Calcio-scommesse: ecco come agiva l’organizzazione

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Man mano che passano i giorni si fa sempre più chiaro il quadro entro cui si muovevano gli “addetti alle partite” che, come in una vera e propria organizzazione criminale, avevano una struttura gerarchica degna delle migliori mafie del mondo. Al vertice, almeno per quanto l’Italia, pare ci fossero Massimo Erodiani, proprietario di una ricevitoria di Pescara, Marco Pirani, dentista di Ancona, anch’egli titolare di una ricevitoria, e Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna.

L’organizzazione si basava su una serie di scommesse dal vivo e online su siti asiatici, che non sono tenuti ai controlli rigorosi come quelli italiani, e su una serie di “mandamenti” come quello dei bolognesi, degli zingari (stranieri, specialmente albanesi), e milanesi. In cima ad ogni mandamento c’era una figura di riferimento, come per i bolognesi il cui leader era Beppe Signori, il quale, sapendo che stava facendo qualcosa di losco, si dice non parlasse mai al telefono di queste cose, nemmeno per scherzo.

Calcio scommesse: spuntano i nomi di Doni e altri big di B

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“Organizzazione criminale”. Così è stata definita quella che mirava a falsare i risultati ed interi campionati di Serie B e Lega Pro, e che, almeno per ora, non sembra interessare la Serie A. Si fa luce sulle vicende che hanno portato nomi illustri all’arresto, come quello di Beppe Signori, per capire il modus operandi dell’organizzazione.

Per riuscire a far funzionare il piano, c’era bisogno di qualcuno interno al mondo del calcio, e nella fattispecie del caso più eclatante, quello della partita Cremonese-Paganese, era il portiere Poloni. Secondo quanto trapelato dalle indagini, pare sia stato lui a versare un medicinale ansiolitico nelle bevande che i suoi compagni hanno bevuto durante l’intervallo della partita, in modo da “calmarli”. Peccato che molti di loro si sono sentiti male ed uno ha persino avuto un incidente stradale nel dopo gara. Per questo sono partite le indagini che hanno scoperto cosa c’era dietro.