Ha trascinato il Milan in testa alla classifica, risvegliando sogni che nel tifoso rossonero sembravano sopiti. E’ ovvio dunque che le copertine siano tutte per lui, Zlatan Ibrahimovic, arrivato a Milano per riprendersi il ruolo di protagonista che aveva perso durante la breve avventura spagnola. In questi giorni troviamo la sua faccia impressa su un paio di riviste, con tanto di interviste che hanno del clamoroso. Di fronte ai taccuini di Chi lo svedese di specchia nella sua bellezza (calcisticamente parlando):
Non vedo nel panorama calcistico un calciatore che mi assomigli. Al momento sono un pezzo unico e raro.
Se Ibra non segna, il Milan non vince. Allegri non vuol sentir parlare di Milan Ibrahimovic-dipendente, ma tant’è. Lo svedese questa sera non ha messo il sigillo sulla gara conto la Sampdoria ed i rossoneri non hanno allungato la striscia di vittorie consecutive, portando a casa solo un punto. La testa della classifica resta ben salda, ma domani le dirette concorrenti hanno la possibilità di accorciare e di portarsi a ridosso dell’undici rossonero.
E dire che gli ospiti hanno avuto diverse occasioni per chiudere la gara sin dalle prime battute di gioco, ma la Samp ha retto bene e non ha mancato di proporre azioni pericolose dalle parti di Abbiati. Poi quando ci preparavamo a commentare lo 0-0 alla fine della prima frazione di gioco, ecco arrivare la rete di Robinho, con Ibra che si calava nel ruolo di assist-man.
Anticipo della quattordicesima giornata di serie A.
Stadio Marassi, Genova: Sampdoria-Milan 1-1
Reti: 43′ pt Robinho; 14′ st Pazzini
“Ronaldinho? Deciderò all’ultimo”, dichiarava Allegri alla vigilia. Che avrà mai deciso, il tecnico rossonero? Facile: squadra che vince non si cambia, il brasiliano in panchina. Robinho e Ibrahimovic in attacco con il supporto di Seedorf sulla trequarti; i tre di mediana sono Boateng, Gattuso e Ambrosini; difesa a quattro con Bonera sull’esterno sinistro, Nesta e Thiago Silva al centro della retroguardia e Abate sulla fascia destra.
La capolista, tuttavia, si trovano di fronte a una Sampdoria che, nonostante perduri la lontananza forzata di Cassano (non smette mai, il pubblico doriano, di mostrare la propria vicinanza al talento barese senza eccedere nei confronti della dirigenza), possono contare sul ritorno di Palombo in mediana – al fianco di Tissone – mentre sugli esterni avanzati ci sono Guberti e Mannini. Di Carlo ha scelto di adattare Volta a terzino destro, Ziegler agisce a sinistra e Lucchini-Gastaldello a tutela della fase centrale. Pazzini e Marilungo di punta, panchina per Pozzi.
Al Milan servivano i tre punti per esser certo della qualificazione agli ottavi di finale di Champions League ed i tre punti sono arrivati, al termine di una gara non proprio semplicissima contro i francesi dell’Auxerre. Basti pensare che per applaudire la prima rete i tifosi rossoneri hanno dovuto attendere fino al minuto numero 19 della ripresa, quando il solito Ibrahimovic dava l’ennesima dimostrazione di forza, facendo partire un missile imparabile per il malcapitato portiere.
Nella serata di festa trovava spazio ancheRonaldinho, che entrava a qualche minuto dalla fine della partita e strappava applausi per un gol di rara bellezza a pochi istanti dal triplice fischio finale. 0-2 il risultato che qualifica un Milan sempre più protagonista sia in Italia che in Europa e deciso a rinverdire i successi di qualche anno fa.
Quinta giornata di Champions League gruppo G.
