L’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio – più conosciuta con il suo acronimo, l’IFFHS – ha da poco pubblicato una nuova classifica. Sotto esame questa volta sono i risultati degli ultimi dieci anni.
Fino alla fine del 2009 la situazione era la seguente: il Manchester United guidava la classifica con 17 punti di vantaggio sul Barcellona e 66 sull’Arsenal e sul Liverpool. Il Milan seguiva al quinto posto con 78 punti davanti ai cugini dell’Inter. Il Bayern di Monaco occupava il settimo posto con otto punti di vantaggio sul Real Madrid – il miglior club calcistico del secolo scorso. Agli ultimi posti della top ten il Chelsea che sopravanzava di 184 punti la Roma.
I due pareggi in altrettante partite avevano fatto ben sperare le inseguitrici del Milan, che speravano in un ulteriore passo falso dei rossoneri nel primo anticipo della venticinquesima giornata di campionato. E invece il Milan ha dimostrato di voler lottare fino in fondo per la conquista del tricolore e non ha risparmiato energie in vista dell’impegno in Champions League.
Al povero Parma non è rimasto altro da fare che arrendersi alla forza esplosiva dell’attacco rossonero, che ha dimostrato di potersela cavare anche quando il tabellino dei marcatori è orfano del nome di Ibrahimovic.
Anticipo della venticinquesima giornata di serie A.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Milan-Parma 4-0
Reti: 8′ pt Seedorf (M), 17′ pt Cassano (M), 16′ st e 20′ st Robinho (M)
Impossibile scegliere, nei panni di Allegri nessun altro avrebbe saputo se privilegiare il campionato o la Champions League. Quindi, e lo avrebbe fatto chiunque, uno sguardo alla competizione nazionale e uno al massimo trofeo europeo. Tradotto, per i rossoneri significa rinunciare a Robinho e Pato, tenuti in panchina per rifiatare, e affidarsi alla coppia offensiva composta da Ibrahimovic e Cassano. Alle spalle del tandem offensivo Seedorf ad agire da trequartista appena davanti al trio di mediana composto da Merkel, Van Bommel e Gattuso. Torna Nesta in difesa di fianco al brasiliano Thiago Silva, sulle fasce Antonini e Oddo. Di contro, il Parma di Marino si affida a un 4-3-2-1 che prevede Giovinco dietro le due punte che nella fattispecie sono Amauri e Crespo.
Prima conclusione locale dopo 25 secondi: è di Seedorf che trova Mirante pronto nella deviazione in corner. Il tempo di trovare la giusta collocazione in campo e il Milan trova l’imediato vantaggio: è l’8′ quando il tiro di Merkel viene rimpallato, palla a Ibra lancia in verticale Seedorf. All’olandese non resta che dribblare Mirante e spingere la palla in rete. Tutto troppo semplice, da tabella di marcia perfetta: potrebbe essere l’incipit che favorisca la reazione dei ducali, invece il Parma incassa nel giro di dieci minuti la seconda rete. Coincide, il raddoppio milanista, con la prima rete dio Cassano con la maglia del Milan. Applausi al rasoterra da colpo da biliardo di FantAntonio ma tanto di cappello a Gattuso, per un assist di esterno degno del miglior trequartista.
Non vince nulla da un bel po’, e quest’anno potrebbe non fare eccezione, ma il Real Madrid resta ancora il club calcistico più ricco del mondo. Sarà perché, a differenza degli altri, espande i suoi tentacoli un po’ ovunque, persino negli altri sport come il basket, ma la società del Real Madrid riesce a fatturare da sola più di molte nazioni del terzo mondo.
Stando ai calcoli della società di consulenza Deloitte e basato sulla cifra d’affari dei 20 maggiori club di calcio del mondo realizzata nella stagione 2009/2010, la casa blanca si conferma al top con quasi mezzo miliardo di euro (483,6 milioni per l’esattezza), mentre tutte le altre arrancano a debita distanza. Il secondo club più ricco è ancora spagnolo e si tratta del Barcellona, con 398 milioni, seguito dal Manchester United che, nonostante i debiti, ha fatto circolare nella scorsa stagione 349,8 milioni di euro.
