Premier League: pareggiano tutti e ne approfitta l’Aston Villa

Giornata di pareggi la diciassettesima della Premier League. Tutte e quattro le Big Four, nonostante avessero un turno piuttosto facile, finiscono con un solo punto in tasca, che lascia più amarezza che soddisfazione. Comincia l’Arsenal nell’anticipo del sabato, che in casa di un mediocre Middlesbrough passa in vantaggio con Adebayor e si dimentica di chiudere la partita, così i padroni di casa impattano e fermano la rincorsa dei Gunners che sembrano aver perso la propria identità.

Poche ore dopo è il Liverpool ad avere l’opportunità di allungare in classifica, ma si dimentica di avere di fronte a sè la matricola terribile del campionato, l’Hull City, che si fa subito rispettare: in 10 minuti va in rete due volte (la seconda a dir la verità è un’autorete di Carragher). Ma alla lunga una matricola non può avere la meglio contro l’esperienza di certi campioni, e così la classe vien fuori con il solito capitano Gerrard che con una doppietta pareggia i conti.

La vendetta di Grant: Chelsea, squadra di ignoranti!

Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.

Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.

E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.

Premier League: che giornata noiosa!

In molti sostengono che il campionato inglese sia il più bello del mondo. Non spetta a noi dar giudizi, ma invitiamo queste persone a valutarlo dopo questa giornata. Su 10 partite le reti realizzate sono state solo 14, le prime tre della classe hanno concluso la loro gara sullo 0-0 e il discorso scudetto sembra essere aperto solo a due squadre.

Queste sono Chelsea e Liverpool, che non vanno oltre il pari a reti bianche rispettivamente contro Newcastle e Fulham. Diverse però le gare dei due club. Il Newcastle era andato a Londra per difendere lo 0-0, non supera mai il centrocampo praticamente per tutta la partita, e quando Ballack e Anelka si mangiano per la decima volta il gol-partita, possono esultare per aver ottenuto almeno un punto contro una squadra cento anni luce più avanti di loro.

Premier League: Liverpool e Chelsea sempre più soli

Altro che Big Four. Quest’anno si dovrebbe parlare di Big Two. Il Liverpool in crisi finanziaria non conosce crisi di gioco, il Chelsea che sta recuperando pian piano tutti i pezzi sta diventando praticamente imbattibile, e le altre indietro che arrancano e ogni tanto inciampano.

E’ successo stavolta all’Arsenal, che pareva l’unica squadra che poteva interrompere questa fuga fino alla settimana scorsa, ma che stavolta è costretta a mollare. A farle lo scherzetto è la sorpresa di quest’anno, l’Aston Villa, in grado di fare una partita praticamente perfetta: non si scopre, aspetta, corre pochi rischi, e alla prima ingenuità colpisce.

Premier League: le Big Four tornano in vetta

Ci sono volute 12 giornate prima di vedere le cosiddette “Big Four” nuovamente in vetta alla classifica. Ce la fa l’Arsenal, l’ultima delle 4 a rientrare tra le grandi, che nell’anticipo contro il collega Manchester United riesce a strappare i 3 punti grazie ad un super Nasri che permette in un sol colpo di sorpassare i Red Devils e l’Aston Villa.

Adesso i Gunners sono terzi, e visto il contemporaneo stop interno dei Villans che perdono a sorpresa contro il Middlesbrough, ricompongono quel quartetto terribile formato da United, Arsenal, Liverpool e Chelsea che ha dominato la Premier League negli ultimi anni.

Premier League: cinquina del Chelsea, cadono Liverpool e Arsenal

Il Chelsea manda un duro messaggio alla Roma: martedì saranno guai. E lo fa poche ore prima che i giallorossi scendano in campo per soccombere anche contro la Juventus. Il malcapitato di turno è il Sunderland, che nello stadio dei Blues si becca 5 gol con tripletta di Anelka e permette agli uomini di Scolari di raggiungere il Liverpool in testa alla classifica. A rete anche Lampard che segna così il suo gol numero 100 in Premier League.

Sì perchè il Liverpool, nonostante avesse una trasferta facile in casa dell’ultima in classifica, forse si rilassa troppo, pensando ad una gara facile dopo il gol al terzo minuto di Kuyt. E invece il Tottenham di questi tempi non è più tanto arrendevole come fino a qualche settimana fa, e si getta a testa bassa nell’aria avversaria, pareggiando con un’autorete di Carragher, e andando a segnare il gol vittoria al novantesimo con il rientrante Pavlyuchenko.

Premier League: Vincono 3 delle 4 big, delusione Tottenham

La Premier League 2008/2009 si apre come si era chiusa la scorsa stagione, ma conclude la sua prima giornata con la sorpresa del turno. Tra le “Big Four” l’unica a non riuscire a vincere è stato proprio il campione in carica, il Manchester United, fermato in casa da un Newcastle intenzionato a non ripetere la stagione disastrosa dello scorso anno.

