Bentornato Napoli!

Serviva una scossa per l’intero ambiente e, come al solito, a finire sull’inceneritore è stato il condottiero, colui che non può avere colpe se la squadra non gira come dovrebbe, nonostante la presenza in campo di pezzi da novanta.

Fatto sta che Edy Reja ha pagato per tutti, scendendo in anticipo dal treno-Napoli e portandosi dietro l’affetto dei tifosi e della squadra. Ed è per questo che ieri al San Paolo si temeva una sorta di “rivolta popolare”, dopo i fischi e le contestazioni della scorse settimane all’indirizzo di una squadra incapace di mettere in campo l’orgoglio giusto per andare avanti.

E invece il popolo napoletano ha concesso al nuovo mister la possibilità di dimostrare la propria esperienza, salutando l’ex tecnico con un lungo striscione e invitando Donadoni a risollevare le sorti del club. “Donadoni sbruogl sta matass”, chiedevano i tifosi e, almeno da quanto visto ieri sera, pare che la matassa stia per sbrogliarsi, vista la rinnovata volontà della squadra.

Da Abbiati a Koch, storie di portieri sfortunati

Portieri in prima pagina: generalmente accade in occasione di papere eclatanti o (meno spesso) per interventi miracolosi o rigori parati. Stavolta a rendere protagonisti due numeri 1 sono i gravi infortuni riportati sul rettangolo verde.

Cominciamo dal più recente, quello cioè che visto cadere Christian Abbiati dopo un contrasto con Favalli e che gli è costato il resto della stagione. La diagnosi parla di lesione del legamento crociato del ginocchio destro, il che significa sei mesi di stop e addio sogni di gloria. Il portierone del Milan si è detto pronto a ricominciare da capo, ma ammette che i momenti successivi all’incidente non sono stati affatto facili:

Domenica ero veramente arrabbiato, erano anni che non piangevo dai nervi, dalla disperazione, ma l’ho accettato. Ormai già ci rido sopra… Solo quando ho provato a rialzarmi ho capito che l’infortunio era al ginocchio e da lì ho iniziato a piangere dal nervoso, perché ho capito che era finita e tutto quello che avevo fatto fino a quel momento certamente non svaniva, ma si fermava lì.

Calciomercato: Milan e Real Madrid le più scatenate

Sono sicuramente le due squadre più deluse dell’anno. Il Milan, per dirla alla Mourinho, chiuderà con “zero titoli”, visto che sarà già un’impresa agganciare il secondo posto, a cui si aggiunge l’umiliante eliminazione dalla coppa Uefa. Il Real ha fatto la stessa fine. La distanza dal Barcellona è incolmabile e l’eliminazione dalla Champions è venuta in maniera piuttosto brusca visti i 5 gol in due partite subiti dal Liverpool.

Per questo serve una rifondazione, che deve partire necessariamente dal prossimo mercato estivo. Cominciamo con gli spagnoli, che vista l’imminente elezione del presidente del club, promette già di spendere montagne di soldi. Si sa già che il sogno dei tifosi blancos è Cristiano Ronaldo, e vista la volontà del calciatore, potrebbe essere esaudito. Ma se Perez dovesse essere eletto, la tratta che collega Madrid e Milano sarebbe molto trafficata.

Pippo Inzaghi fa 300

Non sarà Pelè e neppure Romario, inarrivabili con i loro mille e passa gol, ma da queste parti 300 reti in carriera sono veramente tante. L’eroe della giornata risponde al nome di Filippo Inzaghi, che con la doppietta di oggi al Siena ha raggiunto lo storico traguardo, alla faccia di quanti lo davano per finito e di chi in fase di convocazione guarda solo la carta di identità.

Superpippo ha 36 anni, ma a vederlo battersi sul campo non si direbbe proprio. Certo non c’è più lo scatto del ragazzino né la tenuta atletica per tutti i novanta minuti, ma all’occasione ricorda sempre dov’è la porta e non ha mai perso il vizio del gol. Già, il vizio. Berlusconi disse di lui:

Ha questo vizietto di fare sempre gol, è un vizioso.

Che fine ha fatto Dejan Savicevic?

Per tutti lui era “il Genio“. Sicuramente è stato il primo calciatore del nascente Stato del Montenegro a lasciare il proprio segno nel calcio internazionale. Probabilmente è dovuto a lui, come modello per tutti i calciatori del suo Paese, che oggi la nazionale montenegrina, anche senza una storia alle spalle, si può annoverare tra le 50 nazionali migliori del mondo. Da lui hanno preso esempio molti calciatori come Vucinic e Jovetic di cui, ancora oggi, alle mai dimenticate tv italiane continua a tessere le lodi.