Il Milan arresta la sua corsa e regala segnali di speranza alle dirette inseguitrici, preoccupate dallo strapotere di una squadra che riesce ad imporsi lontana dalle mura amiche anche in inferiorità numerica (vedi la trasferta di Catania). A regalare speranza a mezza Serie A è la Lazio, salita a Milano con la consapevolezza di aver già raggiunto la quota salvezza (leggi le dichiarazioni di Edy Reja al termine della gara con la Fiorentina) e con la speranza di metter punti in cascina per l’approdo all’Europa League.
Vero è che il Milan corsaro ammirato in Sicilia lo scorso fine settimana è solo un ricordo, ma è anche vero che il merito è tutto di una Lazio compatta, attenta e determinata a non tornare a casa con la pancia vuota.
Anticipo della ventitreesima giornata di serie A.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Milan-Lazio 0-0
Tutta Napoli a tifare Lazio e rivivere, seppure a dita incrociate, le epiche sfide contro il Milan che hanno segnato un’epoca calcistica: quella della fine degli anni Ottanta. San Siro, invece, presentava uno stadio Meazza discretamente affollato per l’entusiasmo del pubblico locale di poter conservare il primato in classifica con i sette punti di distacco dai secondi. La vittoria, infatti, avrebbe consentito al Milan di compiere un ulteriore passo in direzione dello scudetto e, come segnalato da mister Allegri nel corso della conferenza della vigilia, avvicinare la fatidica quota degli ottanta punti (che a noi pare difettare in eccesso: ne serviranno meno). Compito, in ogni caso, tutt’altro che semplice anche perchè la Lazio, attualmente terza forza del campionato, è giunta a Milano con la voglia di impressionare e invertire il trend non positivo – in termini di gioco quantomeno – delle ultime prestazioni.
I padroni di casa erano costretti alla rinuncia di Van Bommel per squalifica e Ambrosini per infortunio: Allegri decide di rilanciare Pato al fianco di Ibrahimovic con l’inamovibile Robinho a sostegno. Tra i nuovi acquisti, subito spazio a Emanuelson con Thiago Silva sulla linea dei centrocampisti. Tra i laziali, Reja non poteva disporre di Zarate – anch’egli out per squalifica – e Floccari mentre non poteva che essere gradito il rientro di Dias in difesa. Anche l’allenatore biancoceleste ha investito fin dal 1′ su un neo acquisto: Sculli al cui fianco non poteva che essere confermato l’eroe di sabato scorso. Quel Kozak che portava in dote una doppietta alla Fiorentina.
Nell’ultimo giorno di calciomercato ci si aspettava qualche colpo a sorpresa della Juventus, in crisi come non mai e alla ricerca disperata di un attaccante. A poche ore dalla chiusura
Il Milan non rallenta la sua corsa e si conferma saldamente in vetta alla classifica, portando a sette i punti di vantaggio dalle inseguitrici (Lazio e Napoli). L’avversaria di turno era il Catania, piuttosto ostico in casa e determinato a regalare i primi punti al neo-allenatore Simeone, sconfitto all’esordio sul campo del Parma.
Ne esce una gara vivace nella prima frazione di gioco, nonostante il nervosismo degli ospiti, tre dei quali finiscono sul taccuino del direttore di gara nel giro di venti minuti. Anche l’occasione più pericolosa è a vantaggio dei rossoneri, con Cassano che si vede respingere una botta a colpo sicuro dall’estremo avversario.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Massimino, Catania: Catania-Milan 0-2
Reti: 14′ st Robinho (M), 41′ st Ibrahimovic (M)
La capolista contro una delle squadre invischiate nella lotta per non retrocedere: spesso, sono le gare più difficili, in grado di risultare a fine stagione decisive in negativo per le big e in positivo per le altre. Il Milan a Catania è anche un suggestivo reincontro tra i rossoneri e l’ex cuore nerazzurro Diego Simeone, capace di incarnare – quando ancora giocava – il tifo e lo spirito interista. Lo stadio Massimino è stracolmo in ogni ordine di posto e gli etnei, per volontà de proprio tecnico, decidono di giocarsela a viso aperto. Maxi Lopez e Gomez in attacco, Mascara trequartista. Di contro, Allegri opta nuovamente per lo schieramento di Cassano dal 1’ al fianco di Ibrahimovic. Confermato anche Robinho a supporto, l’escluso è nuovamente Pato mentre Van Bommel è titolare per la seconda sfida consecutiva.
