Marco Van Basten e Johan Cruijff insieme per l’Ajax

Mettete insieme Johan Cruijff e Marco Van Basten nella stessa squadra ed avrete una delle accoppiate più forti del secolo. Purtroppo i due hanno appeso da tempo gli scarpini al chiodo e potremo vedere la magica coppia solo fuori dal campo, in giacca e cravatta o al massimo in tenuta ginnica.

Sarà comunque un bel vedere e, se riusciranno ad ottenere almeno la metà del successo che ebbero come calciatori, vorrà dire che avranno fatto grandi cose per la causa dell’Ajax.

Uniti da un destino comune, sono stati due tra i più grandi calciatori che il calcio olandese abbia mai sfornato. Johan viene messo spesso alla pari dei più grandi del secolo e quando si nominano Maradona e Pelè, c’è sempre qualcuno che tira fuori il suo nome. Un vero genio in mezzo al campo, interprete dell’ormai celeberrimo “calcio totale”, talento puro difficile da definire sul piano tattico. Giocò nell’Ajax dal ’65 al ’73, per farvi poi ritorno nel 1981, dopo aver raccolto successi in giro per l’Europa e negli States. In carriera ha vinto tutto con la maglia dei lancieri, mentre in Nazionale non è riuscito a raccogliere i successi che avrebbe meritato.

Avram Grant come Beckham e Collina: minacce di morte!

E basta, rivoglio il mio giocattolo! Ridatemi il calcio che ho amato da bambina, il profumo della domenica, i 22 in campo che si giocano i tre punti e solo quelli! Riprendetevi gli scandali, i sospetti, calciopoli, le tv e gli interessi. Lasciatemi solo il pallone, l’unica cosa che conta e per cui vale la pena di guardare una partita.

Una volta il calcio finiva in prima pagina solo per avvenimenti eccezionali (la vittoria di un mondiale per esempio), oggi campeggia sempre più spesso accanto alla cronaca, diventando, nella maggior parte dei casi, cronaca lui stesso.

L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda l’allenatore del Chelsea, Avram Grant, destinatario di una lettera contenente minacce di morte ed una polvere misteriosa. Il messaggio contenuto nelle poche righe era di chiaro stampo antisemita (vi risparmio il testo) e si concludeva con “quando aprirai questa lettera, morirai di una morte molto lenta e dolorosa”. Insulti e minacce anche all’indirizzo della moglie Tzofit, personaggio molto noto in Israele.

Il Milan di Sacchi? In panchina!

C’era una volta il calcio del libero e dei terzini, dei marcatori e del contropiede, del campione indiscusso per cui si muoveva tutta la squadra e degli allenamenti, che puntavano a migliorare la tecnica individuale.

Poi arrivò Arrigo Sacchi e fu la luce e nulla di quel calcio restò, se non nelle pagine di sbiaditi annuari. Il calcio totale, quello tanto caro all’Olanda di Crujff, quello che non prevede dei ruoli specifici e definiti, ma si gioca a tutto campo, con i campioni che non hanno privilegi solo per il nome che portano, ma che si sacrificano e lottano per aiutare i compagni.

Pressing e ripartenze, gioco a zona e schemi precisi da provare e riprovare, da mandare a memoria, perché bisogna imporre il proprio gioco e non limitarsi ad accettare quello degli avversari. Movimento senza palla e gioco spettacolo, perché è questo che la gente vuole, oltre a veder vincere la propria squadra. E quel Milan vinceva, eccome se vinceva! E non si fermava mai, nemmeno quando il risultato era ormai acquisito da tempo.

De bello gallico

Ed eccolo il sorteggio un pò temuto. Quello che dopo uno stentato avvio, poi glorificato dal gol di Panucci in Scozia, ci vede approdare ad Euro 2008 che si terrà