Il punto sul calciomercato dopo due settimane dalla fine del campionato

Il campionato è terminato due settimane fa, e subito sono scattati i primi colpi di mercato. Non c’era da meravigliarsi, visto che alcuni nomi, e già alcune firme, erano stati ufficializzati anche settimane prima del fischio finale dell’ultima giornata, e quindi molti manager erano già in procinto di organizzare la prossima stagione.

Finora ci siamo occupati delle trattative, dei nomi più o meno veri, delle indiscrezioni e delle favole raccontate per sviarci. Adesso, come faremo con cadenza bisettimanale, cerchiamo di fare il punto sulla situazione, e mettere in chiaro gli acquisti e le cessioni ufficiali, cioè quei colpi di mercato che hanno nero su bianco.

Strategia al risparmio del Milan: “i miliardi li facciamo gettare agli altri”

Probabilmente le accuse di immoralità lanciate da Blanc qualche mese fa nei confronti di Milan e Inter stanno cominciando a fare effetto. Non sull’Inter, evidentemente, dato che Moratti ha già cominciato a contare i milioni da spendere per la prossima campagna acquisti, ma sul Milan, che ha deciso di mantenere il profilo basso, e cominciare ad agire come già fanno in Spagna, puntando sui giovani.

La strategia è vincente (vedi Barcellona, dove sono nate stelle come Eto’o, Messi, Krkic, e in parte anche Ronaldinho), ma forse è dovuta al fatto che il presidentissimo Silvio Berlusconi ha deciso di lasciare la presidenza per occuparsi di affari ben più importanti del calcio. Il motivo vero non è dato saperlo, ma quello che si sa è che l’annuncio farà preoccupare molti tifosi rossoneri: niente follie, il prossimo anno si punterà sui giovani.

Sebastien Frey: tutti lo vogliono!

La curva lo adora e lui è uno che sa come farsi apprezzare, non solo per le sue prodezze in campo, ma anche per quel carattere estroverso che lo contraddistingue da sempre. Il guascone di turno risponde al nome di Sebastien Frey, di professione portiere (ma va?), che però somiglia poco agli illustri predecessori che trasferivano tra i pali la stravaganza dimostrata nella vita.

Sebastien guascone lo è (durante il ritiro nel suo primo anno di Inter si tuffò in una piscina vuota, tanto per dirne una), ma quando indossa i guanti riesce a dar sicurezza ad un intero reparto.

Viene da una famiglia di calciatori: suo nonno André giocava come difensore nel Metz e nel Tolosa, arrivando a vestire anche la maglia della nazionale francese, suo padre, anche lui portiere, è arrivato fino alla seconda categoria, mentre suo fratello Nicholas gioca in Italia nel Modena.

Ritiro azzurro: tra scelte coraggiose e numeri

A pochi giorni dall’inizio della kermesse europea, Coverciano è diventato il centro del mondo per quanti come noi vivono di solo calcio (o quasi). Ormai ci siamo: la rosa è decisa e non resta che provare uomini e schemi per affrontare al meglio l’appuntamento che potrebbe farci entrare nella storia, dopo il titolo mondiale di due anni fa.

Proprio ieri l’ultima sofferta scelta di Donadoni, con l’esclusione dal gruppo di Montolivo, ritenuto cresciuto ed in ottime condizioni atletiche, ma sovrastato da altri elementi che danno più garanzie. A detta del mister comunque, il giovane viola verrà molto utile in futuro.

Esclusione di Montolivo a parte, ieri è stata la giornata dell’allenamento a porte chiuse, nel quale Donadoni ha voluto provare il 4-3-3 con Cassano e Del Piero contemporaneamente in campo (ecco finalmente uno che non ha paura di rischiare e che almeno sulla carta non esclude che i due possano coesistere, riaprendo questioni incomprensibili sui dualismi, tipiche della nazionale italiana).

Manuel Rui Costa: uomo-assist e classe da vendere

In una rubrica dedicata ai numeri 10 non poteva certo mancare un capitolo su uno dei migliori interpreti degli ultimi venti anni, Manuel Rui Costa, portoghese di nascita, brasiliano nel tocco di palla.

Scoperto e sponsorizzato direttamente dal più grande portoghese di sempre (Eusebio), il talento lusitano ha mosso i suoi primi passi nella squadra del Benfica per la quale faceva il tifo sin da ragazzino e con quale ha chiuso la carriera qualche giorno fa.

Tra la partenza ed il ritorno nella squadra del cuore, Rui Costa ha vissuto 12 anni da italiano, (Fiorentina e Milan) e lasciando un ricordo indelebile nei cuori di chi ha potuto ammirare le sue magie in campo.

