Capricci, nostalgia di casa, come un bambino strappato dalla sua vita di sempre che non riesce a rassegnarsi alla nuova situazione. Mario Balotelli torna a far parlare di sé (ma quando mai ha smesso) per una frase – detta o non detta? – riportata oggi da tutti i quotidiani sportivi d’oltremanica e ripresa da quelli nostrani: fatemi tornare a casa. Casa intesa come Milano, non più alla corte di Moratti, ma a quella di Berlusconi, dove lo attenderebbero a braccia aperte.
I tabloid inglesi ci hanno ricamato su un bel po’, dipingendo Balotelli come un ragazzo che non è riuscito ad ambientarsi nella nuova realtà, tra difficoltà con la lingua e problemi di adattamento al cibo ed al clima inglese. Di qui la voglia di tornare a casa, in una città che conosce a memoria e che potrebbe incoronarlo re.
Il tempo ha confermato quello si sospettava fin dall’arrivo dello spilungone in terra di Spagna: Zlatan Ibrahimovic e Pep Guardiola non si sono mai amati, anzi cercavano di sopportarsi a
La Roma sbanca Milano e regala un po’ di respiro ad un campionato che rischiava di chiudersi ancor prima della sosta natalizia. Sei in punti di vantaggio dei rossoneri sulle dirette inseguitrici (Juventus, Napoli e Lazio) e addirittura 10 sulla Roma, che saliva nel capoluogo lombardo con la speranza di rubare almeno un punticino alla prima della classe.
Alla fine i giallorossi riusciranno a guadagnare la posta piena, grazie alla rete dell’ex Borriello, ma anche grazie ad una difesa che ha saputo contrastare ottimamente il pericolosissimo attacco rossonero, mai a secco nelle ultime uscite in campionato.
Anticipo della diciassettesima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Milan-Roma 0-1
Rete: 24’ st Borriello (R)
Big match della diciassettesima: il palcoscenico del grande calcio è un San Siro, stadio che si presta a sfide epiche, con ottima cornice di pubblico: folta la rappresentanza in sostegno al Milan e abbondante anche quella ospite, con oltre duemila tifosi giunti dalla capitale a sostenere la Roma. La gara riveste un’importanza strategica anche in ottica campionato: a giro di boa in vicinanza, infatti, i rossoneri guidano la graduatoria con dieci punti di vantaggio sui giallorossi che non possono perdere punti se intendono restare in scia. Ad accomunare la vigilia delle due società, per altro, anche l’esito felice del sorteggio di Champions League che ha messo di fronte alle due italiane due formazioni – quali sono il Tottenham e lo Shakthar – non certo irresistibili.
La sorpresa del pre gara, anzi sono due, è tutta degli ospiti: Claudio Ranieri, infatti, stupisce critica ed esperti in materia schierando fin dal 1’ Adriano quale terminale offensivo al fianco dell’ex Borriello: dietro di loro agisce Menez, solo panchina per Francesco Totti. Altra novità dell’ultimo momento, l’impiego di Burdisso in fascia al posto di Cassetti: i centrali sono Mexes e Juan. A centrocampo, De Rossi e Brighi coadiuvati da Simplicio, Pizarro è tra le riserve. Milan con modulo e formazione tipo: il centrocampo è un mix di piedi buoni e agonismo (molti tra gli opinionisti ritengono che la forza rigenerante del nuovo Milan formato Allegri sia stipata proprio in mediana): Ambrosini e Gattuso davanti all’architetto Pirlo, Boateng sostiene il duo offensivo composto da Robinho e Ibrahimovic.
Cassano al Milan? Le ultime voci di radiomercato lo danno per certo al 99%, ma il diretto interessato ancora non se la sente di cantare vittoria e si nasconde dietro
Né vincitori né vinti. La querelle tra Antonio Cassano ed il presidente della Sampdoria Garrone finisce in pareggio, ma allo stato delle cose nessuno può permettersi il lusso di cantar vittoria. Il Collegio Arbitrale della Lega ha finalmente espresso il proprio parere, imponendo il reintegro in rosa del fantasista di Bari Vecchia sin dal primo gennaio prossimo.