Stadio Abbé-Deschamps di Auxerre: Auxerre-Milan 0-2 Reti: 19′ st Ibrahimovic (M), 46′ st Ronaldinho (M)
Si cominciano a fare calcoli: mancano due giornate (questa compresa) per chiudere la prima fase a gironi della Champions League. Il Milan, che difficilmente riuscirà (a meno di un harakiri madrileno) a soffiare il primato al real Madrid ha necessità di tenersi dietro i francesi. Di contro, le uniche speranze dell’Auxerre di qualificarsi per la fase avanzata sono riposte in altrettante vittorie nelle ultime due partite. Tradotto, la gara dell’Abbé-Deschamps è crocevia per l’una e per l’altra formazione: l’Auxerre non perde in Ligue 1 dallo scorso 16 ottobre, i rossoneri hanno appena messo in fila la quarta vittoria consecutiva in serie A.
Fernandez opta per il 4-4-1-1 che prevede Birsa quale punta di riferimento sostenuta, appena a ridosso, da Contout. Confermato il 4-3-1-2 con cui Allegri sta sbancando nella massima serie: non c’è, rispetto al pareggio interno contro i Blancos di Mourinho, Filippo Inzaghi (fresco di intervento chirurgico) nè si rivede Ronaldinho, ancora tra le riserve. Ibrahimovic e Robinho inamovibili, Seedorf alle loro spalle e appena davanti al trio tutto muscoli e polmoni costituito da Flamini, Gattuso e Ambrosini.
I rossoneri si assestano in 5′: trovati ritmo e spazi, sono subito gli ospiti a creare pericoli dalle parti di Sorin. Al 7′ Ibra lancia Robinho che calcia dai 20 metri e sorvola la traversa. Replica transalpina al 10′: da Dudka a Contout, Abbiati para in seguito al colpo di testa da distanza ravvicinata. L’intervento dell’estremo milanista non è nulla rispetto a quanto è chiamato a fare 3′ dopo: punizione di Dudka, deviazione beffarda di Gattuso che chiama il portiere a una grande parata con tuffo sulla sinistra. Nemmeno il tempo di rialzarsi che ancora Abbiati, su conclusione di Birsa, deve fare gli straordinari.
Se l’Inter dipende dalle prodezze di Eto’o, il Milan non può fare a meno di quelle di Ibrahimovic, determinante nelle ultime due vittorie pesanti dei rossoneri. La scorsa settimana lo svedese si era procurato il rigore decisivo nella gara contro i cugini nerazzurri, prendendosi poi la briga di calciare dal dischetto. Ieri sera ha letteralmente inventato una rete da antologia, scrivendo la parola fine sulle speranze di una Fiorentina propositiva ma con zero punti portati a casa.
Il Milan invece continua a volare e stacca il gruppetto delle inseguitrici, portandosi a quattro punti dalla Lazio, impegnata oggi sul campo del Parma. Gode la Milano rossonera, dopo qualche anno di inseguimento all’Inter e di trofei visti sollevare da altri davanti alla tv, mentre Berlusconi si dedicava alla politica e sembrava aver aver abbandonato l’amato giocattolo.
Anticipo della tredicesima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Milan-Fiorentina 1-0 Rete: 45′ pt Ibrahimovic (M)
Può una cena fornire un alibi? Il Lucarelli dei Misteri italiani direbbe di sì, Allegri non lo ammetterà mai. Però. Indice puntato su Ronaldinho per una mezza bravata con tanto di rimprovero del tecnico e panchina (l’ennesima, ecco l’alibi) per il brasiliano. L’ex cagliaritano decide di affidarsi ancora alla coppia offensiva composta da Ibrahimovic e Robinho con Seedorf a sostegno.
Mediana di ferro con Ambrosini, Gattuso e Flamini. Fiorentina chiamata a confermare i progressi delle ultime uscite: è ripresa o ennesimo saliscendi di prestazioni che allarma società e tifosi? Mihajlovic (che alla vigilia ha detto: “Sono fatto così: per rispetto nei confronti dei tifosi dell’Inter, non potrei mai allenare il Milan”) deve rinunciare a Mutu e conferma Gilardino quale unico terminale offensivo; Ljajic e D’Agostino agiscono alle spalle del bomber, conferma dal 1′ per Cerci.
