Italia Olimpica: domani parte la caccia alla medaglia

C’è voglia di medaglia olimpica in casa azzurra, dopo l’ottimo terzo posto conquistato quattro anni fa all’ombra del Partenone. I ragazzi di Casiraghi sono pronti a dare battaglia, per dimostrare che il torneo di calcio alle olimpiadi di Pechino non si riduce ad una sfida tra Argentine e Brasile.

Certo i sudameriani hanno nomi che fanno paura solo ad elencarli (basti pensare a Messi, Aguero, Riquelme, Mascherano, Lavezzi, Ronaldinho, Pato, Diego, Thiago Neves), ma l’Italia è convinta di poter dire la sua nel corso del torneo, sperando che vengano fuori anche nomi come quelli di Giovinco e Montolivo, Rocchi e Acquafresca.

Domani si parte, in anticipo di un giorno rispetto alla cerimonia di inaugurazione, ed i nostri ragazzi si troveranno davanti l’Honduras, che sarà pure poco quotato a livello internazionale, ma raprresenta pur sempre un’incognita. Bisognerà partire con il piede giusto e dimostrare di voler arrivare fino in fondo all’avventura olimpica.

Blatter: i club hanno tradito lo spirito olimpico

Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso da parte di tutti e la questione si risolverebbe senza dover ricorrere a tribunali o riunioni straordinarie della Fifa. Ed invece eccoci qui a tre giorni dall’inizio del torneo olimpico a parlare ancora di calciatori contesi tra club e nazionale, senza sapere se li vedremo in campo a Pechino o se dovranno tornare indietro.

La questione va avanti da settimane, da quando alcuni club europei (Schalke 04, Werder Brema e Barcellona) hanno deciso di trattenere i propri talenti (Rafinha, Diego e Messi), impedendogli di partecipare alla manifestazione olimpica.

La Fifa qualche giorno fa si è riunita per discutere la situazione, arrivando alla fine a dichiarare che gli Under 23 hanno tutto il diritto di rispondere alla convocazione della propria nazionale. Le tre squadre ribelli hanno fatto ricorso al Tas e proprio oggi dovremmo conoscere la sentenza definitiva, con il rischio di veder tornare indietro i tre giocatori. Ma Blatter non ci sta e accusa di tradimento i grandi club, auspicando che questi ultimi lascino liberi i calciatori, a prescindere dal verdetto del Tas.

National Stadium: un nido di uccello nel centro di Pechino

Nel nostro tour mondiale alla scoperta degli impianti sportivi più affascinanti del pianeta, non poteva certo mancare una tappa a Pechino, nello stadio che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei prossimi giochi Olimpici, le gare di atletica e la finalissima del torneo di calcio.

Stiamo parlando del National Stadium, ribattezzato sin dall’inizio dei lavori di costruzione “The Bird’s Nest” (nido di uccello), per la particolare forma che lo caratterizza.

E proprio grazie a questa peculiarità il progetto degli architetti svizzeri Herzog e De Meuron è stato scelto tra numerose altre proposte, aggiudicandosi la vittoria del concorso bandito nel 2002. I lavori, poi, dovevano essere realizzati entro la fine del 2007, come per tutti gli altri impianti che ospiteranno le gare olimpiche, ma vista la difficoltà della messa in opera, è stata concessa una proroga di qualche mese.

Olimpiadi vietate: Robinho e gli altri

In principio era Galliani. Poi si sono uniti al coro dei no i dirigenti di altre illustri società sportive, in un estate destinata ad essere ricordata come quella dei “gran rifiuti”.

Non stiamo parlando di calciomercato e giocatori che non ne vogliono sapere di cambiar maglia, ma dell’antipatica situazione che si è venuta a creare nei club mezza Europa, dove molte stelle hanno dovuto rinunciare alla chiamata in nazionale per le prossime Olimpiadi.

L’ultimo in ordine di tempo è l’attaccante brasiliano Robinho, in forza al Real Madrid, che proprio ieri si è visto negare il permesso di partecipare ai giochi di Pechino, a causa di un’infiammazione al pube. Almeno ufficialmente.

Carlos Dunga sponsorizza i suoi campioni

E’ alla guida di una delle squadre più forti del mondo, consapevole di non avere mai problemi di formazione, tanti sono i campioni su cui può contare. A lui il compito di trascinare il Brasile verso la qualificazione ai mondiali del 2010, ma c’è un altro obiettivo che non vuole assolutamente mancare: l’Olimpiade di Pechino.

Lui è Carlos Dunga, uno dei più forti centrocampisti brasiliani degli anni ’80, noto da queste parti per aver vestito la maglia della Fiorentina.

