Italia-Belgio: promossi e rimandati

E’ un’Italia vivace quella che si appresta a partire per il ritiro austriaco di Baden. Certo qualche imperfezione c’è, ma bisogna considerare che i ragazzi sono insieme da meno di una settimana e che il carico di lavoro di questi giorni si è fatto sentire soprattutto nella ripresa.

Niente paura però, perché la convinzione nei propri mezzi è apparsa subito evidente al Franchi di Firenze e se non ci fermeremo ad ammirarci troppo allo specchio, siamo certi di poter disputare un buon Europeo, onorando al meglio la maglia.

Non è ancora il momento dei bilanci, anche se qualche voto qua e là possiamo cominciare a darlo, nella speranza che la squadra cresca nella condizione e nella messa a punto di certi schemi, che possono tornare utili durante il torneo. Da questo punto di vista Totò Di Natale sembra già essere entrato in clima Europeo, andando a segno per ben due volte e dimostrando che l’attacco azzurro non può prescindere dalla sua presenza.

Verso Euro 2008: Olanda

Anche Van Basten, come Donadoni, preferisce diramare una pre-lista di calciatori da portare in ritiro, che verrà scremata fra una settimana. La prima notizia è che Clarence Seedorf era stato convocato inizialmente dall’ex attaccante del Milan, ma siccome lui non si sente a suo agio con gli schemi del ct olandese, ha preferito rifiutare la convocazione. Così dopo aver saltato i mondiali di Germania, adesso Seedorf non parteciperà nemmeno agli Europei.

La lista presentata finora contiene 26 calciatori, tre in più di quelli definitivi, che saranno eliminati dalla lista dei portieri (4 i convocati finora) e due dagli attaccanti, convocati addiirittura in 7. Dando un’occhiata ai nomi, salta all’occhio come, nuovamente, sia stato escluso Roy Makaay, scarpa d’oro 5 anni fa con il Deportivo Lacoruna, oggi al Feyenoord, e anche il giovane terzino del Real Madrid, Drenthe, lasciato probabilmente alla nazionale Olimpica, dato che ha solo 21 anni.

Euro 2008 tra epidemie e minacce

Ci siamo quasi. Manca meno di un mese all’inizio della kermesse continentale per la gioia di non è mai sazio di calcio e la disperazione di chi tra volate scudetto e finali varie non ne può proprio più.

Preparate striscioni e bandiere, accomodatevi sui vostri divani ed assicuratevi che nessuno disturbi le vostre giornate davanti alla tv.

Infine incrociate le dita, nella speranza di veder la nostra Italia proseguire nel cammino europeo il più a lungo possibile. Le insidie ci sono e rispondono ai nomi di Francia, Romania e Olanda, ma non crediate che il danno peggiore possa essere quello di perdere una partita. Ci sono minacce ben più serie che potrebbero compromettere lo svolgimento regolare dei Campionati Europei, nonostante da più parti si continui a dichiarare che il rischio è minimo o addirittura inesistente.

Miralem Sulejmani: il talento venuto dai balcani

Terminata la Storia degli Europei, rilanciamo come promesso la rubrica dedicata ai giovani talenti in giro per i vari club europei e non solo.

Stavolta il nostro viaggio fa tappa in Olanda, in casa dell’Heerenveen, squadra che negli anni ha dimostrato di saper far crescere campioni del calibro di Ruud Van Nistelrooy, Klaas Jan Huntelaar, Jon Dahl Tomasson e Alfonso Alves.

Difficile capire sin da adesso se Miralem Sulejmani possa seguire le orme degli illustri predecessori in maglia biancoblu, ma di certo il ragazzo merita una menzione su queste pagine, essendo tra i giovani più promettenti del panorama nternazionale.

Storia degli Europei: Portogallo 2004

Ultimo appuntamento con la storia degli Europei di calcio, prima di dedicarci ampiamente alla manifestazione della prossima estate che ci vedrà scendere in campo da favoriti, nonché Campioni del Mondo in carica (come suona bene!).

Ci occupiamo oggi dell’Europeo 2004, organizzato dal Portogallo e vinto da una sorprendente Grecia proprio sui padroni di casa, che già pregustavano il dolce sapore del successo davanti ai propri tifosi.

Ancora un appuntamento amaro per i colori azzurri, nato sotto una cattiva stella e concluso ancora peggio, non solo per nostro demerito. La Nazionale era affidata a Giovanni Trapattoni, ancora sulla panchina azzurra, nonostante la figuraccia al Mondiale nippo-coreano. Già alla partenza della squadra per il Portogallo, le critiche verso il mister occupavano le pagine di tutti i giornali sportivi e non. Motivo? L’esclusione di Alberto Gilardino, sostituito da Alessandro Del Piero (com’è strano il calcio: quest’anno il capitano bianconero si trova sulla sponda opposta del fiume).