Ibou Ba si ritira

Ve lo ricordate Ibrahim Ba, detto Ibou? Era uno dei centrocampisti più in voga degli anni ’90, considerato una delle ali più forti a livello internazionale. Purtroppo, come molto spesso accade nel nostro campionato, il primo passo verso la fine della sua carriera lo fece firmando 11 anni fa per il Milan. Ora la sua carriera è finita davvero, a 35 anni ha deciso di ritirarsi, farà l’osservatore per i rossoneri in Africa.

Nato il 12 gennaio del ’73 a Dakar, acquisisce la doppia nazionalità senegalese e francese, che gli consente di girare liberamente per l’Europa. Famoso per la sua eccentricità, fu il primo nero, insieme ad Abel Xavier, ad ossigenarsi i capelli, sulla scia della moda lanciata negli States da Dennis Rodman, stella del basket Nba.

Manchester City e Herta Berlino qualificate in Uefa grazie al fairplay

Di classifiche strane ce ne sono davvero tante. Ma quella più importante tra quelle più assurde è sicuramente quella del fairplay perchè, può sembrar strano, ma concede tre posizioni nella prossima coppa Uefa. Questa strana classifica esiste già da 14 anni, ma nessuno poteva immaginare che avesse un valore così alto, in quanto ancora nessuna squadra italiana ne aveva usufruito.

Questa classifica parte dal presupposto che ci siano delle nazioni più corrette di altre, sia durante i 90 minuti che fuori dal campo. A seconda della classifica nazionale poi vengono stilate le graduatorie dei singoli club, e siccome l’Italia finora è sempre risultata intorno al trentesimo posto (l’anno scorso eravamo 34esimi), non ci aveva mai sfiorato questa possibilità.

38^ giornata: i verdetti aspettando l’Europeo

E fanno sedici! Stavolta l’Inter non è pazza e conquista il titolo al fotofinish, soffrendo per un’ora abbondante, prima di poter sfogare la gioia liberatoria. La Roma ha fatto la sua parte, andando a segno con Vucinic ad una manciata di minuti dall’inizio e cercando poi di contenere il furore agonistico di un Catania per niente intenzionato a scendere nella serie cadetta.

Come detto nella flash lanciata poco dopo il fischio finale, il sogno della Roma è durato per un’ora e un quarto, con l’orecchio alla radiolina, in attesa di notizie da Parma. E per quell’ora abbondante i giallorossi sono stati Campioni d’Italia, mentre il resto della classifica recitava Parma e Catania in B ed Empoli salvo in virtù del doppio vantaggio sul Livorno già retrocesso.

Poi al Tardini Ibrahimovic veniva buttato nella mischia, proprio lui, che non vedeva un pallone da 40 giorni, proprio lui che non segnava un gol su azione dalla gara di andata contro i gialloblu. Un segno del destino: Zatlan entra e ne segna addirittura due, scrivendo la parola fine su un campionato incerto fino all’ultimo ostacolo.

Mercato Milan in fibrillazione, i grandi nomi aumentano anche senza la Champions

E dire che c’era chi pensava che non andare in Champions fosse un disastro. Mai come quest’anno ci sono tanti giocatori che ruotano intorno alla società del Milan, e a sentire i nomi, c’è da farsi venire i brividi.

Chiuso già l’affare Flamini, rimangono saldi i rapporti con il Barcellona. Sono due anni che Berlusconi cerca in tutti i modi di strappare Ronaldinho ai blaugrana, ma da quando i medici gli hanno detto che non tornerà più quello di una volta, questo interesse sembra un pò scemato. I catalani però non hanno solo Dinho, ma mezza squadra appetita da tutta Europa, e il bello è che se ne vuole disfare.

Ronaldo: il futuro, i figli, la dieta

Dopo tanto clamore sulla sua vita privata, Ronaldo torna a parlare di calcio giocato, di recupero fisico, di progetti per il futuro. Lo fa dalle telecamere di Rede Globo, nella trasmissione Mais Voce, in un’intervista subito ripresa da Globoesporte.

E’ tornato ad essere loquace, dopo i giorni della vergogna che lo hanno visto rinchiudersi in casa, protetto da parenti ed amici, pronti a difenderlo contro l’assalto dei paparazzi. Ma ora parla ed è un fiume in piena:

Subire una rottura totale del tendine rotuleo è molto difficile. Bisogna avere uno squilibrio muscolare e io in effetti lo avevo. La prima volta ci ho messo un anno e mezzo per recuperare, questa volta lo farò in molto meno tempo, penso di impiegare la metà.