Ora sta vivendo la sua sfida personale sulla panchina della selezione verdeoro, per dimostrare che ancora oggi il Brasile può dire la sua in campo internazionale. In questi giorni si sta godendo gli ultimi sprazzi di vacanza, in attesa di buttarsi a capofitto nell’avventura estiva. Lo ha raggiunto la Gazzetta dello Sport, e l’intervista che ne è scaturita somiglia molto ad una sponsorizzazione dei suoi campioni.

Ronaldinho alle Olimpiadi!

Il suo nome ha scaldato le pagine dei giornali per gran parte dell’inverno. Fiumi di inchiostro sono stati spesi intorno al calciatore considerato fino a qualche tempo fa il migliore del mondo, ma alla fine Ronaldinho è rimasto dov’era, per la delusione sua e di chi aveva contato sul suo apporto per la seconda parte della stagione.

Da allora solo poche apparizioni in maglia blaugrana per il talento brasiliano, afflitto da tempo da problemi muscolari, non sempre accettati da parte della società, che vedeva in questi solo un capriccio.

Fatto sta che Dinho nell’ultima parte della stagione ha fatto l’infortunato di lusso, lasciando che il Barcellona naufragasse tra prestazioni deludenti e contestazioni ripetute. Nel frattempo l’interesse dei grandi club per il brasiliano sembra essere sceso vertiginosamente, sia per il prezzo esagerato, sia per le voci sulle sue condizioni fisiche. Sarà per questo che ora Ronaldinho chiede di giocare, per dimostrare di essersi lasciato alle spalle i guai che ne hanno condizionato l’ultima stagione. E quale occasione migliore per mettersi in mostra, se non l’Olimpiade del prossimo mese?

Tim Krul: il volto nuovo gioca tra i pali!

Non aspettatevi quest’oggi di sentir parlare di gol e cannonieri, di classifiche vinte e colpi di testa da far invidia al miglior centravanti del mondo. Stavolta il volto nuovo che andiamo a presentarvi indossa i guanti ed è pagato per evitare di prender gol.

Ad essere sinceri Tim Krul è una bella realtà del calcio internazionale già da qualche anno, nonostante la verde età. Quindi di nuovo il suo volto ha veramente poco (se non la barba che comincia a spuntare), ma ci sembrava doveroso dedicargli un capitolo in questa rubrica.

Per anni è stato considerato l’eterno secondo, non tanto perché il suo ruolo era quello di portiere di riserva, quanto perché con la maglia delle nazionali minori arrivava a piazzarsi sempre sul secondo gradino del podio. Fu così negli Europei Under 17 del 2005 (vinse la Turchia) ed anche nel Torneo di Tolone Under 20 (vinse la Francia ai rigori).

Pechino 2008: all’Italia il girone più facile

Le Olimpiadi si avvicinano, e l’urna di Pechino ha emesso il suo verdetto: l’Italia dovrà vedersela con Corea del Sud, Camerun e Honduras.
Questi nomi non dovrebbero far tremare i nostri azzurrini, ormai abituati al calcio che conta, ma nelle Olimpiadi tutto può succedere, e poi tra ragazzini la differenza tecnica non è così marcata come nelle nazionali maggiori.

A leggere la nostra formazione titolare non dovremmo avere problemi. Possiamo schierare un ariete come Acquafresca, due giocatori rapidissimi come Rossi e Rosina, difensori come Chiellini, Criscito, per non parlare dei centrocampisti Montolivo, Aquilani e Giovinco, o dei “panchinari” come Balotelli, Pazzini e Palladino. Insomma, una generazione di campioni che però non deve prendere sottogamba gli avversari, per svariati motivi.

Elisabeth Loisel esonerata a causa di una cena!

Parlando di calcio siamo abituati a pensare alle luci di San Siro o al prato verde dell’Olimpico, dimenticando spesso che esistono altre realtà meno seguite, ma ugualmente importanti. Ed oggi vi racconteremo una storia di questo pallone dimenticato, pur immaginando che qualcuno storcerà il naso nel sentir parlare di calcio femminile.

E’ la storia della nazionale di calcio femminile cinese e della sua allenatrice Elisabeth Loisel, arrivata dalla lontana Francia qualche mese fa, dopo anni di esperienza in patria, prima come calciatrice, poi come tecnico. Ebbene, ora sta per essere licenziata a causa di una cena. Ma andiamo per ordine.

Elisabeth è arrivata in Cina nel mese di ottobre dello scorso anno, chiamata al non facile compito di portare in alto la squadra di calcio femminile, soprattutto in vista delle prossime Olimpiadi di Pechino. Sin dall’inizio si è impeganta a portare la Cina almeno sul podio olimpico, pur avendo a disposizione una squadra che è solo tredicesima nel ranking Fifa.