Premier League, Di Canio allenatore del Sunderland e Milliband si dimette

Una vera e propria bufera si abbatte sul calcio inglese. Paolo Di Canio, che fa sempre parlare di sé per le sue trovate discutibili, in particolare sulle esultanze, è diventato da oggi il nuovo allenatore del Sunderland. La sua nomina però non è piaciuta ai tifosi che hanno inondato la rete di insulti, associando l’immagine dell’ex calciatore della Lazio ad Adolf Hitler a causa di alcuni suoi saluti nazisti effettuati dopo i gol.

Paolo Di Canio accusato di razzismo

Il vulcanico Paolo Di Canio finisce nuovamente in prima pagina, creando non poche polemiche in terra inglese. L’accusa all’ex calciatore della Lazio è di quelle pesanti, specie in Inghilterra, dove il tema del razzismo è piuttosto sentito. Il tecnico dello Swindon è accusato di aver rivolto insulti razzisti ad un proprio giocatore, Jonathan Tehoue, poi allontanato dalla squadra.

Video: Rissa tra Di Canio e un suo giocatore

Paolo Di Canio è sempre al centro della scena. Durante la sua carriera di calciatore ha fatto parlare spesso di sé per le sue mattane e i suoi gesti da libro Cuore – oltre al suo essere dichiaratamente fascista.

E le cose non cambiano ora che ha deciso di diventare allenatore dopo una parentesi da stimato opinionista per la sua capacità di andare al di là delle frasi scontate.

Di Canio è fascista, gli sponsor lasciano lo Swindon Town

Foto: AP/LaPresse

Può il credo politico pregiudicare la carriera di un allenatore? Pare proprio di sì, se il protagonista è Paolo di Canio, dichiaratamente fascista, tanto da salutare la Curva Nord alla fine di un derby con la mano destra sollevata al cielo, nel classico gesto del saluto romano. Ebbene, il suo credo potrebbe allontanarlo dalla panchina del Swindon Town, prima ancora della presentazione ufficiale.

La squadra di quarta divisione inglese aveva deciso di affidare la guida tecnica all’ex calciatore della Lazio, scatenando però la reazione degli sponsor, che non vogliono avere nulla a che fare con uno che difende l’ideologia di destra. Il primo sponsor a lasciare lo Swindon Town è stato Gmb Union, un sindacato distintosi sempre per la politica antifascista, che versava nelle casse del club 4.000 sterline all’anno.

Società Sportiva Lazio

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Società Sportiva Lazio

Quella che oggi conosciamo come Società Sportiva Lazio (o SS Lazio) nacque in realtà come Società Podistica Lazio per opera di nove atleti. Era il 9 gennaio del 1900 e Luigi Bigiarelli, sottufficiale dei Bersaglieri, si mise alla guida dei suoi giovani amici, che comunque nei primi anni di storia del club non parteciparono ad alcun campionato nazionale.

Per la prima partecipazione occorre arrivare al 1912, quando finalmente si organizzò un campionato che vedeva protagoniste anche le compagini del centro e del sud Italia. Due finali in quegli anni per i biancazzurri, che però si videro superare in entrambe le occasioni, così come accadde nel 1923, quando a conquistare il titolo fu il Genoa. L’iscrizione al primo campionato di Serie A arrivò nel 1929, ma per ricordare un piazzamento dignitoso bisogna arrivare fino al 1937, quando guidata da Silvio Piola (campione del Mondo l’anno successivo), riuscì a guadagnare il secondo posto in classifica.

Lazio – Roma è già cominciata: Totti contro tutti

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In campo non ci sarà per squalifica, ma Francesco Totti non si perderebbe mai un derby, e per questo ha cominciato a disputarlo al di fuori del campo da gioco. Ovviamente davanti a sé ha trovato un terreno molto fertile. A lanciare la prima frecciatina è Paolo Di Canio, uno dei simboli della Lazio avendo vestito la maglia biancazzurra per tanti anni, il quale ha riaperto una vecchia ferita, quella del derby del 1989, affermando che sarebbe voluto arrivare fin sotto la curva dei tifosi della Roma per esultare del gol che poi decise la gara.

