Inter – Anzhi: le parti si avvicinano ma ancora niente firma

L’affare lo vogliono chiudere entrambi, ma stranamente i russi, che stanno per offrire ad Eto’o un contratto da 60 milioni di euro, si mostrano stranamente con il braccino corto. Diciamo la verità, pochi attaccanti al mondo valgono quanto Eto’o, eppure l’offerta dell’Anzhi di 20 milioni all’Inter non sembra migliorabile.

Un’offerta che fa ridere, visto che il calciatore vale almeno il doppio, e che sarebbe incomprensibile se Moratti l’accettasse, visto che se vende il suo giocatore migliore per appianare i debiti, non si capisce come mai possa accettare cifre simili.

Inter: Moratti apre all’offerta per Eto’o, forse resta Sneijder?

Ci aspettavamo che, come per ogni sparata dell’Anzhi, il presidente del club di turno rispondesse “no, grazie”, ma stavolta non è andata così. Moratti ha infatti accettato di aprire le trattative per Eto’o, ed i russi, da sempre alla ricerca di un campione che gli possa far fare il salto di qualità anche in fatto di immagine, dopo aver preso tanti ex campioni, hanno cominciato a fregarsi le mani.

I motivi per cui Moratti ha aperto alla cessione sono sostanzialmente tre: uno è la richiesta di rinnovo di Eto’o che nei giorni scorsi si era presentato in sede chiedendo più anni ed un ingaggio più alto. Se sul primo punto il patron era ben lieto di accontentarlo, sul secondo invece non c’era discussione, visto che attualmente si sta tentando di abbassare gli stipendi, non di alzarli.

Scudetto 2006, Moratti snobba Della Valle

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Continua a tenere banco la vicenda relativa allo scudetto 2006, vinto sul campo dalla Juventus, assegnato d’ufficio all’Inter per la nota vicenda Calciopoli, e lasciato nel palmares dei nerazzurri da una sentenza della Figc, nonostante il processo di Napoli avesse dimostrato la scarsa correttezza della società di Moratti.

Proprio ieri Diego Della Valle, azionista di maggioranza della Fiorentina, aveva invitato il patron nerazzurro a fornire delle spiegazioni in merito ai comportamenti del suo club nel campionato dello scandalo. Ma Moratti non ne vuole sapere di fornire la propria versione dei fatti e, continuando a dichiararsi “onesto e pulito”, snobba la richiesta di Della Valle:

Ho letto le dichiarazioni di Della Valle ma questo tipo di domande vorrei farle io a lui. Non ho risposte, quello che è successo nel 2006 è tutto contro di noi. Non voglio giudicare il tono delle sue parole perché non mi è piaciuto per niente.

Scudetto 2006: Della Valle chiede spiegazioni a Moratti

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La decisione (o la non decisione?) della Figc di lasciare lo scudetto 2006 nella bacheca dell’Inter non ha certo spento le polemiche su una delle pagine più tristi del calcio italiano. A prendere la parola questa volta è l’azionista di maggioranza della Fiorentina, Diego Della Valle,che invita Massimo Moratti, patron dei nerazzurri, a farsi avanti per spiegare cosa accadde realmente cinque anni fa:

Non ci si può celare dietro silenzi inspiegabili da parte di alcuni protagonisti di questa vicenda, o nascondersi dietro cavilli giuridici come hanno fatto altri. Bisogna dare delle spiegazioni chiare sincere e leali e a tutti i tifosi di tutti i club coinvolti per permettere loro di capire cosa è veramente successo, spiegando tutto senza opportunismi, tatticismi e strategie mediatiche che in alcuni casi sono state di totale cattivo gusto, volendosi riparare dietro persone eccellenti che purtroppo non ci sono più.

Scudetto 2006, Moggi attacca Moratti

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Continua a tenere banco la vicenda dello scudetto 2006, in attesa che la Figc scriva la parola fine su una delle pagine più buie del calcio nostrano. Il procuratore Palazzi ha stabilito che l’Inter era colpevole quanto i club che all’epoca furono pesantemente penalizzati (Juventus in primis che conobbe l’onta della Serie B e fu costretta a restituire due tricolori).