Fino a domenica sera, quando cioè i Red Devils non sono stati bloccati dai bianconeri, i pronostici erano stati quasi tutti rispettati. Ad aprire le danze era stato l’Arsenal che nella facile gara contro il West Bromwich era andata in gol dopo solo 4 minuti col neo acquisto Nasri, facendo presagire una goleada, ma poi ha trovato negli avversari un muro invalicabile, che ha bloccato la gara sull’1-0 fino alla fine.

Camoranesi: il primo cartellone pubblicitario umano

C’è gente, molto spesso attori, che recita in sponsor talmente per tanti anni che rimangono marchiati a vita, e quando si parla di loro, molto spesso li si lega a questo o quel prodotto. I calciatori intanto non vogliono essere da meno, ed ecco la trovata di Mauro German Camoranesi, fare da cartellone umano per il suo sponsor personale, la Puma.

La trovata di marketing è molto originale: tatuare sulla pelle del centrocampista dell’Italia il proprio logo. Ma non quello del puma che salta, che magari sarebbe stato anche troppo scontato e di cattivo gusto. L’idea è quella di lanciare il marchio della prossima linea di abbigliamento, direttamente sul braccio del nostro italo-argentino.

Olanda, che spettacolo!

La squadra di Van Basten concede il bis. Dopo il 3-0 alla nostra Italia, anche i vicecampioni del mondo affondano sotto i colpi degli oranje. 4-1 è il risultato finale, ad una Francia che non ha mai dato l’impressione della solidità, e che adesso rischia seriamente di uscire dagli Europei, forse anche più dell’Italia.

Nel pomeriggio intanto gli azzurri si fanno fermare da una buona Romania, ma anche da uno sciagurato arbitraggio, sull’1-1, e adesso devono sperare nella correttezza degli olandesi che, nel caso in cui si facessero battere dalla Romania nell’ultima giornata, farebbero qualificare la formazione di Mutu e Chivu, eliminando in un sol colpo le due finaliste di Germania 2006.

Che vergogna!

Se un extraterrestre scendesse oggi sulla Terra e guardasse questa Italia, direbbe che di certo i campioni del mondo non siamo noi. Una squadra vergognosa ha provato a vincere facile contro una formazione di talenti, ma soprattutto piena di umiltà, ed è tornata a casa con tre scoppole che bruciano più del sole di agosto.

Nel pomeriggio intanto l’unica notizia che ci fa sorridere: Francia e Romania hanno pareggiato 0-0, e almeno dal punto di vista del gioco sono sembrate inferiori anche a questa Italia, il che è tutto dire.
Fatto sta che ora ci toccherà vincere entrambe le prossime partite per passare il girone, e già ora mi sembra un’impresa.

Verso Euro 2008: Francia

Proporrei una colletta generale per far acquistare un paio di occhiali nuovi a Raymond Domenech. Il ct della nazionale francese ha diramato la lista dei 23 convocati per Austria e Svizzera 2008. Oltre alla (discutibile) scelta di non convocare nemmeno nella pre-lista dei 29 David Trezeguet (evidentemente ancora non gli è andato giù il rigore sbagliato nella finale del mondiale), Domenech ha fatto fuori anche Philippe Mexes, nonostante il gran gol fatto nella finale di coppa Italia, oltre che per l’ottima annata con la Roma.

E’ evidente che l’antipatia cronica mostrata dal ct francese nei confronti dell’Italia si riversa anche contro quei calciatori che nel Bel Paese percepiscono lo stipendio, visto che ha avuto l’ardire di convocare Boumsong (che però quando giocava nella Juve era stato sospeso dalla nazionale) facendo fuori il romanista, e anche la convocazione di Frey, che al momento è uno dei portieri più forti del mondo, è stata in dubbio fino all’ultimo momento.

Clamorose proposte di scambi: Drogba per Ibra, mezzo Real per Cristiano Ronaldo

C’è stato un periodo di vacche magre, in cui il calciomercato si faceva solo con gli scambi alla pari. Poi sono arrivati i vari Abramovic, Gillett & Hicks, Laporta, ecc. che hanno di nuovo portato nel calcio quei miliardi che hanno permesso di riprendere il giro d’affari momentaneamente interrotto.

Adesso sembra che i due periodi combaceranno, e creeranno un periodo multimilionario, che vedrà fioccare grosse cifre insieme a scambi che durante la prossima estate faranno girare la testa a milioni di tifosi, ma soprattutto ai cassieri delle grandi società di calcio.
I nomi più in lizza? Giusto tre, solo per farvi un’idea di ciò che parliamo: Cristiano Ronaldo, Zlatan Ibrahimovic, Fernando Torres. Ma non solo loro.