia-Serbia e la morte del calcio

Mi pagano per scrivere di calcio, la mia passione da quando avevo un paio d’anni e restavo affascinata da quella palla che rotola sul terreno, dalla gioia stampata sul volto di chi segna, dalla voglia di rivincita di chi invece è costretto ad incassare una sconfitta. Perdonate l’amarcord personale, ma di fronte allo spettacolo visto questa sera, la voglia di scrivere di calcio è davvero poca. E di calcio in realtà c’è ben poco da scrivere.

L’Italia si ritrova in testa al proprio girone con dieci punti (eh sì, perché immaginiamo che la vittoria a tavolino non ce la possa togliere nessuno), ma l’Italia non ha vinto, lo sport non ha vinto, la parte buona del tifo non ha vinto. A vincere, come sempre accade in certe situazioni, sono quei quattro imbecilli che sembrano godere nel veder distrutto il giocattolo, che mischiano la politica con il calcio, che sperano di risolvere sugli spalti i propri problemi personali o nazionali.

Italia-Serbia è sospesa

Doveva essere una festa dello sport, ma anche un modo per onorare i quattro militari italiani uccisi in Afghanistan. L’Italia con la morte nel cuore e con il lutto al braccio cercava contro la Serbia altri tre punti per la corsa alla qualificazione agli Europei del 2012. Ma festa non è stata, a causa – come spesso accade – di quattro imbecilli, che hanno deciso di trasformare una partita di calcio in una vera e propria guerra.

Stavolta gli imbecilli sono i serbi, non le decine di migliaia che sono arrivate a Genova per godersi la partita, ma quel centinaio che ha messo le ragioni politiche davanti a quelle dello sport, animando le ore precedenti alla gara con lanci di fumogeni e petardi, sia all’esterno dello stadio che all’interno del Ferraris. Il pullman che doveva portare Stankovic e compagni allo stadio è stato assalito ed il portiere titolare minacciato o colpito. Ma la situazione è degenerata a pochi minuti dall’inizio della gara, quando un tifoso serbo ha tranciato le reti di recinzione, incitando i propri connazionali alla violenza.

L’inizio della gara ovviamente è stato ritardato, mentre la polizia si schierava nei pressi del settore degli ospiti. Alla fine sembravano aver vinto le ragioni dello sport, con le due formazioni che entravano in campo, ascoltavano gli inni ed applaudivano al momento di silenzio per i caduti italiani.

Brescia-Larissa, nemichevolmente calcio: botte d’estate – VIDEO

Fino a ora conoscevamo i botti d’inverno, quelli che a Capodanno mettono in cantiere un anno e danno il benvenuto all’altro. Non ancora note, le botte d’estate che pure sono diventate una costante sui terreni di gioco. Le chiamano amichevoli di calcio:  servono a ciascun club per misurare lo stato di forma in vista della stagione che verrà ma nessuno – finora – aveva spiegato che tali partite di preparazione vanno in scena, in casi sempre più frequenti, su terreni di gioco prestati alla boxe. Prima il Catania, poi il Cagliari. Infine il Brescia. Solo che stavolta un minimo di preveggenza poteva pure arrivare. Quando dici: un obiettivo tutto scritto nel nome. Larissa.

Chissà se, col senno di poi, i dirigenti del Brescia si siano quantomeno riproposti di fare maggiore attenzione in sede di definizione del programma delle amichevoli estive. Già. Perchè nel corso della gara in svolgimento a Trento (Storo, per l’esattezza) nel pomeriggio di ieri, le Rondinelle sono incappate nella (poco) prevedibile rissa di inizio agosto.