Mario Balotelli, dal Time alla multa in treno

Sarà pure uno dei cento personaggi più influenti del Pianeta, ma non può proprio proporsi come modello, viste i continui colpi di testa. Lui è Mario Balotelli, finito della lista delle Icone del Time solo qualche giorno fa ed ora sbattuto in prima pagina per una paio di “balotellate” all’altezza della sua fama. La prima arriva a qualche ora dalla gara con la Fiorentina, quando il Milan si apprestava a raggiungere il capoluogo toscano in treno. Ebbene, Supermario ha pensato bene di ingannare la noia del viaggio, chiudendosi nel bagno del Frecciarossa per fumare una sigaretta.

Balotelli ancora bad boy, multa e lite con i vigili

E’ tornato in Italia da una decina di giorni ed ha già trovato il modo di farsi notare, non solo per la doppietta messa a segno nel posticipo di domenica sera contro l’Udinese. Naturalmente parliamo di Mario Balotelli, noto per i colpi di testa al di fuori del rettangolo verde e caduto di nuovo in tentazione nella mattinata di oggi. L’attaccante del Milan è stato multato all’aeroporto di Linate dopo un diverbio con i vigili per via di un parcheggio.

Balotelli super-multa, e ora l’addio è più vicino

L’ennesima multa, stavolta più salata del solito, potrebbe aver scritto la parola fine alla storia di Mario Balotelli al Manchester City. Non che il rapporto tra di loro fosse idilliaco, ma dopo una serie di infrazioni al regolamento disciplinare non ben specificate, la società avrebbe deciso di comminare al calciatore una multa che al cambio supera i 400 mila euro.

Calciomercato Milan, il City respinge l’offerta per Tevez e multa il giocatore

Passa al contrattacco il presidente del Manchester City Khaldoon Al Mubarak, stanco ormai di passare per lo zimbello della situazione. Dopo avere accettato l’offerta del PSG di qualcosa tipo 35 milioni di euro più bonus, e dopo aver quasi accettato quella dell’Inter sulla trentina di milioni, ha visto saltare entrambe le trattative a causa del rifiuto di Tevez. Per questo ora ha deciso di agire col pugno duro.

Chi credeva che si fosse ammorbidito, come dicevano le voci circolate ieri sera di un’apertura al prestito, rimarrà deluso. Al Mubarak ha infatti affermato che il Milan non è un’opzione, non vuol sentire parlare di prestito ma cederà Carlos Tevez solo a titolo definitivo. Intanto è pronta una bella multa per il calciatore.

Lazio: la grana Zarate diventa fastidiosa, e lui finisce sul mercato

E’ incredibile come anche dopo una stupenda vittoria in Europa per 6-0 nell’ambiente della Lazio continuino ad aleggiare i malumori. Pomo della discordia è sempre lui, Mauro Zarate, arrabbiato per l’esclusione dalla partita contro il Rabotnicki, che si dice sia scappato via e non sia rimasto con i compagni appena ricevuta la notizia che non avrebbe fatto parte dell’11 titolare.

La società, che sta valutando la possibilità di una multa, ha avvisato il calciatore che, alla prossima bravata, rischia di rimaner fuori rosa (e conoscendo Lotito ne è capacissimo), ed intanto si valuta una cessione. Il costo del cartellino è di 21 milioni, tanti per un calciatore che, seppur bravo, finora non ha dimostrato granché, se non un caratteraccio.

Caso-Borriello: Milan e Roma rischiano solo una multa

Foto: AP/LaPresse

Tra le varie peripezie effettuate negli ultimi anni dalle società per far quadrare i conti, la scorsa estate ne è sfuggita una incredibile al Milan e alla Roma, tanto assurda che viene il sospetto che sia fatta apposta. Il contratto in questione è quello per Marco Borriello, ufficialmente ceduto in prestito con obbligo di riscatto dai rossoneri ai capitolini.

Questa nuova forma di pagamento è spuntata fuori appena la scorsa estate, ed ha sorpreso tutti, anche la Covisoc e l’ufficio indagini della Federcalcio che oggi fanno sapere che tale contratto non è previsto dall’ordinamento italiano. Quando un calciatore cambia maglia, può farlo in via definitiva, in prestito o in comproprietà, ma non ci può essere un prestito che, alla fine della stagione, comporti l’intero pagamento del cartellino.

Italia-Serbia: i rischi per le due nazionali

Italia-Serbia non è ancora finita. Se dal punto di vista sportivo la partita è durata soltanto 6 minuti, da quello giudiziario dura tre settimane. La Uefa non ha ancora ratificato il 3-0 a tavolino, anche se ormai non sembra in discussione perché non è stata presa nemmeno in considerazione l’ipotesi di rigiocare la partita, ma i rischi sono tanti, e valgono anche per gli azzurri nonostante sembrino le vittime di questa situazione.

Secondo la Uefa è responsabile la federazione che organizza l’evento, quindi quella italiana, e se gli scontri sono potuti accadere, e soprattutto se è stato concesso ad Ivan e compagni di far entrare armamenti da guerra sugli spalti, la colpa è solo dell’Italia. I pericoli non dovrebbero essere penalizzazioni di punti, ma vanno dalla squalifica del campo alla multa, fino all’esclusione della città di Genova da partite a rischio a causa della vicinanza dello stadio al centro cittadino che metterebbe in pericolo l’incolumità dei cittadini e degli esercizi commerciali.

Balotelli, multa e addio

Di occasioni per crescere ne ha avute parecchie, ma a quanto pare Mario Balotelli è ben lontano da quella maturità auspicata da tecnico e società ed ora in casa Inter

Balotelli, multa e scuse

Fischi e buu su ogni campo d’Italia, ad ogni tocco di palla, ad ogni fallo commesso o ricevuto, ad ogni rete segnata… E’ il destino di Mario Balotelli, italiano dalla pelle d’ebano, che non riesce proprio a farsi accettare dal pubblico del Belpaese. Razzismo? Forse un po’ si, anche se bisogna ammettere che il giovane attaccante dell’Inter non è esente da colpe, ponendosi sempre in modo “sbagliato” e reagendo in maniera esagerata alla varie provocazioni. L’ennesimo esempio lo abbiamo avuto ieri subito dopo la gara vinta dall’Inter contro il Chievo. A fine partita l’under 21 azzurro si era lamentato per il trattamento ricevuto dal pubblico di casa (“ogni volta che vengo qui, questo pubblico mi fa sempre più schifo”).

Oggi è arrivata per lui una multa salata (7.000 euro), non tanto per le dichiarazioni del post-partita, quanto per l’applauso ironico (e dunque provocatorio, a detta del giudice sportivo) rivolto al pubblico nel momento della sostituzione. E dopo al multa arrivano anche le scuse di Supermario, anche se con dei distinguo:

Non mi scuso con chi mi ha insultato, ma con quella parte di pubblico che non c’entrava niente e che ho offeso esprimendomi male perchè esasperato dai “buu” durante la partita e mentre uscivo dal campo. Avrei dovuto precisare che quei tifosi che mi hanno fatto i “buu” a Verona, così come in altri stadi d’Italia, mi fanno schifo perché invece di godersi sportivamente una partita non pensano ad altro che a insultarmi. Sono stanco di sentire slogan e “buu” razzisti anche quando in campo mi comporto bene.