Adriano sogna il ritorno in nazionale

In pochi ormai credono nella sua voglia di riscatto dopo tante, troppe stagioni passate a promettere impegno e magie, per ritrovarsi poi ai margini del calcio giocato, ridotto ormai all’ombra di se stesso. Lui è Adriano, che lo scorso inverno fece in modo di farsi cacciare dalla Roma per tornare nel suo Brasile, nel tentativo di dimostrare di essere ancora lui, l’Imperatore che incantava il mondo con le sue giocate. Ma appena messo piede nella sua terra, il brasiliano di ritrovava a dover fare i conti con la lesione del tendine di Achille e con un ulteriore rinvio del ritorno in campo.

Sono trascorsi diversi mesi da allora ed Adriano è quasi pronto per debuttare con la maglia del Corinthians. L’ora ics potrebbe scattare il 7 settembre, quando – ironia della sorte – il Timao affronterà il Flamengo, squadra con la quale l’Imperatore vinse il campionato brasiliano un paio di anni fa.

Adriano rivuole la nazionale

Foto: AP/LaPresse

L’esperienza all’ombra del Cupolone è ormai un lontano ricordo per Adriano, tornato nel suo Brasile con l’intenzione di restarci a vita e di riguadagnarsi la convocazione in nazionale. Ad offrirgli l’ennesima possibilità di riscatto è il Corinthians, sebbene l’accordo non sia stato ancora messo nero su bianco.

I tifosi della squadra che fu di Ronaldo non gradiscono l’acquisto dell’ex Imperatore, un po’ per la scarsa forma fisica e un po’ perché proprio Adriano sancì l’eliminazione del Corinthians dalla Copa Libertadores qualche anno fa. Ma l’attaccante ha intenzione di far ricredere i suoi nuovi tifosi, come rivela al quotidiano Folha:

Il problema alla spalla c’è ancora e mi servirà ancora un mese e mezzo per essere al top. Mi hanno cercato 3-4 squadre, ma Ronaldo mi ha parlato del suo amore per il club e dell’affetto che i tifosi hanno verso di lui. Mi ha convinto ad entrare in questa famiglia e io adesso voglio entrare nel cuore della “torcida” come ha fatto lui.

Taddei vuole l’Italia

Sarà che gioca in Italia da 7 anni, oppure perché vede la convocazione nella nazionale brasiliana come impossibile, ma fatto sta che Rodrigo Taddei, centrocampista della Roma, ha fatto un

Diego Alves Carreira: numero 1 tra i volti nuovi

Un portiere brasiliano inserito tra i volti nuovi e consigliato ai club nostrani, per il futuro prossimo? Non scherziamo, da quelle parti non sanno usare le mani ed in porta finisce il solito allocco che ha diritto di giocare solo perché porta il pallone al campetto.

Invece stavolta parliamo di un vero fenomeno tra i pali, Diego Alves Carreira, che tanto bene sta facendo con la maglia dell’Almeira in Spagna. Grazie alle sue parate la squadra è la migliore della Liga, dopo le prime cinque giornate di ritorno con 13 punti su 15 conquistati, addirittura meglio dei fenomeni blaugrana, che sono costretti a guardare stupiti questa nuova realtà del calcio spagnolo.

Certo la squadra di Unai Emery non vincerà lo scudetto, ma il portierino si sta togliendo le sue belle soddisfazioni, soprattutto ora che è riuscito a soffiare ad Iker Casillas il record di imbattibilità, con 617 minuti senza prendere gol! Niente male per il ventiduenne numero uno, proveniente dal Brasile! Ma forse il suo segreto sta tutto nelle origini italiane ed un po’ di sangue della terra che ha sfornato grandi talenti nel ruolo deve pur averlo.

Se il calcio non fosse esistito, Pelè lo avrebbe inventato

Non è difficile segnare mille gol come Pelè, è difficile segnare un gol come Pelè:

parole e musica del poeta brasiliano De Andrade, per definire uno dei miti del calcio mondiale, uno dei più forti di tutti i tempi, poeta egli stesso nella sua professione, con quell’abilità di rendere magica ogni singola giocata.

Difficile raccontarlo in poche righe, difficile non cadere nel retorico, attribuendogli aggettivi come mito, leggenda, dio del calcio. Quasi impossibile poi rispondere alla domanda da un milione di dollari: “meglio Pelè o Maradona?”. Solo i napoletani hanno trovato la soluzione dell’arcano, ma sono di parte e non hanno mai visto giocare il brasiliano, se non in vecchi filmati, che ne raccolgono il meglio del repertorio. Mi astengo dalla scelta, lasciandovi le vostre personali convinzioni, ma continuo a ripetere che non si possono mettere a confronto campioni di epoche diverse.

Kakà: il miglior calciatore in attività

Se continua di questo passo dovrà aggiungere molti ripiani alla bacheca, per sistemare i numerosi trofei e riconoscimenti che gli vengono assegnati ogni anno. Ieri l’ennesimo Oscar del Calcio da stringere tra le mani nella cerimonia di premiazione avvenuta all’Auditorium di Milano: consacrato ancora una volta Miglior straniero del campionato italiano e Miglior giocatore assoluto.

Stiamo parlando di Ricardo Izecson dos Santos Leite, per tutti semplicemente Kakà, giocatore del Milan e della nazionale brasiliana, considerato da molti il più grande campione in attività. Cresciuto calcisticamente nel San Paolo (146 presenze e 58 gol), sembrava che dovesse arrivare in Italia per vestire la maglia del Brescia, ma l’operazione richiedeva un investimento elevato e le rondinelle si tirarono indietro. L’anno successivo finì al Milan per 8 milioni e mezzo di euro, suscitando curiosità ed ilarità a causa del suo bizzarro soprannome (Moggi diceva che uno con un nome così non avrebbe mai potuto giocare nella Juve). Ora, a distanza di quattro anni, non ride più nessuno!

Numeri di alta scuola contraddistinguono ogni sua prestazione, giocatore completo, dotato di tecnica sopraffina. Non è un attaccante puro, ma segna quanto e più di un centravanti, con tiri potenti scoccati dalla lunga distanza, ma anche con giocate di fino, con scatti e dribbing palla al piede.