Provocazione colta al volo da Totti, il quale ricorda che Di Canio non può autoproclamarsi simbolo della Lazio avendo giocato con tante altre squadre. Ma uno come l’ex numero 9 laziale non poteva incassare in silenzio e parte all’attacco.

Top 5: i migliori gol del decennio secondo il Sun

Abbiamo appena salutato l’arrivo del 2010, ma è già tempo di bilanci sulla decade appena trascorsa. In particolare ci riferiamo ai gol messi a segno negli ultimi 10 anni nel Regno di Sua Maestà, terra in cui i tabloid sono abituati stilare classifiche anche parecchio stravaganti. Stavolta a proporci la Top è il Sun, che ha deciso di mettere in fila le 20 reti più belle del decennio, tra le quale ne spiccano almeno un paio di origine italiana. E allora diamo un’occhiata alla classifica, limitandoci alla visione delle migliori cinque (se non altro, per motivi di spazio).

Il gol più bello in assoluto risulta essere quello siglato da Dennis Bergkamp nell’2-0 rifilato dall’Arsenal al Newcastle il 2 marzo del 2002. L’olandese volante (neanche poi tanto, vista la sua paura di viaggiare in aereo) dimostrò in quell’occasione le proprie doti di giocoliere, inventando un gol di pregevole fattura, alla faccia di chi lo aveva bocciato nell’avventura con la maglia dell’Inter.

Squadramia.it, per bissare il successo dell’Ebbsfleet

E’ da un pò che ci stavamo occupando di squadre-comunità, formate da migliaia di aspiranti presidenti-allenatori, che acquistavano in cooperativa le quote di una società di qualche campionato minore, e poi la gestivano, fino a farla diventare grande.

L’idea, nata in Inghilterra con l’Ebbsfleet ha avuto un successo planetario, oggi se ne parla in ogni angolo del mondo di questa piccola squadra passata dall’orlo del fallimento alla conquista della coppa di Lega dei dilettanti. Adesso questa novità sbarcherà anche in Italia.

SuperMario regala la sesta coppa Carnevale all’Inter

Si dice che il bello del calcio è che non sia una scienza esatta. Ma delle volte pare proprio che lo sia. Quando si hanno i fuoriclasse in squadra, prima o poi si vince. E’ la regola che segue l’Inter da un paio di anni a questa parte, non solo in campionato, ma adesso anche al torneo di Viareggio.

E’ bastato un super Balotelli per aver ragione delle altre squadre di ragazzini talentuosi, ma non poi così eccellenti. Molti sono in odore di serie A, alcuni addirittura di nazionale di categoria, ma quando hai in squadra un giocatore che segna 7 gol in 5 partite, c’è poco da competere.

Alex Ferguson e gli altri: l’esultanza che offende

Reading-Manchester United ovvero Davide contro Golia, in una partita di Premier League che avrebbe dovuto essere una passeggiata per i Red Devils, ma che si è trasformata in una lotta durissima. Alla fine i rossi hanno vinto ugualmente (2-0, gol di Waine Rooney e Cristiano Ronaldo), ma il dopopartita è stato incandescente, se non in campo, in tutte le trasmissioni sportive del Regno Unito. Motivo dell’accesa polemica, il comportamento non proprio signorile di Sir Alex Ferguson, che subito dopo il vantaggio si è rivolto allo staff tecnico del Reading e poi al pubblico, esibendosi nel celeberrimo gesto dell’ombrello.

Tutto quello che ho fatto e’ stato esprimere il mio sollievo per aver vinto una delle gare piu’ dure della stagione

ha spiegato poi nelle interviste successive alla gara, ma, offensivo o no, resta comunque un gesto lontano dai modi di fare eleganti per i quali il baronetto si è sempre distinto.

Si tratterà di un virus che colpisce uomini di sport solitamente compassati e mai fuori dalle righe? Probabilmente si, vista la storia recente che ha visto nella stessa situazione veri e propri “signori” come Moratti, durante l’ultimo derby milanese, e Van Nistlerooy poco avvezzo ad esultanze di questo tipo.