Di lui ci si ricorda sicuramente delle grandi annate nel Milan e nella nazionale prima della Jugoslavia e poi della Serbia-Montenegro. Ma da quando, nel 1999, lasciò i rossoneri, se ne sono un pò perse le tracce. Ogni tanto rilascia qualche intervista, ma di lui non se ne sa più cosa fa.

La classifica senza errori: Milan primo, Inter a -11

Stavolta a tirare le somme non è un quotidiano filo-bianconero come Tuttosport. Stavolta a riscrivere la classifica è l’Osservatorio sugli Errori Arbitrali nel Calcio, che in collaborazione con Adiconsum propone il conteggio dei punti sulla base dei torti e dei favori ricevuti da ciascuna squadra di serie A. L’operazione si è resa necessaria dopo lo sfogo di Mourinho, convinto più che mai che ci sia una sorta di manipolazione dell’opinione pubblica tesa a danneggiare la sua squadra.

Ebbene, conti alla mano e rivisti tutti gli episodi da inizio campionato, risulta che i nerazzurri non hanno ragione di lamentarsi, avendo conquistato ben 11 punti grazie agli errori delle giacchette nere. Chi  dovrebbe lamentarsi, invece, è il Milan, ovvero la squadra che, parole di Mourinho, finirà la stagione “con zero titoli”, mentre dovrebbe trovarsi in testa alla classifica con cinque punti in più. Volete conoscere la classifica riscritta a tavolino?

La crisi tocca anche il Milan: taglio del 30% sugli stipendi

Sembra che il Presidente Berlusconi abbia improvvisamente deciso di tornare ad occuparsi del Milan. Prima la vicenda Kakà, poi quella della vendita della società allo sceicco Mansour oppure a Ferrero, e adesso la novità: dal prossimo anno gli stipendi dei calciatori dovranno essere tagliari di un terzo.

Lo ha stabilito proprio colui che questi stipendi li paga, forse dopo un duro faccia a faccia con sua figlia Marina, presidente Fininvest, la società che controlla proprio il club rossonero, che da tempo ha detto di non voler più gettare soldi dalla finestra per mantenere una società costantemente in rosso come il Milan.

Beckham, trovato accordo con i Galaxy

Ormai è fatta, Beckham resterà un calciatore del Milan. Sulle pagine di Repubblica di questa mattina l’annuncio ufficioso, che diventerà ufficiale venerdì prossimo, quando verrà messo per iscritto. L’accordo tra

Milan, quale futuro?

Scudetto e Coppa Uefa: questi gli obiettivi del Milan all’inizio di una stagione che non lo vedeva protagonista della competizione più importante a livello internazionale. Senza Champions League sarà facile concentrarsi sul campionato, tentando di conquistare anche l’unico trofeo che ancora manca nella ricca bacheca del club di Via Turati. Già, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e dei due obiettivi sbandierati a bocce ferme non rimane che un pallido ricordo.

I cugini dell’Inter ancora dettano legge a livello nazionale ed ora i punti di distacco sono 11, quando mancano appena 13 giornate alla fine della stagione; la Coppa Uefa continuerà ad essere un sogno, dopo la figuraccia rimediata ieri sera contro il Werder Brema. Cosa resta?

Resta da agguantare il terzo posto in classifica, che significherebbe accesso diretto alla fase a gironi della Champions del prossimo anno, senza dover passare per il rischioso turno preliminare. Questa la magra consolazione per i rossoneri, partiti con la voglia di spaccare il mondo e ritrovatisi improvvisamente con le ambizioni di una qualunque provinciale. Lo sa bene Adriano Galliani, che questa mattina ha disertato una riunione in Lega, per recarsi a Milanello. Nel pomeriggio, poi, vertice in sede con Leonardo e Braida per studiare la strategia da adottare da qui a fine stagione.

Figuraccia Italia in Coppa Uefa

Speravamo di poter commentare un’Italia che torna a far paura nel Vecchio Continente. Eravamo certi di poter applaudire il passaggio del turno di almeno due delle squadre impegnate nel ritorno dei sedicesimi di Coppa Uefa, preparandoci già ad esaltare le rimonte di quelle che in casa erano state costrette a cedere le armi.

Speranze vane, certezze effimere. Il risveglio è doloroso di fronte all’eliminazione di tre squadre su quattro, contro avversarie non certo insuperabili. L’unica consolazione arriva dalla terra del Friuli, ma è troppo poco rispetto a quanto ci si aspettava alla vigilia.

Passi pure la sconfitta della Sampdoria, che ha ceduto le armi prima ancora di scendere in campo (basti ricordare che Palombo e Cassano hanno guardato la partita in tv), ma i pareggi di Milan e Fiorentina sanno di delusione cocente, pur essendo arrivati in maniera diversa l’uno dall’altro.