Reintegro in rosa non significa però che Fantantonio possa tornare a giocare al fianco di Pazzini & Co., visto che la società è libera di decidere chi far scendere in campo e chi no, e su questo Garrone è stato perentorio:
A prescindere dalla decisione del Collegio Arbitrale, Cassano non vestirà più la maglia della Samp. La sua esperienza con noi è finita.
Nonostante le dieci lunghezze di ritardo dalla vetta, la Roma vuole esserci per il gran ballo finale e si appresta a recuperar punti sin dalla prossima sfida di campionato. L’avversaria
Il Milan supera l’esame Bologna e si conferma più che mai in testa alla classifica, in attesa del posticipo di questa sera che vedrà confrontarsi Juventus e Lazio, due delle dirette concorrenti in questa prima fase di campionato.
Nelle prime fasi dell’anticipo dell’ora di pranzo il Bologna sembrava riuscire a mettere da parte i problemi economici che stanno agitando le acque in questo periodo, ma evidentemente era solo un fuoco di paglia, se è vero che già al 9′ minuto del primo tempo la coppia Ibrahimovic-Boateng confezionava la rete del vantaggio ospite, spianando la strada verso la vittoria finale.
Anticipo della sedicesima giornata di serie A.
Stadio Dall’Ara, Bologna: Bologna-Milan 0-3
Reti: 9′ pt Boateng (M), 35′ pt Robinho (M), 15′ st Ibrahimovic (M)
Approfittare del posticipo che mette di fronte Juventus-Lazio per cercare di, sperando magari in un pari che cadrebbe a fagiolo, prendere il largo. E’ l’obiettivo dichiarato del Milan di Allegri che, archiviata la magra prestazione di Champions League contro l’Ajax, cerca di riprendersi un ruolo da indiscusso protagonista in campionato. Vincere al Dall’Ara, magari approfittando delle vicissitudini extracalcistiche del club felsineo, in cui accade che i calciatori hanno messo in mora la società per stipendi non ricevuti.
Ronaldinho in panchina, lo scenario consueto resta tale: stavolta a facilitare Allegri nella scelta, la pessima prestazione del brasiliano contro i lancieri. Mancano ai rossoneri gli infortunati Thiago Silva e Flamini: il tecnico ex Cagliari opta per Bonera al fianco di Nesta e rilancia a centrocampo il trio composto da Pirlo, Ambrosini e Gattuso a cui affianca Boateng. Inamovibili, per affiatamento e risultati prodotti, i due attaccanti: Robinho e Ibrahimovic. Il Bologna è reduce da due vittorie consecutive e ha mostrato fin qui di sapersi lasciar scivolare ogni avvenimento che esuli dal calcio giocato. Malesani sa che il compito è arduo ma sceglie di non stravolgere il nucleo portante: è 4-3-1-2 con Ramirez e Di Vaio in attacco e Buscè a ridosso.
Eccessivo, provocatore, irriverente, antipatico a chiunque non tenga per i colori nerazzurri. E’ il ritratto di Marco Materazzi, bandiera dell’Inter, beniamino della curva, ma anche artefice – almeno in parte – del trionfo italiano in quel di Berlino nella notte magica del 2006, che ci piaccia o no ammetterlo. A lui si deve il gol del pareggio contro la Francia e sempre a lui dobbiamo la provocazione che costò a Monsieur Zinedine Zidane l’espulsione nell’atto ultimo della sua carriera da professionista. Qualche settimana fa il difensore dell’Inter e l’ex fantasista hanno avuto modo di chiarire la faccenda ed è proprio di quell’incontro che parla Matrix in un’intervista a La tribù del calcio:
Stavo uscendo dall’hotel quando qualcuno cercò di fermarmi: “c’è un problema”, mi dissero, “c’è Zidane che sta parcheggiando proprio a fianco della tua auto”. Risposi che non vedevo dov’era il problema. Uscii, mi trovai di fronte a Zidane e sfruttai l’occasione per dirgli delle cose, cose che sappiamo io e lui e che restano tra noi. Diciamo che sono stato io a parlare di più e quando lui alla fine mi ha allungato la mano, io l’ho tenuta stretta e non l’ho mollata fino a che non mi ha guardato bene in faccia. Era quello che volevo. È andata così: per me è stato bello, per lui non so.