Storia degli Europei: Belgio-Olanda 2000

Penultimo appuntamento con la storia degli Europei di calcio prima di tuffarci pienamente nella kermesse continentale della prossima estate che ci vedrà impegnati in Austria e Svizzera. Ancora due nazioni a fare da teatro all’importante manifestazione, per la seconda volta nella storia dopo Euro 2000, giocatosi in Belgio ed Olanda.

Amaro ricordo per i colori azzurri, giunti fino all’epilogo e con le mani già sulla Coppa e poi beffati da un incredibile calo di tensione. Ma andiamo per ordine, ripartendo dall’inizio, da quella formazione affidata alle mani di Dino Zoff, già vincitore del trofeo da giocatore nel 1968 e deciso a ripetere l’impresa da mister.

Solita formula sperimentata nell’edizione precedente, con 16 squadre a darsi battaglia per la conquista del titolo. L’Italia venne inserita nel gruppo B con i padroni di casa del Belgio (teste di serie), la Svezia e la Turchia. Un girone comodo comodo anche se il mister italiano continuava a ripetere di non fidarsi di compagini dai nomi poco altisonanti.

Storia degli Europei: Svezia 1992

Estate 1992. Otto nazionali a correre e sudare sui campi di allenamento, per l’invidia del resto d’Europa non qualificato per la fase finale dei Campionati Europei. Invidia si, ma anche la voglia di godersi le meritate vacanze dopo un anno di duro lavoro. Tra le invidiose, ma anche ormai rilassate, la Danimarca, arrivata seconda nel proprio girone e quindi fuori dalla lista delle otto regine.

Ma in quell’anno in Europa non si parlava solo di calcio e la guerra in Jugoslavia occupava le prime pagine dei giornali, influendo purtroppo anche sul mondo dello sport. La nazionale jugoslava venne così estromessa dalla manifestazione continentale a favore della Danimarca, richiamata in gran fretta a giocarsi le sue chances.

In realtà i danesi avevano ben poche possibilità di approdare al turno successivo e molti dei giocatori di quella nazionale, con la testa già alle vacanze, furono anche infastiditi dalla chiamata del tecnico. Poco male, c’erano tre partite da giocare e poi si sarebbe tornati al sole delle spiagge. Ma non andò proprio così.

Pechino 2008: all’Italia il girone più facile

Le Olimpiadi si avvicinano, e l’urna di Pechino ha emesso il suo verdetto: l’Italia dovrà vedersela con Corea del Sud, Camerun e Honduras.
Questi nomi non dovrebbero far tremare i nostri azzurrini, ormai abituati al calcio che conta, ma nelle Olimpiadi tutto può succedere, e poi tra ragazzini la differenza tecnica non è così marcata come nelle nazionali maggiori.

A leggere la nostra formazione titolare non dovremmo avere problemi. Possiamo schierare un ariete come Acquafresca, due giocatori rapidissimi come Rossi e Rosina, difensori come Chiellini, Criscito, per non parlare dei centrocampisti Montolivo, Aquilani e Giovinco, o dei “panchinari” come Balotelli, Pazzini e Palladino. Insomma, una generazione di campioni che però non deve prendere sottogamba gli avversari, per svariati motivi.

Storia degli Europei: Germania Ovest 1988

1988: ancora la Germania Ovest a legare il proprio nome alla manifestazione continentale più importante a livello di nazionali. Stavolta come paese ospitante e quindi esentata dalla qualificazione, conquistata di diritto.

La formula è ancora quella sperimentata otto anni prima durante gli Europei italiani, con 31 squadre divise in sette gironi, da ognuno dei quali uscirà una sola qualificata. Immancabili le sorprese al termine della prima fase, prima fra tutte l’eliminazione della Francia campione in carica, ormai orfana di Platini, che nel frattempo aveva detto addio alla Juventus ed alla nazionale.

Anche il Belgio a sorpresa non riuscì a strappare il biglietto per la fase finale, dimostrando che il quarto posto, conquistato ai mondiali messicani di due anni prima, era stato solo un fuoco di paglia.

Storia degli Europei: Italia 1980

A vent’anni esatti dalla sua creazione, l’Europeo cambia formula, aumentando il numero di partecipanti alla fase finale. Finora all’ultimo atto della manifestazione avevamo trovato quattro squadre che si giocavano semifinali e finale, con la squadra di casa che doveva guadagnarsi la qualificazione al pari di ogni altra compagine.

Nel 1980 la formula cambia: sempre 32 squadre ai nastri di partenza, ma stavolta il paese ospitante ha il vantaggio di vedere la propria nazionale qualificata di diritto per la fase finale. E tocca proprio all’Italia inaugurare la nuova formula!

