Ancelotti come Figaro: tutti lo cercano, tutti lo vogliono

Ricordate quando il giovane Ancelotti arrivava a Torino con il suo piccolo bagaglio di esperienza? E ricordate l’accoglienza che gli riservò una parte del popolo juventino? Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, il piccolo allenatore è cresciuto ed ha dimostrato ampiamente di essere in grado di allenare un grande club, attirando l’attenzione delle dirigenze di mezza Europa, che ora farebbero carte false per portarlo alla propria corte.

L’interessato sta alla finestra e si gode lo spettacolo con la speranza di lasciare a Milano l’ultimo grande regalo prima dell’addio. Non fa mistero delle sue preferenze, ammettendo tra il serio e il faceto di ambire alla panchina giallorossa, l’unica in Italia che riscuote le simpatie del suo fondoschiena. Ma il feeling tra la Roma e Spalletti è tale da non lasciare presagire cambi imminenti, ragion per cui il tecnico di Reggiolo dovrà “accontentarsi” di un’altra sistemazione. Dove finirà?

La rivoluzione in casa Chelsea ha aperto le porte ad una soluzione interessante, perché è chiaro che Hiddink non sarà il tecnico dei Blues per troppo tempo (a meno di una vittoria clamorosa in Champions o in Premier). Il tecnico olandese, pur essendo nelle simpatie di Abramovich, non convince pienamente i manager Peter Kenyon  e Pini Zahavi, che già la scorsa estate avevano tentato un corteggiamento nei confronti dell’italiano.

L’Inter va, il Milan rallenta. E domenica c’è il derby

Le speranze dell’Italia anti-nerazzurra si vanno via via affievolendo di fronte ad una classifica che vede l’Inter sempre più saldamente al comando, un po’ per merito proprio, un po’ per le disfatte altrui. Mourinho & Co. continuano a ripetere di non essere interessati ai risultati delle dirette concorrenti, di voler fare il proprio campionato e bla bla bla… I soliti discorsi di circostanza, insomma.

Certo è che le altre pretendenti allo scudetto non si stanno dannando l’anima per rendere difficile il cammino dell’Inter e, anzi, il più delle volte fanno a gara per stendergli un bel tappeto rosso sotto i piedi. Basta guardare la giornata di ieri. L’Inter è scesa in campo alle sei del pomeriggio ed ha fatto ampiamente il proprio dovere, guadagnando tre punti preziosi su un campo ostico come quello di Lecce.

Il Milan aveva il vantaggio di giocare in casa contro la Cenerentola del campionato, quella Reggina che lontano dal Granillo aveva guadagnato la miseria di 5 punti in 11 gare. Una partita da 1 fisso, con tutto il rispetto per i calabresi, che sulla carta non potevano certo sperare di conquistare punti-salvezza in quel di Milano. E invece ci ritroviamo a commentare l’ennesimo allungo dell’Inter che ora viaggia a +8 sui cugini ed a +10 sulla Juventus, costretta oggi a vincere sul campo del Catania, se vuole mantenere viva qualche residua speranza di gloria.

Il caso Beckham tra offerte e rifiuti. E intanto arriva Victoria

Beckham si, Beckham no, Beckham forse: il tormentone è destinato a continuare ancora per molto, in attesa che i Los Angeles Galaxy si decidano ad assecondare la volontà del giocatore, lasciandolo libero di decidere sul suo futuro. A neanche un mese dall’esordio, lui sembra intenzionato più che mai a terminare la stagione in maglia rossonera, confortato dalle ottime prestazioni (con tanto di gol) che va via via inanellando.

L’Inghilterra non è poi così lontana e non solo dal punto di vista geografico. Questa sera il suo nome dovrebbe essere tra quelli sciorinati da Capello per l’amichevole di mercoledì contro la Spagna e Beck sa benissimo che la possibilità di giocare in nazionale è figlia della sua presenza in un campionato di alto livello. Al diavolo il marketing ed i contratti milionari dunque, di fronte alla chance di giocarsi da protagonista il prossimo mondiale.

