Cannavaro e l’Italia che verrà

A meno di quindici giorni dal ritorno di Marcello Lippi sulla panchina azzurra, si torna a parlare di nazionale italiana, nonostante il primo impegno sia ancora molto lontano. L’occasione ce la offre un’intervista concessa da Fabio Cannavaro alla Gazzetta dello Sport, in cui il capitano si candida ancora per una maglia al centro della difesa azzurra.

Del resto, già all’indomani dell’infortunio che gli ha impedito di partecipare alla kermesse europea, Cannavaro si era autoeletto capitano fino al 2010, dando la piena disponibilità alla causa della nazionale.

Il ribaltone in panchina non gli ha fatto certo cambiare idea ed ora si dice pronto a prendere per mano una difesa che ha mostrato qualche affanno, per condurla all’appuntamento con la conferma del titolo. Ma che Italia dovremo aspettarci da qui a due anni?

La nazionale irachena sospesa dalla Fifa

La Fifa ha momentaneamente sospeso la nazionale irachena da qualsiasi attività internazionale che riguardi il calcio, con effetto immediato. Così la squadra che, contro ogni pronostico, lo scorso anno ha alzato al cielo la coppa d’Asia, dimostrando al mondo che, almeno davanti al calcio, le diversità politiche e di razza non contano, sarà costretta a seguire l’Olimpiade di calcio da casa, e probabilmente non potrà partecipare nemmeno ai prossimi mondiali, nel 2010.

Il problema razziale però è venuto appena fuori dal campo. Infatti durante una trasferta in Thalandia, le diverse fazioni di Sciiti, Sunniti e Kurdi che componevano la nazionale dell’Iraq sono venute allo scontro, incentrato su discussioni politiche che hanno ben poco a che fare con il calcio. Ma questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti il Governo iracheno si è visto costretto a sciogliere il Comitato Olimpico nazionale a causa della corruzione di alcuni suoi componenti, e non è riuscito ad eleggerne un altro in tempo, condizione fondamentale per poter partecipare alle Olimpiadi.

Reimond Manco: la classe arriva dal Perù

Ecco un altro giovane talento che i nostri club si sono lasciati scappare! Ma è mai possibile che i nostri presidenti non abbiano nemmeno i soldi necessari per pagare un biglietto aereo ad un osservatore? Il fenomeno di turno si chiama Reimond Manco, già da tempo nelle mire di mezza Europa, nonostante la giovanissima età (compirà 18 anni il prossimo agosto) e nella stagione 2008-2009 sarà al servizio del PSV Eindoven, al fianco del connazionale Jefferson Farfàn.

La squadra olandese, attualmente prima nella Eredivisie, ha dato l’annuncio del suo acquisto un paio di giorni fa, per la felicità dei pochi che hanno avuto occasione di vederlo giocare nel Mondiale Under 17 dello scorso anno, in cui ha strappato consensi ed applausi, trascinando il Perù fino ai quarti.

Ed il mondiale coreano non è altro che la logica conseguenza di un’ascesa continua del giovane Reimond, che negli anni dell’adolescenza (tra l’altro non ancora completata) ha dimostrato di saperci fare con la palla tra i piedi, vincendo addirittura il Pallone d’Oro nel Subamericano Sub 17, davanti al richiestissimo brasiliano Lulinha, per cui il Chelsea ha offerto la bellezza di 15 milioni di dollari. Una bella soddisfazione per l’astro nascente del calcio peruviano, che non si apettava certo un simile riconoscimento, avendo segnato solo tre gol nella manifestazione.