Nell’ultimo periodo Allegri lo sta utilizzando con il contagocce, ma Ronaldinho trova ugualmente il modo di far parlare di sé, anche se questa volta avrebbe evitato volentieri di finire in
Momento d’oro per Zlatan Ibrahimovic, autore del gol decisivo nel derby di Milano e premiato in patria con il Guldbollen (una specie di Pallone d’Oro assegnato al miglior calciatore svedese
L’Inter non c’è, Ibrahimovic sì e non ha problemi a far valere la legge dell’ex, quando al quinto minuto del primo tempo va sul dischetto per battere il rigore causato dall’ex compagno di spogliatoio Marco Materazzi. Milan in vantaggio quando le marcature non sono ancora assestate, quando i muscoli non sono caldi abbastanza, quando sugli spalti i ritardatari non hanno ancora trovato posto. Milan in vantaggio proprio grazie all’ex idolo della tifoseria nerazzurra, arrivato a San Siro da ex e da “ospite”.
Benitez vedeva nella stracittadina la gara della svolta, ma svolta non c’è stata, non stasera almeno e non in positivo. Al di là del calcio di rigore subito nei primi minuti, l’Inter non ha saputo proporre un gioco valido, dimostrandosi ancora una volta la brutta copia dello squadrone che fino a qualche mese fa, conquistava l’Italia e l’Europa.
Posticipo della dodicesima giornata di serie A.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Inter-Milan 0-1 Rete: 5′ pt rig. Ibrahimovic (M)
Meazza tutto esaurito, colpo d’occhio a misura di click: curva nord e curva sud si lasciano immortalare nella stesura delle coreografie pensate per il match. I milanisti optano per una una gigantografia corredata dallo striscione che recita “Una strada infinita che dura da una vita“. Interisti in replica con l’ovvio riferimento al triplete dello scorso anno, la scritta recita “Un, due tre, il triplete vie per te“.
In tribuna – tra gli innumerevoli vip – Mario Balotelli e Usain Bolt: per l’ex Zlatan Ibrahimovic è inondazione di fischi fin dalle prime battute. Benitez sceglie la prudenza: Snejider dietro alla coppia formata da Milito ed Eto’o, il rombo in mediana con l’inserimento di Obi dal 1′. Materazzi titolare nella sfida che sente di più: gli tocca marcare Ibra. Allegri replica affiancando allo svedese Robinho, Ronaldinho in panchina; i quattro di centrocampo sono Seedorf, Flamini, Gattuso e Ambrosini; retroguardia affidata a Thiago Silva e Nesta.
Il Milan scappa, l’Inter rincorre, trend invertito rispetto alle ultime stracittadine milanesi, quando erano i nerazzurri a fare la lepre in classifica, mentre i rossoneri arrancavano nell’inseguimento. Non che il vantaggio del Milan sui cugini sia incolmabile (tre soli punti in più), ma è chiaro che nel posticipo di domani sera sarà la squadra di Allegri a partire “favorita”, potendosi permettere il lusso di guardare gli avversari dall’alto in basso.
Che derby sarà? Qualcuno lo ha definito “il derby degli incerottati”, visti gli infortuni che hanno decimato entrambe le rose, ma resta pur sempre la sfida più importante dell’anno all’ombra della Madunina, chiunque siano i protagonisti in campo.
Continua a perdere pezzi l’attacco del Milan, l’unico reparto che ad inizio stagione avrebbe dovuto mettere in difficoltà mister Allegri per via dell’abbondanza di piedi buoni. E invece a metà
Tegola pesante sulla testa del Milan, ma soprattutto su quella di Filippo Inzaghi, che nella gara contro il Palermo ha riportato la lesione del crociato del ginocchio sinistro con interessamento
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