Ma non è tutto semplice come potrebbe sembrare e, se prima lo scoglio maggiore da superare si chiamava Victoria Beckham (per niente allettata dall’idea di trasferirsi nel Belpaese), ora il nodo da sciogliere risponde al nome di Tim Leiweke, amministratore delegato della AEG, proprietaria del club californiano.

Ronaldinho e Balotelli: a volte ritornano

Cos’hanno in comune Ronaldinho e Balotelli? Poco, quasi niente, forse solo il fatto di giocare nella stessa città, seppur con maglie diverse. Per il resto, ci sono ben pochi elementi per azzardare un paragone: l’uno ha vinto tutto quello che c’era da vincere, dimostrando ad ogni latitudine il proprio talento, mentre l’altro è rimasto prigioniero dei complimenti ricevuti dopo le prime prove convincenti, neanche avesse raggiunto i livelli del suo illustre collega.

Entrambi si sono ritrovati ai margine della squadra nell’ultimo periodo, ma mentre il campione consacrato ha fatto buon viso a cattiva sorte, accettando la panchina, il ragazzino ha puntato i piedi, arrivando allo scontro diretto con un certo Mourinho, che in quanto a fermezza non ha nulla da invidiare a nessuno.

Oggi i due dovrebbero avere la possibilità di riscattarsi dall’ultimo periodo infelice, dimostrando sul campo di poter essere ancora utili alla causa delle rispettive squadre.

Delio Rossi non se ne va

C’è aria di tempesta in casa Lazio dopo le ultime sconfitte che hanno allontanato la squadra di Delio Rossi dai sogni di gloria lungamente cullati. Tutto ciò ha portato all’incrinatura dei rapporti con il tifo più acceso, fino alla contestazione civile, ma pur sempre decisa, in quel di Formello.

A finire sul patibolo il portiere Carrizo e Delio Rossi, reo di non aver indovinato qualche scelta determinante nelle gare clou dell’ultimo periodo. In un clima così infuocato è logico quindi che saltino fuori voci relative all’esonero del tecnico, sebbene lui continui a difendersi dicendo di non aver mai parlato di traguardi ambiziosi.

Da parte sua l’allenatore ha l’appoggio incondizionato della società, che ancora una volta ha ripetuto l’intenzione di andare avanti con la stessa guida tecnica. Rossi resta al suo posto, checché ne dica la curva, e non vuole nemmeno sentir parlare di ultimatum.

Ridiamoci su: la giornata tipo del Milan

Pronti per un’altra buona dose di risate? Dopo il capitolo-Inter, ecco arrivare la giornata-tipo dei cugini rossoneri, che negli ultimi tempi hanno spesso offerto il fianco agli attacchi ironici degli avversari.

Stavolta l’autore non è un anonimo o uno sconosciuto, ma un redattore di Affari Italiani che si è divertito a prendere in giro Ancelotti & Co. E potete scomettere che anche qui ci sarà da sbellicarsi, tra battutine velenose sulla dieta del mister e riferimenti alla nota vicenda che avuto come protagonista Kaka.

Non ci credete? E allora continuate a leggere e preparatevi a divertentissimi resoconti che potrebbero arrivare nelle prossime settimane, perché nel bene o nel male tutte le squadre hanno la loro giornata-tipo.

Per un Kakà che va, c’è un Beckham che viene

Ieri pomeriggio alcuni giornalisti di As hanno atteso Kakà sotto casa sua per un’intervista sul suo possibile futuro con la maglia del Real Madrid. Nonostante questa invasione poco opportuna nella sua vita privata, dopo un primo momento di disappunto il calciatore brasiliano ha preferito rimanere sul vago. Alla domanda se c’erano possibilità che a fine stagione possa trasferirsi al Real, Kakà ha preferito non rispondere, ma lasciare la questione in sospeso.

Quando si era trattato del Manchester City, sin da subito il calciatore si affrettò a smentire il suo interessamento e disse che non avrebbe mai firmato per gli inglesi. Adesso questa sua incertezza aggiunge un altro capitolo alla sua vicenda, che pare lo debba portare lontano da Milano. Ma se Kakà andrà via, forse i milanisti potranno consolarsi con un’altra stella: David Beckham.