Fischi, cori e “buu” razzisti fanno parte della quotidianità sui campi di calcio. Non è bello, ma è così. Su qualunque campo, qualunque sia la maglia indossata dal giocatore di turno. C’è chi ormai si è abituato o fa finta di non sentire e c’è chi si stanca e si ribella, arrivando a gesti inconsueti per una partita di pallone.
Ne sa qualcosa Abdeslam Ouaddou, difensore marocchino del Valenciennes, che nella gara con il Metz è stato fatto oggetto per tutto il primo tempo di insulti e fischi, dovuti al colore della sua pelle. Ma lui non ci sta e, mentre si affanna nei recuperi, pensa a come zittire i tifosi avversari una volta per tutte. Il massimo della soddisfazione sarebbe segnare un gol, ma lui gioca indietro e quello non è il suo mestiere.
Finisce il primo tempo e tutti rientrano negli spogliatoi, per godersi il meritato the caldo. Tutti? Non proprio, perché Abdeslam prende la via degli spalti e decide di risolvere personalmente la questione in un faccia a faccia con un tifoso, che lo aveva infastidito particolarmente. Poi torna in campo accompagnato dagli steawrd e viene ammonito dall’arbitro, per aver lasciato il terreno di gioco, e invitato a raggiungere i compagni. Oltre al danno, la beffa!