Per il resto, 31 squadre divise in sette gruppi (tre da cinque e quattro da quattro) a giocarsi i sette posti ancora disponibili. Quasi scontato l’esito delle qualificazioni, con le grandi favorite arrivate quasi tutte a staccare il biglietto per l’Italia: Germania ed Inghilterra fanno il proprio dovere, vincendo rispettivamente il gruppo 1 ed il gruppo 7; tranquillo il cammino della Cecoslovacchia, campione uscente e decisa a ripetere l’impresa di quattro anni prima; più difficile del previsto invece per l’Olanda, che pure veniva dal terzo posto agli Europei del ’76 e dal secondo ai Mondiali del ’78; brividi anche per la Spagna, rimasta testa a testa fino all’ultimo con la Jugoslavia.

Storia degli Europei: Jugoslavia 1976

Nel calcio non sempre vince chi è favorito e l’Europeo del 1976 ne è la dimostrazione più lampante. Proclami di vittoria alla vigilia, con la Germania che si presentava da campione uscente e, soprattutto, forte della conquista del titolo di Campione del Mondo del ’74.

In Europa nessuna squadra poteva contrastare il dominio tedesco, nonostante l’ascesa costante di giovani formazioni, che si presentavano ai nastri di partenza completamente rinnovate. Tra queste, l’Italia, uscita malconcia dall’Europeo del Belgio e in cerca di riscatto immediato.

Sulla panchina azzurra Fulvio Bernardini, nominato commissario unico di tutte le nazionali, anche se coadiuvato da Enzo Bearzot per l’Under 23 e da Azeglio Vicini per l’Under 21. Il girone di qualificazione si rivelò più ostico del previsto e, nonostante la presenza di due formazioni abbordabili come Polonia e Finlandia, l’Italia non riuscì ad esprimere completamente il suo valore. Il sogno azzurro finì dunque prima di cominciare e fu l’Olanda a qualificarsi per i quarti.

Storia degli Europei: Francia 1960

Si apre oggi un nuovo capitolo dedicato agli Europei sulle pagine di Calciopro, che ci accompagnerà per qualche settimana, alla scoperta delle passate edizioni. Con un po’ di nostalgia per il calcio che fu, partiamo dalla prima edizione, giocata in Francia nel 1960.

In realtà definire tale edizione un vero e proprio “Europeo” è abbastanza azzardato, vista l’assenza di numerose nazionali che si rifiutarono di partecipare. Anzi, a dire il vero, mancava proprio l’élite del calcio continentale con le assenze di Inghilterra, Scozia, Germania Ovest, Belgio, Svizzera, Olanda e Italia. Già, i Campionati Europei cominciano proprio con il rifiuto della Federazione Italiana di partecipare alle gare di qualificazione, viste le brutte figure rimediate negli anni precedenti a livello internazionale.

Italia a parte, comunque, è chiaro che il primo Europeo poteva contare su una ristretta cerchia di partecipanti, che si ridusse ulteriormente quando nei quarti la Spagna del Generale Franco si trovò a dover affrontare l’Urss. In quel periodo infatti i rapporti tra i due stati erano piuttosto tesi e gli spagnoli si rifiutarono di recarsi a Mosca per disputare la gara. In verità sia i calciatori che la Federazione Spagnola non avevano problemi a varcare i Balcani, ma il veto del Generale fu così deciso che dovettero rassegnarsi a perdere il treno per la gloria.

Europei 2008: Gruppo C

Terzo e penultimo appuntamento alla scoperta delle squadre qualificate per l’Europeo della prossima estate. Quest’oggi ci occupiamo del Gruppo C, che ci riguarda da vicino, visto che l’urna ha stabilito che la squadra guidata da Donadoni dovrà vedersela con Olanda, Romania e Francia (ancora lei!).

L’Italia arriva all’appuntamento da detentrice del titolo mondiale e, pur non avendo precedenti esaltanti nella competizione europea (a parte la conquista del titolo nel ’68, ma stiamo parlando di una vita fa), resta comunque la squadra da battere. Nel girone di qualificazione ha stentato solo all’inizio, con un pareggio interno contro la Lituania e una sconfitta rimediata dai cugini francesi. Poi il cammino si è fatto in discesa e Donadoni ha saputo dare personalità alla propria creatura, conducendola alla conquista del pass europeo.

Molti i nomi sul taccuino del ct, alcuni titolari inamovili e già campioni del mondo con Marcello Lippi (Buffon, Cannavaro, Materazzi, Pirlo, Gattuso, Toni), altri che devono ancora dimostrare qualcosa sul campo, sperando in una convocazione (Del Piero su tutti). Il girone non è dei più facili, ma la formazione azzurra ha dimostato compattezza e determinazione ed è pronta a dar battaglia per arrivare in alto.