I reati sono ormai caduti in prescrizione, ma ciò non toglie che anche i nerazzurri (e in particolare Giacinto Facchetti) debbano essere iscritti nel libro dei colpevoli. Una situazione che ovviamente non piace a Moratti, il quale cerca di dissolvere le ombre, affermando che si può fare un processo a chi non c’è più e non può difendersi. Ma Moggi, radiato ed escluso di fatto dal calcio italiano, non ci sta ed attacca il patron nerazzurro:

Certo è che devono toglierlo all’Inter. E’ inutile che Moratti si nasconda dietro la morte di Facchetti, cosa che ovviamente come uomo mi è dispiaciuta molto, ma le voci non si cancellano.

Scudetto 2006: gli ultimi scenari tra risarcimenti e riassegnazioni

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La fatidica data del 18 luglio si avvicina, e forse la decisione sul famoso scudetto del 2006 potrebbe essere persino presa prima. Ma rimanendo con il giorno segnato in rosso sul calendario, cerchiamo di capire com’è la situazione allo stato attuale. L’unica certezza è che lo scudetto non verrà riassegnato alla Juventus. Tutto il resto è solo supposizione.

Dall’essere sicuro che lo scudetto non verrà toccato, ora Moratti ha capito che la situazione dell’Inter si fa sempre più difficile, tanto da minacciare di chiedere i danni. In pratica la sentenza di pochi giorni ha stabilito che l’Inter è colpevole ma prescritta. Alla prescrizione si può rinunciare, e se i nerazzurri sono così angioletti come dicono, potrebbero chiedere di continuare il processo, ma quest’eventualità è sicuramente da scartare.

Scudetto 2006: Inter colpevole, salvata solo dalla prescrizione

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Che fine farà lo scudetto del 2006? Resterà nella bacheca dell’Inter o seguirà le sorti di quello dell’anno precedente, non assegnato ad alcuna squadra? Il destino di quel tricolore conteso tra Juventus ed Inter poco importa alla luce delle motivazioni che hanno portato all’archiviazione sportiva della cosiddetta “Calciopoli-bis”, i cui reati sono ormai caduti in prescrizione.

Massimo Moratti aveva tirato un sospiro di sollievo allorché Palazzi aveva parlato di prescrizione, ma è evidente che non conosceva le motivazioni della sentenza, seconda le quali quella che viene chiamata la banda degli onesti avrebbe avuto le stesse colpe delle squadre (prima fra tutte la Juventus) che pagarono pesantemente il comportamento dei propri dirigenti nel 2006. Insomma, i nerazzurri si salvano solo perché ormai quei reati non sono più punibili, ma il defunto Facchetti, Moratti e compagnia bella non possono vantarsi di essere persone pulite.

Scudetto 2006, Moratti pronto alle dimissioni in caso di revoca

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Era l’estate del 2006 e l’Italia si apprestava a vivere uno dei momenti più bui della storia calcistica. Non a livello di nazionale, ovviamente, visto che gli azzurri di lì a poco conquistarono la quarta Coppa del Mondo sotto il cielo di Berlino, ma a livello di club, con una delle squadre più blasonate – la Juventus – retrocessa nella serie cadetta e privata degli ultimi due scudetti vinti sul campo.

Il tricolore del 2005 venne cancellato dagli annali, mentre quello del 2006 venne assegnato all’Inter, giunta seconda in quella stagione. A distanza di diversi anni ed alla luce delle intercettazioni presentate da Moggi nel processo di Napoli, con tanto di coinvolgimento dell’Inter nel sistema corrotto, la Juventus ha chiesto che lo scudetto del 2006 venga tolto dal palmares dei nerazzurri. La decisione di Palazzi sulla revoca o meno del tricolore dovrebbe venire alla luce nella giornata di domani, ma questo dettaglio potrebbe non rappresentare l’unica bomba di giornata, viste le “minacce” di Massimo Moratti.

Inter, Capello è pronto

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Nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci che danno Fabio Capello per allenatore dell’Inter nella prossima stagione. A dire il vero, se ne parla da giorni, ma ora pare che Moratti abbia dato al tecnico friulano una scadenza (24 o al massimo 36 ore) per accettare o no l’incarico che fu di Leonardo. L’attuale allenatore della nazionale inglese ha aperto la porta alla società nerazzurra e sarebbe ben felice di tornare a lavorare in patria, ma l’Inghilterra non è ancora qualificata per i prossimi europei e la FA non vuole assolutamente perdere un tecnico carismatico come Dan Fabio prima di raggiungere l’obiettivo.

