Donadoni non vuole andarsene, ma Lippi prepara già l’Italia del futuro

L’eliminazione dagli Europei soltanto ai quarti non è andata giù a nessuno. Ancor meno è andato giù il gioco spezzettato e senza idee degli azzurri, che forse ha fatto ancora più male della sconfitta ai rigori, che dopotutto, ci può anche stare.

Se in patria qualcuno chiedeva già chiedeva la testa di Donadoni dopo l’umiliazione contro l’Olanda, adesso le pressioni sono diventate ancora più insostenibili, e la domanda che tutti si pongono non è come l’Italia farà a riprendersi, ma chi sarà il prossimo allenatore degli azzurri.

Hattrick, il videogioco più famoso della rete

Per gli appassionati di videogiochi, oggi ne segnaliamo uno particolare. Finora abbiamo sempre parlato di giochi da console o da pc, ma tra i tanti modi di videogiocare esiste anche quello on-line.

Il gioco di cui andiamo ora a parlare si chiama Hattrick, ed è un on-line game che non ha bisogno di download, nè di andare in un negozio per acquistarlo: basterà avere un browser normalissimo come quelli per navigare in internet, e collegarsi al sito.

Donadoni rifiuta il rinnovo del contratto

Donadoni alza la voce e rifiuta condizioni per il suo contratto. Il mite tecnico di Cisano Bergamasco per la prima volta nella sua carriera usa toni forti e impone le sue regole.
A chi diceva che non era un tecnico di polso, consigliamo di fare due chiacchiere con Abete e vediamo se è ancora dello stesso parere.

Ciò che il boss della Federcalcio voleva imporre al c.t. è un prolungamento del contratto fino al 2010, a condizione che ai prossimi europei l’Italia arrivasse almeno in semifinale.
A quel punto Donadoni ha perso le staffe e ha detto un deciso no a qualsiasi condizione che gli possa togliere serenità, e di conseguenza toglierla anche al gruppo che lo seguirà in Austria e Svizzera.

Camoranesi: risarcimento di 45000 euro per una carriera rovinata

Si dice che la giustizia in Italia sia troppo lenta. Se un processo può durare la bellezza di vent’anni, a volte anche trenta, spesso terminando con la prescrizione, è leggittimo per noi lamentarci. Ma, come si dice, mal comune mezzo gaudio, sembra proprio che siamo in buona compagnia.
Ne sa qualcosa il centrocampista della Juventus e della Nazionale Mauro German Camoranesi. Si era dimenticato forse che 13 anni fa aveva rovinato la carriera di un suo coetaneo in un derby tra la sua squadra, l’Alvarado, e i cugini dell’Aldovisivi.

Evidentemente il centrocampista oriundo è sempre stato una testa calda, e facilmente perdeva la pazienza, anche alla tenera età di 18 anni. Forse non era casuale l’entrata killer su Pelè nei quarti di coppa Italia contro l’Inter. E stavolta al centrocampista nerazzurro è andata bene, visti i precedenti.

Inzaghi, Sentimenti, Maradona: storie di calcio e di fratelli

Storie di fratelli calciatori e subito la mente va ai cinque Sentimenti che negli anni ’40-’50 facevano impazzire gli addetti ai lavori, costretti a “numerarli” per poterli riconoscere facilmente. E così Ennio divenne Sentimenti I, Arnaldo, Sentimenti II, Vittorio, detto Ciccio, Sentimenti III, Lucidio, detto Cochi, il più famoso di tutti, portiere indimenticato di Juventus e Lazio, Sentimenti IV, e Primo che a dispetto del suo nome divenne Sentimenti V.

Cinque fratelli, tutti calciatori e tutti di grande livello, un vero record per il calcio mondiale, seppure si faccia riferimento ad un’epoca in cui forse era più facile che il primo facesse da apripista per l’arrivo degli altri. Mai più si ripetè una favola simile, ma il calcio ci ha regalato negli anni altre coppie di fratelli arrivati a buoni livelli, a volte addirittura nella stessa squadra.

E’ il caso dei gemelli Filippini, Emanuele ed Antonio, che tanto bene hanno fatto giocando per anni soprattutto con la maglia del Brescia, ma anche dei gemelli Zenoni, frutto del vivaio dell’Atalanta.

Michel Platini ce l’ha fatta: addio al G14

Forti interessi economici comuni avevano portato nel 2000 i più grandi club europei ad unirsi per fronteggiare lo strapotere dell’Uefa alle cui decisioni tutti dovevano sottostare.

L’idea era quella di una Superlega che avrebbe dovuto riunire tutti quei club che avevano abbastanza soldi da mettere a disposizione del progetto, a prescindere dalle coppe vinte e dall’importanza a livello internazionale. Ma nel calcio il più delle volte vittoria equivale a soldi e fini che le iscrizioni furono limitate solo ai club di maggior blasone.

Quattordici i club coinvolti nell’iniziativa: Manchester, Liverpool, Juventus, Milan, Inter, Marsiglia, Paris Saint Germain, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Ajax, Psv Eindhoven, Porto, Barcellona e Real Madrid. Il primo obiettivo dell’associazione fu quello di chiedere un indennizzo per i giocatori convocati in Nazionale che, in caso di infortunio avrebbe fatto perdere fior di milioni ai presidenti dei club.

Il Perù nello scandalo a luci rosse

Tempi duri per il calcio peruviano. Di qualche giorno fa le rivelazioni del figlio di un narcotrafficante riguardo alla partita venduta all’Argentina nel 1978, ora lo scandalo a luci rosse