Nell’Inter dei tanti campioni, che spesso fanno fatica a ritagliarsi un quarto d’ora di gloria, era difficile aspettarsi l’esplosione di un ragazzino. Al massimo era lecito puntare sulla consacrazione di Balotelli, dopo le buone prove offerte durante la gestione Mancini, ma chi avrebbe mai puntato sulla scoperta di un vero talento nel reparto arretrato?
E invece Davide Santon ha saputo stupire tutti, guadagnandosi partita dopo partita la fiducia dell’ambiente, fino a diventare titolare fisso nella difesa nerazzurra, nonché unico italiano in una squadra di stranieri (e non è poco!).
Merito suo e della sua personalità così spiccata e per nulla incline alla soggezione di fronte a calciatori ben più navigati e famosi, ma anche merito di Mourinho, che ha saputo buttarlo nella mischia al momento opportuno ed ora ne loda le qualità, paragonandolo addirittura al mito Giacinto Facchetti.