E’ un Milan già qualificato e svogliato quello che si presenta al cospetto dell’Ajax nell’ultima gara del girone G di Champions League. Allegri regala spazio a chi di solito si gode la gara dalla panchina o dalla tribuna e la differenza con la squadra che comanda il campionato italiano si vede eccome. L’Ajax invece non può perdere la ghiotta occasione di far punti contro i rossoneri per guadagnare l’accesso alla competizione di minor prestigio, considerando che gli avversari diretti (l’Auxerre) devono vedersela con il Real delle meraviglie.
La storia della partita sta tutta nella diversità degli obiettivi ed è per questo che gli olandesi spingono sin dalle battute iniziali alla ricerca del gol, mentre il Milan si limita a contenere, per poi affacciarsi in avanti solo nel finale di frazione. Stesso copione nella ripresa, con l’Ajax pericoloso in più di un’occasione ed il Milan che non sembra interessato più di tanto al risultato finale.
Sesta giornata del girone G di Champions League.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Milan-Ajax 0-2
Reti: 13′ st De Zeeuw (A), 21′ st Alderweireld (A)
Anche per i rossoneri, qualificazione già archiviata. La sfida finale del girone G contro l’Ajax diventa momento esclusivo per mettere nelle condizioni Allegri di dare opportunità a coloro i quali non hanno finora messo in statistica eccesssivo minutaggio.
Quindi, stavolta Ronaldinho gioca: sembra una prova d’appello, di sicuro conviene al brasiliano non sprecarla. Il numero 80 milanista affianca Robinho mentre Seedorf agisce alle loro spalle, solo panchina per Ibrahimovic. Non giocano neppure Gattuso, Zambrotta, Abbiati e Boateng. Tra i pali Amelia; difesa affidata a Yepes, Bonera, Thiago Silva e Antonini; mediana con Pirlo, Flamini e Ambrosini. In avanti Seedorf alle spalle del duo carioca.
La Lazio chiama, il Milan risponde e non perde la ghiotta occasione per riportarsi in vetta alla classifica, ristabilendo le distanze. Ai rossoneri bastano quattro minuti per dimostrare la propria voglia di primeggiare. A mettere la firma sul vantaggio non è il solito Ibrahimovic, che pure entra nell’azione della rete, bensì Boateng, lesto a raccogliere un cross dal fondo.
Di lì a qualche minuto il Brescia avrebbe avuto l’occasione di pervenire al pareggio, ma Abbiati negava la gioia del gol ad una spettacolare rovesciata di Caracciolo, che avrebbe meritato miglior sorte, se non altro per la bellezza del gesto tecnico. Ancora Milan al minuto numero 28, quando Robinho approfittava di un errore della difesa per mettere la firma sul 2-0.
Replicare alla Lazio e, in simultanea, proseguire la striscia positiva che sta contraddistinguendo l’ultimo scorcio di stagione: il Milan ha le idee chiare e, quanto accade nei primi minuti di gioco, lo rimarca a chiunque potesse avere dubbi. Non solo per la capacità di fornire spettacolo a un Meazza discretamente pieno ma anche per l’evidente facilità con cui i reparti hanno cominciato a dialogare tra loro. In ottime condizioni – e non è mai scontato, a San Siro – il terreno di gioco, Allegri ripresenta in formazione Pirlo e conferma in attacco la coppia formata da Ibra e Robinho. L’altra novità, in mediana, è quella di Boateng a sostituire Seedorf. Le Rondinelle, già capaci di pareggiare a Milano contro l’Inter, non rinunciano al modulo offensivo: il supporto a Caracciolo è garantito da Kone e Diamanti.
La gara si sblocca dopo 4’: Ibrahimovic entra in area e dialloga con Ambrosini. Il cross dal fondo del mediano trova pronto Boateng, la conclusione da buona posizione è vincente. Buone iniziative, nei minuti successivi, per Pirlo e Caracciolo ma, mentre il milanista incespica al momento della conclusione, l’ariete in quota al Brescia indovina una rovesciata spettacolare che costringe Abbiati alla parata da applausi. I locali controllano, gli ospiti faticano ma non demordono. Almeno fino al 29’: Hetemaj serve inavvertitamente Robinho che si fionda sulla palla. Tra il brasiliano e Sereni, una distanza di 12 metri: troppo ghiotta, l’opportunità, perché il 70 rossonero non ne approfitti.
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