Nella prima frazione di gioco la gara si conserva su ritmi piuttosto bassi e fatica a decollare nonostante l’agonismo non manchi: il Catania si affida alle fulminee ripartenze di Gomez e Mascara, il Milan riesce a prendere in mano il reparto di mediana e sa al contempo fare diga e impostare il gioco. Spenti i due rossoneri in attacco, al tiro ci finiscono – seppur con conclusioni dalla distanza – gli etnei: al 15’ Ledesma manda il pallone fuori. Spauracchi e pochi spaventi per due retroguardie a cui spetta l’ordinario: ultimo sussulto del primo tempo al 42’. Merkel si propone in avanti e tenta un assist da buona posizione ma l’intervento di Augustyn è provvidenziale.
Storia strana quella di Federico Marchetti, trasformatosi in una sola estate da primo portiere della nazionale ai mondiali sudafricani (complici i guai fisici di Gigi Buffon) a terzo portiere del
Checché ne dica Galliani, pronto a giurare che il mercato del Milan è ormai chiuso, i rossoneri sono ancora alla ricerca di un difensore, specie dopo l’infortunio di Nesta, che
Seconda sfida dei quarti di finale di coppa Italia.
Stadio Luigi Ferraris di Marassi, Genova: Sampdoria-Milan 1-2
Reti: 17’ pt e 22’ pt Pato (M), 6’ st Guberti (S)
Il Milan incontrerà in semifinale il Palermo in un confronto di andata e ritorno.
Dopo l’avvincente sfida di ieri sera tra il Palermo – che ha conquistato la semifinale dopo i calci di rigore grazie alla rete decisiva del giovanissimo Martinez- e il Parma, tocca nel pomeriggio a Sampdoria-Milan, gara che offre più di uno spunto di riflessione. Il ritorno a Genova, tra i suoi ex tifosi, non è dei più felici visto che FantAntonio è stato accolto da fischi. La voglia, ancora, di capire quanto i rossoneri potessero tenere alla competizione, visto che il Milan è in corsa su due fronti con risultati finora ottimi: che sia, proprio per questo, la Tim Cup un trofeo cui poter rinunciare?
Altro: appena acquistati, Van Bommel ed Emanuelson, i due calciatori da ieri in quota al Diavolo guadagnano fiducia incondizionata e, certo di una condizione di forma buona, il tecnico dei rossoneri decide di schierarli dal 1’. Stesso discorso vale per Maccarone, appena sbarcato sotto la Lanterna e già in campo. Infine, la possibilità lampante, per la Sampdoria, di approdare in Europa a prescindere dall’esito del campionato. Le prime impressioni, leggendo gli schieramenti in campo, portano a dire che né Allegri né Di Carlo rinunciano a giocarsela. Qualche rincalzo, vero, ma neppure troppi.
Il colpo che non ti aspetti a pochi giorni dalla chiusura del mercato di riparazione. Adriano Galliani aveva giurato e spergiurato che il Milan aveva chiuso le porte del mercato in entrata, ma evidentemente qualche spiraglio deve essere stato lasciato aperto, se è vero che da quella fessura proprio oggi è entrato Mark Van Bommel centrocampista olandese proveniente dal Bayern Monaco. A rendere nota la riuscita della trattativa è il presidente del club tedesco, Karl Heinze Rummenigge:
E’ stata una richiesta esplicita di Mark che ci ha chiesto di rescindere il contratto per potersi trasferire subito al Milan. Mark è sempre stato un professionista esemplare, un giocatore di successo molto importante e un grande capitano per il Bayern. Auguriamo a lui e alla sua famiglia il meglio per il loro futuro in Italia.
Posticipo insidioso per il Milan di Allegri al termine della ventunesima giornata di campionato, di fronte ad un Cesena che nelle ultime due gare ha fatto soffrire non poco Roma ed Inter. La classifica non lascia dubbi sul risultato finale, ma il campo – almeno nella prima parte di gara – ha raccontato una storia diversa, con gli ospiti che si affacciavano spesso dalle parti di Abbiati, creando scompiglio nella difesa rossonera.
Per ammirare il gioco del Milan occorreva attendere sino alla mezz’ora, quando Cassano cominciava a fornire assist importanti per i compagni. E proprio dal piede dell’ex doriano arrivava il vantaggio dei padroni di casa, allorché la palla destinata ad Ibrahimovic veniva intercettata da Pellegrino, che si esibiva in un’autorete di rara bellezza, la seconda in una settimana.
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