Mourinho ingordo: vinco col Real, poi mondiale col Portogallo

L’ambizione di Josè Mourinho non conosce limiti, e questo lo sapevamo da un pezzo, da quando promise ai tifosi interisti che avrebbe riportato a Milano la Coppa dalle grandi orecchie. Missione compiuta e via verso nuove sfide, stavolta in terra di Spagna, ad allenare una squadra piena zeppa di campioni ed impaziente di tornare ai vertici del calcio nazionale ed europeo. Una nuova missione da compiere per il tecnico di Setubal, che ora spera di diventare l’unico allenatore capace di conquistare il titolo nei tre maggiori campionati continentali ed il primo a portare a casa tre Champions League con squadre diverse. L’unico a poterlo eguagliare, a sentir lui, è Carletto Ancelotti:

In questo momento siamo in gioco io, Carlo Ancelotti e Fabio Capello. Quest’ultimo ha vinto in Italia e in Spagna ma se, come dice lui, non tornerà ad allenare un club allora non potrà raggiungere questo obiettivo. Restiamo dunque io e Carlo, ma non so se lui ha il mio stesso obiettivo di vincere nei tre campionati più importanti al mondo. Vorrei anche vincere la Champions con tre club diversi.

Come si para un rigore? La storia del penalty nel Mondiale

Noi italiani ne sappiamo qualcosa, dato che nel 1990, nel ’94, nel ’98 e nel 2006 hanno segnato il nostro Mondiale, ma fatto sta che i calci di rigore sono probabilmente la parte più avvincente (e dolorosa) di questo torneo. Data l’importanza della gara ed il valore dei calciatori in campo, molto spesso assistiamo a partite tirate e poco spettacolari, così per poter vedere la rete gonfiarsi, dobbiamo ricorrere spesso alla lotteria dei penalty.

Ma come si para un calcio di rigore? Ce lo spiega uno dei tanti grandi assenti al Mondiale, il portiere della Repubblica Ceca e del Chelsea Petr Cech:

Tra i pali cerco di rendermi il più grande possibile, restando immobile per non far capire al mio avversario in che direzione mi tufferò. Mi alleno regolarmente su questi aspetti perché rappresentano una parte importante della partita.