Nelle prossime ore, dunque, la federazione inglese si vedrebbe costretta a cercare un selezionatore all’altezza del compito, per permettere così a Capello di rispondere presente alla chiamata di Moratti. Operazione non proprio semplice, in considerazione della brevità dei tempi. Del resto, siamo quasi alla fine di giugno e l’Inter non può rischiare di ritrovarsi senza guida tecnica alla ripresa degli allenamenti tra qualche settimana.

Da Ancelotti a Mihajlovic, il toto-allenatore dell’Inter

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Tra le tante panchine traballanti della Serie A una delle più solide sembrava essere quella dell’Inter, con Leonardo confermatissimo dopo il secondo posto in campionato e la conquista della Coppa Italia. Ma nel calcio, si sa, gli amori spesso finiscono ancor prima di nascere ed il tecnico brasiliano non ci ha messo molto a decidere di abbandonare la causa nerazzurra per sedersi dietro una scrivania del Paris Saint Germain.

Scelta di vita e di cuore, certo, come quella che ha fatto Carlo Ancelotti, cercato ieri da Moratti, ma fermissimo nella sua decisione: “Io all’Inter? Non potrei mai! Non me la sentirei di avere il Milan come avversario”. I tifosi rossoneri scongiurano dunque il pericolo di ritrovarsi di fronte un altro “traditore”, come accadde proprio con Leo, che lo scorso Natale gli mandò il panettone di traverso, firmando per il nemico. Ancelotti dunque rifiuta la panca nerazzurra e lo stesso fa Marcelo Bielsa. Ma allora chi sarà il prossimo allenatore dell’Inter?

Inter, Bielsa rifiuta ed Eto’o tentenna

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Qualche giorno fa, in casa Inter, teneva banco solo il calciomercato: la campagna di rafforzamento, lasciando che qualche pedina cambiasse squadra per ricostruire una rosa più forte della precedente, pareva l’unica preoccupazione invece, nel giro di poche ore, Massimo Moratti ha dovuto prendere atto di uno stravolgimento evidente di programmi e obiettivi.

Leonardo, d’improvviso, ha raccolto un’offerta (allettante e fruttuosa) proveniente dai nuovi proprietari arabi del Paris Saint Germain i quali, oltre che puntare sul tecnico nerazzurro per rilanciare con forza un club che sta oscillando tra alti e bassi, hanno promesso una campagna acquisti importante fin da subito.

Inter, Leonardo al Paris Saint Germain? Moratti chiama Bielsa

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Notizia clamorosa, quasi più rumorosa dell’approdo di Leonardo – ex tecnico del Milan – in nerazzurro. Pare infatti che Leo sia pronto a fare nuovamente le valigie e salutare l’Inter per trasferirsi in Francia e rispondere alla chiamata del Paris Saint Germain, che avrebbe messo sul piatto un posto da dirigente. Nel club della Ligue 1, Leonardo aveva militato da calciatore e ora, dopo che un fondo di investimenti del Qatar ha rilevato il 70% della squadra, i contati tra il brasiliano e gli arabi diventano più fitti con il passare delle ore.

Sarebbe una scelta di vita, ancor prima che una decisone professionale: difficile, infatti, che la compagine girondina possa garantire a Leonardo gli stessi stimoli e le medesime opportunità di competere con le grandi d’Europa che offre – va da sè – la compagine nerazzurra. Dopo il conciliabolo dei giorni recenti, sarebbero stati gli arabi stessi a mettere fretta a Leonardo, chiedendogli una decisione repentina.

Roma: se De Rossi non rinnova c’è l’Inter

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Moratti ha deciso di mantenere un profilo basso per tutto il calciomercato, muovendosi nell’ombra per approfittare delle occasioni, ed una sembra potergliela offrire su un piatto d’argento la Roma. La questione in ballo è il rinnovo di Daniele De Rossi, spinto lontano dalla Capitale prima dalle offerte dorate del Real Madrid, poi dal suo caratteraccio che l’ha portato a molte espulsioni e che ha rotto l’idillio con la tifoseria, ultimamente ci si è messa anche la storia delle partite truccate (almeno qui la società l’ha difeso), e per ultimo anche il problema del rinnovo.

De Rossi vuol rimanere a Roma, questo è evidente, altrimenti avrebbe accettato il trasferimento a Madrid, ma non con uno stipendio da calciatore “normale”. Il suo procuratore ha presentato ieri la sua proposta: stipendio da 6,5 milioni di euro netti. La risposta di Sabatini non si è fatta attendere: non si va oltre i 5 milioni.